Nella Salerno del Mille con Carmine Mari - Le Cronache Spettacolo e Cultura
Spettacolo e Cultura

Nella Salerno del Mille con Carmine Mari

Nella Salerno del Mille con Carmine Mari

Sarà presentato stasera alle ore 19 a Salerno, negli spazi di Cantina Verace, “L’Alfiere d’ Oriente. Riccardo del principato e La Croce di Bisanzio”, scritto da Carmine Mari e in libreria da ottobre per la giovanissima casa editrice Il Piroscafo diretta da Daniele Pierumberto Cellamare, del gruppo Les Flâneurs edizioni, guidato da Alessio Rega. L’autore ci condurrà nella sua Salerno medievale, in dialogo con Olga Chieffi, e Alfonso Mauro, ospiti della rassegna Cantina&Cultura. Nel tumultuoso scenario di Salerno del 1084, Riccardo del Principato si trova a dover affrontare non solo la protezione del mercante Simone, ma anche i molteplici intrecci di una corte intrisa di tensioni e ambizioni. La proposta di alleanza tra Normanni e la fazione opposta al basileus non è solo un’opportunità, ma una bomba a orologeria che potrebbe far esplodere conflitti latenti. Con il suo acume strategico, Riccardo inizia a esplorare il terreno instabile su cui si muovono i potenti della corte. Ogni parola, ogni sguardo, ogni gesto potrebbe nascondere un tradimento. La figura di Goffredo di Troia emerge come un’ombra inquietante, un mercenario che gioca su più tavoli, cercando di manipolare le ambizioni dei figli del granduca Roberto. Riccardo sa che se non si muove rapidamente, potrebbe ritrovarsi intrappolato in una rete di cospirazioni che minaccia non solo la sua vita, ma anche il futuro della regione. Nel frattempo, Gisla, la giovane allieva di Trotula, si ritrova coinvolta in una serie di eventi che la porteranno a scoprire segreti inconfessabili. La sua formazione come medichessa le ha dato accesso a conoscenze che potrebbero rivelarsi letali nelle mani sbagliate. Le sue interazioni con Riccardo diventano sempre più intense, e l’attrazione tra i due cresce, alimentata dalla consapevolezza che il loro destino è intrecciato in modi che non possono prevedere. Mentre le tensioni aumentano, Riccardo deve raccogliere alleati fidati e smascherare i piani di Goffredo, prima che la rivolta possa scoppiare. Ogni passo falso potrebbe rivelarsi fatale, e la fedeltà potrebbe rivelarsi un concetto fluido in un mondo dove l’ambizione regna sovrana. Con l’alleanza con Simone come chiave per il futuro, Riccardo si trova a dover scegliere tra il dovere e i propri desideri, in un’epoca in cui le scelte possono cambiare il corso della storia. In una Salerno che brulica di vita e segreti, tra il profumo delle spezie e il clangore delle spade, il cavaliere normanno dovrà dimostrare che il vero coraggio non risiede solo nella forza, ma anche nella capacità di svelare la verità, affrontare i propri demoni e, forse, trovare un amore proibito che potrebbe essere l’unico faro in un mare di oscurità. Festeggia così il decennale da scrittore con l’Alfiere d’Oriente, Carmine Mari, un percorso iniziato ben prima di quel 2015, anno in cui fu pubblicata la sua opera prima “Il regolo imperfetto”, quel medioevo sospetto pubblicato dall’Atmosphere Libri assurto a best seller dell’estate salernitana dalle diverse linee di lettura, la finissima descrizione della Salerno del tempo, la copertina è stata infatti schizzata a china dallo stesso autore, quasi una ricostruzione delle strectule, delle piazze, della cornice delle mura, come tale è quella della società, una trama intrecciatissima da romanzo russo, spezie antiche per un medioevo moderno, nel 1239 nella Scuola medica di Salerno, e uno studente di nome Rogerius si trova invischiato in piani malefici orditi dal magister Ugo da Marcina, e dall’arcidiacono, nonché inquisitore apostolico, Vittore. Quindi, il grande successo dell’ Hotel Angleterre, datato 2021 in libreria per Marlin e pluripremiato volume che schizza la nostra città nel 1911, in piena Belle èpoque, forse la migliore espressione della nostra città, fatta “a misura d’uomo”, ma supportata sempre dal metodo Mari, ovvero di incernierare la grande Storia, con la piccola, quindi, nel 2022 ancora per Marlin “Il fiore di Minerva” e siamo nel 1551 protagonista l’ex conquistador al seguito di Pizarro, Héctor dell’Estremadura al servizio di Ferrante Sanseverino, ultimo della sua schiatta, sua moglie Isabella Villamarina, ancora, Costanza Calenda che scala di un secolo diventando la donna guida proprio del corsaro, con il suo legno, il Nibbio, con un motto che ha accompagnato con successo questo volume che ha il profumo del mare, quanto i precedenti “all’orza lunga…..”. Ancora un passo indietro, stavolta, nell’amato Medioevo, da parte di Mari, che è l’era in cui meglio riesce, avendo lui lavorato nella biblioteca provinciale, custode dei documenti dell’epoca. Se per l’opera prima, che ha avuto una ristampa con “tagli”, nel 2023, che crediamo non gli abbiano restituito giusta ragione e luce, “L’alfiere d’Oriente” è pensato in modo semplice: basta scorrere l’indice, diviso in tre parti e trentatrè capitoli, pur mantenendo, pregio dell’autore, le precise descrizioni, degli scenari dell’azione, in particolare toponomastiche, che fotografano una Salerno, in cui ci ritroviamo circa centocinquanta anni prima del Regolo, oltre che il quadro intagliato in punta di cesello, storico e naturalmente sociologico ed economico. La scrittura di Mari si distingue per il suo ritmo incalzante e per l’attenzione ai dettagli, elementi che si intrecciano in un gioco di suspense e scoperta. Ogni indizio è scelto con cura, e ciò che può sembrare trascurabile si rivela spesso cruciale per la risoluzione del mistero. Questa abilità di dosare le informazioni non solo tiene alta l’attenzione del lettore, ma contribuisce anche a costruire una trama solida e avvincente. L’essenzialità della narrazione di Mari non è solo una scelta stilistica, ma un modo per guidare il lettore attraverso un percorso di scoperta che culmina in una conclusione soddisfacente e inaspettata. Qui si manifesta l’importanza di focalizzarsi sui dettagli: ogni piccolo elemento ha il potere di influenzare l’intera narrazione, creando un legame profondo tra il lettore e la storia. In questo senso, la scrittura diventa un ponte tra l’autore e il lettore, un luogo in cui passato, presente e futuro si fondono. Attraverso le parole, Mari permette ai lettori di esplorare le proprie esperienze e emozioni, creando un amalgama di sentimenti che arricchisce la comunicazione artistica. Così, il testo diventa non solo un racconto, ma un viaggio condiviso che invita a riflettere, a sognare e a connettersi con il tempo e lo spazio. In questo cammino, ogni forma d’arte trova la sua espressione autentica, permettendo a chi scrive e a chi legge di attraversare insieme quel ponte verso l’esperienza umana.