di Salvatore Memoli
Non mi occupo di scelte politiche da tempo e non voglio entrare nella vita politica sebbene da osservatore mi interesso delle evoluzioni che riguardano la vita della mia città. Non vi é dubbio che in giro vi é una ricerca dell’uomo giusto per Salerno. Un po’ per riconquistare il diritto di scegliere dei cittadini, un po’ per voltare pagina e chiudere con tanta arroganza e presunzione che risente di una vera occupazione da parte dei partiti degli spazi di vita pubblica.Parlo della scelta di una persona gradita ai salernitani più delle coalizioni di partito. Mi pare che i miei concittadini non si appassionano alle vicende degli schieramenti politici essendo interessati a riconoscersi in una persona che possa essere gradita, per il suo modo nuovo di porsi nella vita delle persone e della città. Se non appare presuntuoso vorrei esprimere una mia valutazione e avanzare qualche suggerimento. Non per un esercizio di presunzione o di diritto civico. I salernitani sono da molto tempo schiacciati da un’idea politica che é diventata invadente, senza spazi di partecipazione e di critica o di immaginazione di percorsi diversi che qualificano la vita di tutti. Evito di parlare della città che si é chiusa in una progettualità irrealizzata e priva di prospettiva, irretita da una diatriba tra maggioranza ed opposizione e soprattutto resa evanescente per una volontà di guidare da lontano il corso della vita amministrativa. Salerno é diventata una contesa di gente che si combatte per vantaggi da spendere in altri siti ed in altri percorsi politici. La gente capisce che é tempo di cambiare, di lasciare spazio all’autenticità di salernitani che meritano altri spazi e di essere seguita con più naturalezza. Sono passati 40 anni da quando la Democrazia Cristiana nella tornata elettorale del 1985 ebbe l’intuito di rinnovare le liste elettorali, inserendo nomi nuovi, giovani professionisti disponibili a collaborare ad un rinnovamento che riscosse risultati di grande impatto, tanto da eleggere su un paio di decine di eletti del gruppo quasi la metà dei nuovi consiglieri comunali, persone di cui ancora la città ha un ricordo vivissimo e di apprezzamento. Tra essi c’ero anch’io, agli inizi di un percorso di vita pubblica che é stato per me pieno di incoraggianti prospettive. Il tempo ha cambiato il mio percorso politico ma non mi impedisce di utilizzare l’esperienza maturata per dare ancora un contributo affettuoso alle riflessioni che aiutano la città a crescere. Per farlo occorre dare centralità alla partecipazione che include valori solidi di idealità, di fattività, di orientamento di programmi che rispondono alle attese dei cittadini. Molti dei miei colleghi di allora sono stati e sono oggi protagonisti garbati, professionalmente apprezzati, testimoni di una presenza che é gradita e che produce ancora condivisioni ed incoraggiamenti. Potrei fare molti nomi, per stare alla riflessione dico che a me piacerebbe se a guidare Salerno fosse Alfonso Andria. Uomo colto e disponibile, presente attivamente nel dibattito culturale della città, protagonista di un viva stagione politica. Capace di dare valore all’identità culturale del salernitano, da tutti chiamato a dare valore a molti convegni, memorie di pagine di storia e di un presente arricchente, testimone di un impegno politico di successo al Comune di Salerno, alla Provincia, nel Parlamento italiano ed europeo, solerte sostenitore della vita culturale della Fondazione di Ravello, difensore di siti archeologici e della dieta mediterranea. Insomma Alfonso é una persona che ha valore e spessore politico alto, concreto, equilibrato e capace di suscitare un dialogo con tutti nel nome di Salerno, senza isolarla mai e senza ridurla a contumelie o atti velleitari, forte di una tradizione democratica e popolare, antica e moderna. Salerno deve valorizzare le esperienze di amministratore, politico, valoroso Dirigente di Alfonso che potranno garantire alla città ed alla sua massima istituzione la guida di un nuovo corso politico, magari con tanti giovani protagonisti e con obiettivo di recuperare una dimensione nuova di salernitanità. Affabile, sicuro di sé, capace di dialogare e di dire la propria valutazione, senza ipocrisia, Alfonso Andria andrebbe sostenuto da tutti i cittadini, in un percorso per Salerno, se Salerno si vuole bene. Il mio non é un endorsement. Più che a lui, voglio bene a Salerno. Rivederla guidata da un degno suo figlio, ci aiuterebbe a richiudere in un angolo riposto bulli, presuntuosi, vuoti a perdere e soprattutto tanta gente che ha una fame smodata di arricchirsi, di prendere per sé più che dare ad una città che deve recuperare tanto tempo perduto.