Nocera Inferiore. Scoperto con circa settecento grammi di cocaina e oltre un chilo tra marijuana e crac: incassa 5 anni e 2 mesi di condanna in Corte d’Appello a Salerno con riduzione di qualche mese rispetto al primo grado di giudizio con sentenza emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore. Dopo la condanna i giudici dell’Appello avevano respinto l’istanza presentata dal difensore del 36enne Leonardo Iapicco con la quale si era stata chiesta l’ autorizzazione a rientrare nel domicilio in Nocera Inferiore e a svolgere attività lavorativa. Notevole lo stupefacente sequestrato nel 2023 in un garage, 660 grammi di cocaina e di altre sostanze stupefacenti oltre alla detenzione in concorso di oltre un chilo di marijuana (si prosegue separatamente), nonché diverse dosi di crack, oltre a 9 proiettili di diverso calibro, 900 euro in contanti ed un’autovettura utilizzata per il traffico illecito. In primo grado fu condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione, con pena poi scontata in Appello. Ad aprile 2024 la difesa aveva chiesto di modificare il luogo degli arresti domiciliari (con rientro nella sua residenza di Nocera Inferiore) per consentire all’imputato di essere assunto con mansioni di contabile in un esercizio commerciale di Nocera Superiore, senza contatti con il pubblico e in orario limitato a sei ore mattutine, posto che i parenti non erano più in grado di mantenerlo e tenuto conto che durante il lungo tempo della custodia cautelare domiciliare aveva osservato tutte le prescrizioni e che andava considerata la volontà dell’imputato di reinserirsi nel contesto sociale e lavorativo. “Il Tribunale ha rilevato, in modo adeguato e non sindacabile per la sua correttezza e ragionevolezza, che la misura domiciliare era stata concessa a Iapicco, pur a fronte di fatti gravi, sol perché egli aveva offerto un domicilio lontano dal contesto criminale in cui i fatti si erano svolti, così da salvaguardare il pericolo di reiterazione, e nella prospettiva che il suo sostentamento sarebbe stato garantito dai parenti”, scrive la Cassazione. “Nessun fatto “nuovo”, quindi, è stato infatti rilevato come le deduzioni difensive fossero limitate a sostenere l’incapacità economica dei parenti ed affini.
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