di Marta Naddei Peggio di così il 2014 non sarebbe potuto finire. E’ stata una vera e propria mattanza per il tessuto produttivo salernitano, quella che si è consumata nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso con tutti i settori cruciali dell’economia salernitana che hanno fatto registrare significativi cali percentuali rispetto allo stesso periodo del 2013. I dati, elaborati dall’Osservatorio economico provinciale della Camera di Commercio di Salerno, infatti tracciano uno scenario piuttosto drammatico. In particolare, è stato il commercio al dettaglio a subire lo stop più brusco. Gli ultimi tre mesi dello scorso anno si sono chiusi con una variazione tendenziale del -7,4%. I prodotti alimentari riportano una variazione negativa maggiore rispetto ai prodotti non alimentari (-10,1% e -6,5% i valori registrati). Non è andata meglio agli ipermercati e gli altri operatori della grande distribuzione che chiudono il periodo giugno-settembre a -4,9%. Perde terreno rispetto al 2013 anche l’industria manifatturiera con tutti i settori che la compongono che hanno fatto segnare un trend negativo con il risultato “migliore” in termini di fatturato che si attesta ad una perdita dello 0,5%. La produzione del manifatturiero perde complessivamente il 3,6% rispetto al 2013; stessa percentuale anche per quello che riguarda il fatturato. Le industrie alimentari segnano, relativamente, il risultato migliore (-0,5%). Variazioni maggiori, in negativo, per le industrie del legno (-9,6%) e per quelle dei metalli (-5,7%). Le industrie chimiche chiudono il periodo con una variazione del -3,4%, mentre le tessili si fermano a -3%. Industrie elettriche e meccaniche segnano valori simili intorno al -2%. Continua la crisi senza fine del comparto costruzioni e servizi che registra una perdita del 4,6%. Tutti i settori riportano, infatti, un risultato negativo, con l’altro commercio che segna una variazione di -10 punti percentuali, il settore informatico che perde il -7,5% e le mense e i bar che, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, segnano -6%. Anche le costruzioni perdono più di cinque punti percentuali (-5,6%) mentre gli alberghi e ristoranti si fermano a -2,4%. A reggere sono però le esportazioni chiudono il trimestre con il segno positivo (+0,4%). Un risultato determinato, in particolare, dalle industrie del legno che con il +3,5% riportato compensano, in parte, la pessima performance registrata per gli altri indicatori. Bene anche le industrie chimiche e tessili, entrambe a +1%.
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