Gerardo Spira *
È accaduto! Forse già tardi per gli effetti sulla credibilità della politica e molto tardi sulle cose di pubblico interesse, conti, bilanci, spesa, rapporti, un mare di soldi entrato e uscito dal SERVIZIO DI TESORERIA. (C’è chi ne ha beneficiato senza saperlo e chi ha ingoiato bile per contrarietà). La politica del FARE ha fatto senza intoppi. I portaborse della legalità si sono affrettati a formare il codazzo, a elemosinare un posto per il figlio, la moglie, ad aprire studi professionali di occasione, trainati da figuri oscuri, falsi brizzolati. Se n’è parlato e con insistenza crescente dal 5 settembre 2010, la data del delitto Vassallo, ma il rumore mediatico non ha trovato la chiave giusta per aprire il portone. La chiave qualcuno l’ha tenuta segretamente nascosta. E così tra ruberie e affannosa rapina di danaro pubblico la vita pubblica nel nostro territorio di prossimità ha continuato a scorrere protetta lungo un filo, di sicura e stabile tenuta, aggraffata ad una organizzazione che IL TRIBUNALE DEL RIESAME DI SALERNO ha candidamente definita “Articolato Gruppo criminale”. Non è una novità per chi conosce i personaggi e ne ha seguito le decisioni. Per la fondazione Vassallo è stato una conseguenza del delitto Vassallo. Ucciso Angelo Vassallo, baluardo di controllo legale territoriale, il malaffare ha trovato la via spianata per aggredire il territorio. È stato fatto di tutto per cancellarlo dalla storia del Cilento, senza targhe di riconoscimento, senza cippi o lapide di memoria. Vassallo era un ostacolo ai loro interessi; era un NEMICO. L’idea, accortamente blindata da protezioni istituzionali, è diventata SISTEMA che nel periodo di 20 anni è divenuta RETE TERRITORIALE, una rete politico amministrativa-gestionale affidata a soggetti di onorata fiducia per eludere leggi e regole, e innalzare un recinto di filo spinato intorno alla CASA COMUNE. Chi vi è entrato ha prestato giuramento al codice di onore: “qui si fa come dice LUI. Qui finisce il mondo della legge e dei diritti degli altri. Qui le domande scritte vengono cestinate. Qui si parla per segni, pizzini e simboli. CHI è fuori dal recinto e non vuole perdere tempo, si deve muovere per interposta persona. Le minoranze e le opposizioni legali sono idiozie che fanno rima con la DEMOCRAZIA. Le leggi di garanzia sono rimaste impigliate sul filo spinato del RECINTO. Al NO secco ha seguito: “fai ricorso al TAR o impugna davanti al GIUDICE”. Il peso della spesa di giudizio e legale è diventata infatti la condizione limite del diritto. E così anche il travestito di istruzione elementare, armato di pistola di ordinanza, con tono e linguaggio smorzato: “fai ricorso”. La cultura del SISTEMA ha rivoluzionato, si fa per dire, legge e regole. Il tre ottobre ultimo scorso, L’OCCHIO DELLA LEGGE, ha rotto l’indugio e con un colpo secco ha frantumato IL VASO DI PANDORA. Il frastuono si è diffuso in ogni angolo del territorio e anche oltre. Dai cocci le prime carte: Corruzione e turbativa d’asta escono le accuse. Una ordinanza della Procura di Salerno pesante e carica di indagini e notizie raccolte ha rotto il filo spinato e aperto il varco. La tifoseria del contado amico si fa sentire con messaggi e segnali di solidarietà e un manifesto di Sindaci solidali compare nel Web, quasi a voler richiamare la Giustizia sull’affronto subito. Loro, i solidali, che hanno lavorato con “lui”, ne hanno condiviso scelte e decisioni di politica attiva, di movimento di persone assunte, di progetti, incarichi, affidamenti, rendiconti e bilanci. Una riconoscente solidarietà di chi ha stretto il patto territoriale e partecipato alla costruzione del SISTEMA. In 20 anni ne hanno fatto di cose insieme, di cose che hanno impegnato e distribuito milioni di euro per investimenti, società partecipate e associazioni, di milioni di euro finiti in maldestri riconoscimenti di debiti fuori bilancio, in movimenti scontrollati di società partecipate, associazioni, in squilibrati flussi di entrata e di spesa che hanno portato i bilanci dei due Comuni più grandi Agropoli e Capaccio al disavanzo di amministrazione. E c’è di più, tanto di più! Il Comune di Capaccio, onorato Comune di correttezza amministrativa è finito nel pantano del predissesto, ora in fase di affogare. A cadenza giornaliera spuntano dai cocci del VASO notizie sempre più allarmanti di fatti e operazioni che incidono sui conti pubblici, operazioni che di conseguenza saranno scaricate sugli ignari cittadini, e chissà per quanto tempo, per anni. E non è finita. Come dopo un terremoto, ora si passa a fare il bilancio di ciò che è accaduto, accertare i danni e rimettere in moto la ripresa per ripristinare le condizioni operative di riprogettazione legale della CASA COMUNE. Recuperare e riorganizzare significa mettere mano alla STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEI COMUNI entrati nel circolo vizioso, del personale, delle figure apicali e responsabili, di tutto l’apparato che ha collaborato col SISTEMA, che ha espresso pareri di conformità amministrativa e tecnica sulle proposte politiche, che insomma si è resa responsabile dei progetti tecnico, amministrativi e contabili. Dal momento che nel periodo in questione si è sviluppato un grande movimento di apparato di concorsi e di selezioni, con assorbimenti e spostamenti di persone da un comune all’altro si pone il problema sulla necessità, oserei dire l’obbligo di accertare se i concorsi siano stati attivati in condizioni amministrative consentite dalle leggi in vigore, procedure e svolgimenti in regime di legalità. Molte di queste persone ricoprono ruoli certificativi di garanzia dell’azione AMMINISTRATIVA-CONTABILE o tecnica in materia di opere pubbliche, appalti e affidamenti. La verifica di legalità è atto dovuto di garanzia sia nei confronti delle persone interessate, chiamate a continuare ad assumere responsabilità personale e sia nei confronti degli atti pubblici che saranno rivolti verso i cittadini. Ciò non può essere compito riservato alle stesse Amministrazioni interessate dai fatti, per comprensibili motivi di conflittualità emergente. È compito dello Stato, recuperare e ripristinare la cultura legale nel territorio movimentato, con la nomina di una commissione di FUNZIONARI MINISTERIALI, i quali attraverso un mirato controllo di verifiche e di accertamenti delle operazioni concorsuali, e conseguenti movimenti saranno chiamati a chiarire la situazione. La CORTE DEI CONTI avrà cura di accertare la regolarità dei movimenti di contabilità dei fatti ricadenti nel periodo in questione. Peraltro, la necessità diventa espresso obbligo dal momento che la CORTE DEI CONTI territoriale di Napoli e quella Centrale di Roma si è già interessata con sentenze di condanna per danno sia a livello provinciale che a livello locale DELL’UNIONE DEI COMUNI. Il territorio ha il diritto di sapere se politica e funzione pubblica si sono mossi in regime di competenze e ruoli separati e indipendenti. Finora non è avvenuto e i risultati sono nelle pagine DELLA GIUSTIZIA.
*AMBASCIATORE DELLA FONDAZIONE ANGELO VASSALLO . Segretario storico del Sindaco Pescatore
1 Commento
Non o parole su ciò che o letto posso solo dire w la verità. Sono vittima di questo sistema sono un coccio anche io