di Erika Noschese
Vigili del fuoco a braccia conserte, in attesa. La protesta realizzata ieri dinanzi al palazzo della Prefettura di Salerno, in piazza Amendola, ha avuto il fine di evidenziare le gravi problematiche che continuano a colpire i lavoratori del comando provinciale. Sono infatti numerosi i disagi, di tipo organizzativo e gestionale prima ancora che economici, cui le Fiamme Rosse sono costretti a far fronte quotidianamente: tra i principali il mancato rispetto dei contratti nei confronti dei dipendenti, le pessime condizioni delle caserme e la carenza di attenzione e ascolto verso i lavoratori e i loro rappresentanti. La federazione promotrice è stata la Fns Cisl, che ha ottenuto il supporto dell’intero sindacato per una battaglia di civiltà e sicurezza, come precisato da Antonio Iarocci, segretario generale regionale della Federazione Sicurezza Cisl: “Lo sciopero non è solo una protesta, ma un grido d’aiuto per salvaguardare la dignità dei lavoratori e la sicurezza dei cittadini”.
La segretaria generale della Cisl Salerno, Marilina Cortazzi, ha partecipato attivamente allo sciopero.
Quali sono le reali istanze dei Vigili del Fuoco della provincia di Salerno?
«Al di là delle problematiche strettamente contrattuali, ci sono altri problemi, tra cui figurano l’organizzazione del lavoro, il rapporto, il clima che si avverte nel posto di lavoro. Le principali lamentele registrate riguardavano anche e soprattutto un problema di sicurezza. In buona sostanza, sono stati emessi diversi dispositivi di sicurezza, 7 in un solo anno, depotenziando entrambi i presidi di Salerno; quindi, comando centrale e presidio del porto. Mi è stato riferito che, nonostante il numero degli addetti sia aumentato, Salerno è sguarnita. In caso di concomitanza di eventi di emergenza e priorità nella zona di Salerno, quindi, le squadre dei vigili del fuoco devono arrivare dalla periferia. Questo perché il comando di Salerno copre la città, arriva fino a Cetara da una parte e fino a Pontecagnano dall’altra»,
Si sono registrati casi gravi?
«Fortunatamente no, ma non possiamo sempre intervenire a opera compiuta. A ottobre c’è stato l’incendio di un forno, al centro di Salerno, e la squadra in grado di intervenire è giunta in città da Nocera Inferiore. Col traffico ci hanno messo 30 minuti ad arrivare. Se fosse stata una chiesa, una scuola o un ospedale avremmo sfiorato la tragedia».
Quanti interventi si effettuano, in un anno?
«Nell’ultimo anno sono stati registrati circa 15mila interventi, stando ai dati a disposizione della Fns Cisl, circa 5mila dei quali solo a Salerno. Come si fa, a queste condizioni, a depotenziare la zona di Salerno? Tra l’altro, adesso abbiamo solo il porto da considerare come area massiva d’intervento emergenziale. Tra qualche tempo avremo anche l’aeroporto, poi Porta Ovest. Insomma, i Vigili del fuoco chiedono l’intervento del prefetto per far sì che chi non vuole sentire ragioni possa finalmente tornare a ragionare».
Che riscontro c’è stato in Prefettura?
«Non siamo riusciti a parlare col Prefetto perché era coinvolto in impegni istituzionali già programmati.
Abbiamo dialogato e lasciato tutti i documenti necessari al viceprefetto Fracassi, compresi anche i dispositivi di sicurezza che erano stati emessi nel corso di questo ultimo anno. I Vigili del fuoco hanno rappresentato le questioni di cui sono visibilmente preoccupati e hanno chiesto un aiuto per risolvere tali problemi, comunicando al viceprefetto che altrimenti saranno costretti a proseguire con lo sciopero, fino ad arrivare alla drastica decisione di richiedere la rimozione».
Quale potrebbe essere la soluzione?
«Se il personale fosse meglio distribuito, vale a dire quantomeno più equamente, tenendo conto del numero degli interventi che si fanno nelle varie zone della città e provincia di Salerno, non avrebbero assolutamente nessun problema a coprire tutto il vasto territorio provinciale sia di giorno sia di notte. Il problema è che su Salerno si effettuano circa 5mila interventi l’anno, gli altri 10mila circa sono suddivisi su tutti gli altri presìdi presenti in tutta la provincia di Salerno. Il problema, per l’appunto, è che ci sono Vigili del fuoco nel presidio di Nocera che restano in attesa di una chiamata per tempi medio-lunghi, mentre a Salerno il personale non riesce, spesso, nemmeno a comporre la squadra in caso di emergenza. Le squadre, infatti, devono essere sempre complete, quindi composte da 5 unità, per poter uscire. Quando se ne ammala uno, visto che non c’è sostituzione prevista, non esce la squadra di Salerno e deve intervenire una squadra da Nocera o comunque dal posto più vicino».
Non potrebbero organizzarsi internamente i turni?
«È il comandante che organizza, non possono fare nulla loro spontaneamente. L’anno scorso c’era già stato uno sciopero, non della Cisl ma altrettanto importante. E più o meno verteva sulle stesse problematiche. Dall’anno scorso, quindi, nulla è cambiato, anzi: sembrerebbe che la situazione stia peggiorando».





