Antonio Manzo
Democristiano tutto d’un pezzo, coraggioso e combattivo, Giuseppe Luigi Nocera, scomparso pochi giorni fa, fu vittima della malagiustizia che, pur di colpire violentemente con la forza della Legge, fu oggetto di una persecuzione giudiziario-politica nel teorema accusatorio della presunta accusa di associazione a delinquere configurandola come un partito, l’Udeur di Clemente Mastella. Fatti che oggi, a pensarci bene, sarebbero da corollario perfetto nella richiesta di separazione delle carriere. Fu nel giorno del suo compleanno, il 14 febbraio 2008, che Luigi Giuseppe Nocera fu liberato dagli arresti domiciliari e tornò uomo libero dopo una carriera politica all’ombra di Clemente Mastella. Fu ex assessore regionale all’Ambiente, dopo essere stato due volte parlamentare, una volta sottosegretario, fu accusato di concussione politica nella maxi-inchiesta deflagrata il 16 gennaio 2008 che azzerò il Campanile colpendone tutti i vertici, compreso Mastella e la moglie. Peppe Nocera fu accusato di concussione politica ai danni del governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, per una trattativa politica all’Asi di Benevento. Incredibile. Molti suoi amici di partito hanno dato l’ultimo saluto a Giuseppe Luigi Nocera, molto molti democristiani colpiti ingiustamente dalla malagiustizia come Paolo Del Mese assolto dopo 17 anni di gogna politica e mediatica. Ultimo saluto anche da Pellegrino Mastella, figlio di Clemente, da Angelo Villani (già presidente della provincia di Salerno e consigliere regionale),
Fu sempre amico e compagno di partito di Clemente Mastella che, insieme a Roberto Napoli, rispose sì all’azione politica di Francesco Cossiga. Dice Clemente Mastella: «Lo ricordo con affetto e amicizia. Un protagonista di una storia. Parlamentare, sottosegretario, assessore sempre insieme. Grazie anche al suo impegno l’Udeur ebbe un’affermazione che consentì a livello nazionale, per l’ultima volta di vincere in Campania con il centrosinistra. Vivemmo insieme grande dolore l’azione giustizialista contro un partito da parte di alcuni pm che poi si risolse in nulla».
I magistrati di Santa Maria Capua Vetere e di Napoli si inventarono il “concorso mafioso”, con un partito politico. Il capo d’imputazione dell’epoca va ripetuto a futura memoria perché l’Udeur era dedito “alla commissione di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione, e soprattutto all’acquisizione del controllo delle attività pubbliche di concorso per il reclutamento di personale e gare pubbliche per appalti ed acquisizioni di beni e servizi bandite da enti territoriali campani, aziende sanitarie e Agenzie regionali, attraverso la realizzazione di numerosi reati”. Una preziosità penalistica da fervida fantasia politica che accusò anche gli ex assessori regionali Andrea Abbamonte e Luigi Nocera e gli ex consiglieri regionali Nicola Ferraro e Fernando Errico, nonché Carlo Camilleri, consuocero di Mastella, Ruggiero Cataldi, ex direttore amministrativo Asl Benevento 1, Luciano Capobianco ex direttore generale dell’Arpac,
l’imprenditore Giuseppe Ciotola, Bruno De Stefano, direttore generale dell’Asl di Benevento, Cristiana Fevola, imprenditrice ed ex dirigente dell’Udeur, Vincenzo Lucariello, ex segretario generale del Tar Campania, l’imprenditore Massimo Palmieri, Mario Scarinzi, ex direttore generale dell’Asl Benevento 1, Antonello Scocca ritenuto socio di Camilleri, e Tommaso Zerella,
direttore sanitario dell’Asl Benevento 1.
Giuseppe Nocera sarebbe stato ‘il capo di un’associazione per delinquere chiamata Udeur’ ovvero capo di un partito politico. Giuseppe Luigi Nocera aveva votato presidenti del Consiglio e presidenti della Repubblica. Fu un eroe della stagione italiana dei processi politici ingiusti.





