Sessa Cilento, sindaco bocciato al Tar per un abuso - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Il Tar della Campania si è espresso su un caso di rilievo riguardante un intervento edilizio a Sessa Cilento, coinvolgendo il sindaco Gerardo Botti.

Al centro della vicenda vi era un ricorso presentato da Botti per contestare il parere negativo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno, che aveva bocciato una richiesta di compatibilità paesaggistica relativa a lavori su un immobile in area rurale. Secondo la Soprintendenza, le opere effettuate non rispettavano le disposizioni del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, con particolare riferimento all’aumento di superfici e volumi.

Botti, dal canto suo, ha cercato di ribaltare la decisione sostenendo che alcune delle strutture realizzate rientravano nella categoria dei volumi tecnici e non comportavano modifiche significative delle superfici complessive. Il TAR, però, ha giudicato il ricorso infondato. La richiesta di accertamento è stata definita incoerente, poiché includeva opere già destinate a essere demolite.

La Soprintendenza ha ribadito che la compatibilità paesaggistica deve basarsi sulla situazione esistente, senza considerare interventi futuri come la rimozione di manufatti.

Confermando la legittimità del parere negativo, il TAR ha evidenziato che i lavori abusivi non solo avevano aumentato i volumi originari, ma avevano anche compromesso l’armonia del paesaggio rurale, alterando il contesto naturale dell’area. La sentenza del TAR della Campania mette in evidenza il delicato equilibrio tra esigenze di sviluppo edilizio e tutela del paesaggio, un tema particolarmente sentito in territori come il Cilento, dove l’identità culturale e naturale rappresenta un valore inestimabile.

Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, spesso al centro di controversie simili, stabilisce criteri stringenti proprio per garantire che le trasformazioni urbanistiche siano compatibili con il contesto circostante.

Il caso di Sessa Cilento assume inoltre una rilevanza simbolica, considerando che la proprietà interessata appartiene al sindaco in carica, una figura che dovrebbe rappresentare il rispetto delle normative vigenti.

La decisione del TAR, in tal senso, non si limita a definire un singolo contenzioso ma lancia un segnale chiaro sull’importanza del rispetto delle regole, anche da parte di chi ricopre ruoli istituzionali. Questo episodio si inserisce in un panorama più ampio di controversie legate alla gestione del territorio in Campania, dove spesso emergono tensioni tra sviluppo economico, salvaguardia ambientale e conformità normativa. La vicenda potrebbe spingere le amministrazioni locali a riflettere sull’opportunità di adottare strumenti di pianificazione più efficaci, capaci di prevenire situazioni simili. Da capire, adesso, cosa deciderà di fare il sindaco e se la cosa potrà minare la sua guida del comune cilentano alla luce della sentenza.

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