Di Antonio Manzo
Fede e diritto, una testimonianza di vita senza il conflitto delle fedeltà. Salerno, ad un anno dalla scomparsa di Pasquale Andria, celebra l’itinerario intellettuale con un libro dal titolo semplice ma icastico sul messaggio culturale di un intellettuale recepito e attualizzato secondo l’orientamento di concepire la dimensione religiosa, il rapporto con il mondo della giustizia particolarmente quello della giustizia minorile. Il libro, corposo, intende pervenire ad una comprensione unitaria e coerente dell’evoluzione culturale e politica di Pasquale Andria, nel corso del tempo dalla seconda metà del Novecento al primo decennio del nuovo Millennio. L’itinerario della vita di cristiano e di magistrato produce un libro con i suoi scritti di giudice minorile e le testimonianze dell’impegno civile e ecclesiale ai vertici dell’Azione Cattolica Italiana. Rendere conto delle riflessioni di Pasquale Andria non è, tuttavia, un compito semplice. Tale riflessione, infatti, occupa uno spazio teorico centrale nell’impianto speculativo che appartenne al collega magistrato minorile Alfredo Carlo Moro e al docente universitario Vittorio Bachelet ucciso dalle Brigate Rosse da vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Non è facile individuare un filo rosso capace di raccordare, in modo sufficientemente coerente, se la lezione di Pasquale Andria non la si legge sullo sfondo del pensiero del “Socrate cattolico” quale fu il giurista filosofo del diritto Giuseppe Capograssi. Tentare di compiere questo passaggio interpretativo senza nascondimenti o infingimenti non sarà un modo per menomare il credito morale e intellettuale di Pasquale Andria bensì per onorarne la figura insigne. Si potrebbe dire che l’esperienza umana e professionale è stata per Pasquale Andria un “luogo filosofico” fondamentale. E lo è sempre di più con le riflessioni critiche e autocritiche offerte ai suoi colleghi magistrati italiani in tempi difficili della condizione della condizione minorile passata nelle diverse fasi della vita sociale: dalla frantumazione della famiglia come istituto formativo centrale a terreno di coltura per una criminalità organizzata sempre più incisiva e redditizia per le giovanissime generazioni. Tant’è che le lezioni di diritto minorile di Pasquale Andria passano attraverso le fasi sociali molto critiche del diritto minorile a quello più accogliente e di prevenzione sociale anziché a sbrigative repressioni forgiate dall’incedere contemporaneo della prevenzione securitaria. Nelle pagine del libro di testi e scritti di Pasquale Andria si tratta di opere appartenenti a tre momenti diversi della vita dell’autore: l’analisi dell’esperienza comune ai magistrati italiani ad una introduzione alla vita etica della funzione giurisdizionale con il suo contributo all’evoluzione della Chiesa italiana dopo il Consilio Vaticano II. Per Pasquale Andria la figura di Cristo è assolutamente centrale sia nell’esercizio della sua funzione laica di magistrato che in quello del servizio ecclesiale dell’Azione Cattolica. Lui fu vice presidente nazionale degli anni della scelta religiosa dell’Azione Cattolica di Paolo VI e poi di Papa Wojtyla. Lo è nella misura in cui centrale risulta il confronto di Pasquale Andria con la storia: una storia che ha rivoluzionato l’Italia e le sue strutture politiche ed ecclesiali con la verità del farsi storico fino all’oggi segnato dalla necessarie e nuova presenza dei cattolici nella vita pubblica: dalla costatazione della rivoluzione che ha trasformato gli ordinamenti umani così come in tutta la giurisdizione per fronteggiare la condizione minorile alla rivoluzione ecclesiale sull’uomo e sui suoi bisogni di evangelizzazione e promozione umana. Le parole e gli scritti di Pasquale Andria, magistrato e cristiano, o meglio cristiano e uomo di Legge, resteranno fra gli uomini del nostro tempo come testi da riflettere e meditare per la loro attualità e, perfino, preveggenza sulla crisi del diritto minorile. La sobria veste del libro (editore Francesco D’Amato, con i contributi introduttivi di Claudio Cottatellucci, Marco Damilano e Cristina Maggia) è un grande accompagnamento per affrontare il momento di un cambiamento epocale sul futuro della famiglia umana e della Chiesa che sarà nel mondo.