Battipaglia, dissequestrato uno dei palazzi - Le Cronache Cronaca

di Arturo Calabrese

Il Tribunale del Riesame di Salerno ha disposto il dissequestro di uno dei palazzi sottoposti a sigilli nel complesso edilizio tra via Belvedere e via Canova a Battipaglia, ritenendo legittimi i volumi preesistenti e quindi privi dei presupposti per la misura cautelare.

Lo rende nota l’ordinanza, che riformula in parte le decisioni del Giudice per le Indagini Preliminari e consente la ripresa dei lavori sull’edificio in questione. Altri cantieri cittadini restano tuttora sotto sequestro. I legali dei proprietari coinvolti, ossia gli avvocati Mario Murone, Marcello Giuseppe Feola e Domenico Di Napoli, hanno lavorato per ottenere quanto deciso dei giudici, costruendo l’impianto difensivo su quanto esposto. I titolari del palazzo dissequestrato Adriano Campione, Daniele Ruggiero e Ivan Casillo potranno così proseguire con le opere di rifinitura e completamento dell’immobile.

L’inchiesta coordinata dalla Procura di Salerno prosegue con accertamenti che riguardano non solo i proprietari ma anche ulteriori persone e società operanti nel settore edile.

Nel frattempo il dissequestro rappresenta una prima vittoria giudiziaria per chi aveva puntato sulla regolarità delle pratiche urbanistiche e sulla conformità dei progetti alle normative vigenti. Le attività di verifica e controllo non sono tuttavia concluse. La magistratura continuerà a valutare la documentazione a supporto delle concessioni e, qualora emergessero irregolarità, potrà nuovamente intervenire con provvedimenti cautelari.

Nello specifico, le differenti volumetrie che erano state eccepite dal Giudice per le Indagini Preliminari, alla base dell’apposizione dei sigilli, erano frutto di un ampliamento di volumetria del locale al piano terra (oggi proprietà Naimoli), che rappresenta la maggior consistenza, era stato realizzato sicuramente prima del 2000, anno di presentazione della richiesta di sanatoria, in quanto già se ne trova riscontro nella planimetria catastale del terraneo confinante al 31 luglio del 1982.

Altro punto importante riguarda il gennaio del 2023: la proprietà presentava una Segnalazione Certificata di Inizio Attività, la Scia, “con la quale – si legge – sostanzialmente la proprietà Naimoli veniva resa autonoma, anche catastalmente, dal fabbricato.

Veniva proposto lo spostamento di una porzione di cubatura dal primo piano al piano terra per trasformare il porticato esistente in un deposito pertinenziale dell’appartamento al primo piano; in luogo del volume rimosso al primo piano si prospettava la sua sostituzione con il tetto di copertura del locale sottostante”.

La proprietà Naimoli, già prima citata, ha assunto dunque una nuova particella e quindi “non vi sono poi elementi per ritenere tale trasferimento di superficie virtuale atteso che a seguito dello stesso vi è un nuovo accatastamento che individuava l’appartamento posto al primo piano che individuano l’appartamento al primo piano nell’attuale consistenza e il locale deposito realizzato in luogo del porticato”.

In conclusione, alla luce dei nuovi approfondimenti e dei rilievi non c’è alcuna apparenza di reato. Si attendono, adesso, nuovi sviluppi e i lavori possono riprendere.