Avv. Annunziata: Impossibile garantire colloqui intimi nelle carceri - Le Cronache Ultimora
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Avv. Annunziata: Impossibile garantire colloqui intimi nelle carceri

Avv. Annunziata: Impossibile garantire colloqui intimi nelle carceri

di Erika Noschese

Il dibattito sui diritti dei detenuti si arricchisce di una sfumatura particolarmente intima e significativa: quella dei colloqui affettivi all’interno degli istituti penitenziari. Un tema che oscilla tra la necessità di garantire la sicurezza e l’ordine carcerario e l’imperativo di preservare i legami familiari e affettivi, considerati elementi cruciali nel percorso di riabilitazione e reinserimento sociale. A Salerno, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con l’avvocato Andrea Annunziata, figura di spicco come referente provinciale dell’Osservatorio nazionale dell’Aiga sulle carceri, per esplorare le dinamiche e le criticità connesse a questa delicata materia. L’occasione per approfondire la questione è stata offerta dalla recente visita alla casa circondariale di Fuorni, un’esperienza diretta che ha permesso di toccare con mano la realtà e le sfide che caratterizzano la vita detentiva anche sotto questo specifico aspetto. Qual è il quadro normativo di riferimento per i colloqui intimi? Quali sono le prassi attualmente in vigore nelle carceri del territorio salernitano, con particolare attenzione a quanto rilevato a Fuorni? Come vengono bilanciate le esigenze di sicurezza con il diritto dei detenuti a mantenere e coltivare relazioni affettive significative? E, soprattutto, quali sono le proposte e le possibili evoluzioni per garantire maggiore dignità e umanità in questo ambito così sensibile? L’avvocato Annunziata, con la sua profonda conoscenza del sistema penitenziario e la sua sensibilità verso i diritti fondamentali, ci guiderà attraverso le pieghe di una questione che interroga la coscienza collettiva e il ruolo stesso della pena. Colloqui intimi: opportunità o rischio? «L’argomento è stato toccato nel corso della nostra visita presso l’istituto penitenziario di Fuorni nella settimana antecedente la Pasqua. Abbiamo fatto una domanda specifica alla direttrice in occasione della visita, perché erano da poco uscite le linee guida del Ministero sulle modalità di svolgimento degli incontri intimi tra detenuti e congiunti. Allo stato, a Fuorni non c’è la possibilità né lo spazio per garantire questo tipo di incontri, ma è ovvio che abbiano intenzione di uniformarsi alle linee guida. Ci diceva la direttrice che aveva già individuato uno spazio dove si poteva garantire quello che le linee guida prescrivono, però dovrebbero costruire una sorta di prefabbricato all’interno del perimetro della casa circondariale, adibito esclusivamente a questo tipo di incontri. Attualmente non c’è ancora la possibilità, non si conoscono i tempi ed è chiaro che questo è un problema che sarà più avvertito soprattutto negli istituti più numerosi. Salerno è numeroso ma immagino che in posti più numerosi, come Poggioreale, sia anche diverso. Se hai soltanto uno spazio a disposizione e le linee guida parlano di due ore di colloquio, e devi garantire a un numero sempre più grande di persone di accedere a questa opportunità, ci saranno difficoltà». Lo spazio, quindi, andrà creato. «Attualmente a Fuorni non c’è uno spazio idoneo. Per il resto possiamo solo augurarci che si conformino a quelle che sono le linee guida il prima possibile, tutti gli istituti, per garantire un diritto sancito anche a livello costituzionale». Tra i timori più grandi c’è quello che i colloqui intimi possano risultare oggetto di scambio di beni illeciti all’interno della struttura penitenziaria. «Sicuramente, infatti la direttrice ci aveva dato più o meno un’idea di quelli che sono, allo stato dell’arte, gli arresti in flagranza o comunque le notizie di reato che ogni giorno si scrivono, relative a parenti che nel corso dei normali colloqui vengono ripresi, che hanno tutt’altro grado di intimità. All’ordine del giorno anche a Salerno si tenta di introdurre o sostanze vietate o cellulari. Quindi è chiaro che il timore c’è che possa essere sfruttata quest’opportunità, questo diritto distorto in maniera negativa anche per tutti gli altri». Come si cercherà di arginare questo potenziale pericolo? «Non so quali siano le contromisure che hanno intenzione di adottare, forse perquisizioni prima e dopo che è quello che generalmente già accade, ma questo timore c’è e lo abbiamo registrato».