NOCERA INFERIORE. Ricorso accolto, situazione più complicata per gli ultras della Nocerina. Il tribunale del riesame ha ritenuto necessario che nove tifosi molossi vadano agli arresti domiciliari, in quanto sussiterebbero ancora le esigenze cautelari dopo un anno e due mesi dal derby Salernitana-Nocerina. Il provvedimento del giudice della libertà è sospeso in attesa del decorso dei termini per un probabile ricorso per cassazione. La lunga ombra dei fatti di Salerno continua ad oscurare l’ambiente rossonero. Dopo le sentenze della giustizia sportiva ora è la giustizia ordinaria che comincia a muoversi; si avvicina l’ora della verità, infatti, per i ventitre tifosi rossoneri identificati dalle forze dell’ordine per la protesta nel cortile del Park Hotel di San Severino del 10 Novembre 2013. Tutti gli indagati sono stati accusati di violenza privata attraverso minacce nei confronti dei calciatori e dello staff tecnico rossonero per impedire lo svolgimento della sfida dell’Arechi fra Salernitana e Nocerina. Il Tribunale del Riesame di Salerno ha accolto il ricorso della Procura per l’emissione di provvedimenti cautelarinei confronti di nove dei ventitre sostenitori molossi sotto inchiesta. Questi nomi: Giuseppe Alfano (1977, Nocera Inferiore), consigliere comunale, Antonio Angrisani (1977, nocera Superiore), Biagio Bove (1978 Nocera Inferiore), Fabio Bove (1988, Nocera Inferiore), Silvio Di Monaco (1977 Nocera Inferiore), Giuseppe Faiella (1981, Nocera Inferiore), Giuseppe Nasto (1990 Nocera Inferiore), Lucio Pisapia (1985 Nocera Inferiore), Francesco D’Amelia (1982 Montoro). Inizialmente tali provvedimenti erano stati sospesi per un mero conflitto di competenze fra le procure di Nocera Inferiore e Salerno che si erano entrambe arrogate le indagini; risolto il conflitto di competenza fra le due procure a favore di quella del capoluogo, il Tribunale del Riesame ha deciso di accogliere il ricorso del pm Cosentino, disponendo che i nove sostenitori rossoneri rimangano agli arresti domiciliari, sempre che, ovviamente, non presentino ricorso per cassazione o che la Suprema Corte confermi l’ordinanza del Riesame. Una decisione sarebbe motivata dalla necessità di evitare il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Anche l’eventuale sospensione, comunque, non cambierebbe la sostanza del processo che si svilupperà nei prossimi mesi. L’accusa mossa nei confronti dei sostenitori molossi, infatti, resta molto grave: l’incriminazione per violenza privata aggravata. Un’accusa che può prevedere dai quattro ai sei anni di reclusione.
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