Pagani. A giugno il blitz che portò in carcere a 19 presunti responsabili oltre a un arresto ai domiciliari e 9 indagati a piede libero: ora l’Antimafia di Salerno con il pubblico ministero Elena Guarino chiede il giudizio per 29 indagati partecipanti al patto tra clan sgominato già a dicembre del 2022. Saranno in aula a gennaio 2025 davanti al gup del tribunale di Salerno Marilena Albarano. Nella seconda tranche dell’inchiesta, culminata con l’operazione della Dia a inizio giugno, emersero una serie di estorsioni agli imprenditori dell’Agro nocerino in particolare quelli di Fosso Imperatore tra Nocera Inferiore, San Valentino Torino e Scafati ai quali si chiedevano “tangenti” dai 4mila ai 70mila euro. Il tutto sotto la regia del pentito Rosario Giugliano ‘o minorenne di Poggiomarino con il supporto della cosca della Lamia di Pagani Fezza/De Vivo e con la complicità secondo la pubblica accusa dell’industriale di Nocera Inferiore Stefano Gambardella (lavora nel campo della plastica e già dirigente della Nocerina Calcio) che avrebbe favorito le consorterie sottoponendo alla loro attenzione gli imprenditori da vessare a Fosso Imperatore. Sono a vario titolo accusati di reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, rapine, ricettazione e detenzione e porto illegali di armi, tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. Il prosieguo dell’inchiesta culminata il 10 giugno scorso con la sentenza di condanna per il primo filone di indagini, corroborata anche dalle dichiarazioni rese dai pentiti, che ricoprivano nell’ambito dell’organizzazione di appartenenza un ruolo apicale e che hanno deciso tale percorso, ha permesso di ricostruire, uno stretto reticolo di alleanze intessuto da Rosario Giugliano anche con esponenti di spicco appartenenti ad altri gruppi camorristici, operanti su territori limitrofi per perseguire interessi criminali che spaziavano dallo spaccio di sostanze stupefacenti, al controllo egemonico del territorio attraverso attività estorsive ai danni di imprenditori e commercianti nonché all’infiltrazione nel tessuto economico locale. Il neo melodico Rosario Manzella detto Zuccherino di Pagani e figlio adottivo di Giugliano e Salvatore Iervolino di Poggiomarino sarebbero stati gli esattori delle richieste estorsive formulate nei confronti degli industriali di Fosso Imperatore che per la procura sarebbero stati “segnalati” ai clan dal loro “collega” imprenditore originario di Pagani e residente a Nocera Inferiore. Le richieste di pizzo poi si sarebbero estese fino a Scafati presso una nota industria conserviera e nei confronti di un titolare di una ditta funebre: entrambi sarebbero stati costretti a versare 110mila euro (40 e 70mila) nelle mani della consorteria. vessati anche un noto industriale di Nocera Inferiore, ex presidente della Nocerina. Contestati al gruppo 8 episodi di estorsione, tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose, detenzione illegali di plurime armi da fuoco utilizzate per la partecipazione ad un summit di camorra, traffico di sostanze stupefacenti oltre che partecipazione ad associazione camorristica di stampo mafioso. Rinvenuti durante il blitz di giugno e sottoposti a sequestro 3 pistole e 2 fucili, oltre a numeroso munizionamento di vario calibro. Nella conclusione delle indagini figurano anche i fratelli Daniele e Vincenzo Confessore di Pagani, Felice Aquino di Boscoreale, Carmine Amoruso di Poggiomarino, Andrea e Giuseppe De Vivo di Pagani, Francesco Fezza sempre di Pagani, Rosario Giugliano ‘o minorenne di Poggiomarino, il figlio neomelodico Alfonso Manzella Zuccherino di Pagani, il collaboratore di giustizia Raffaele Carrillo di Scafati, Salvatore Desiderio detto ‘o barbiere di Scafati, Gianluca Tortora di Castellammare di Stabia, l’imprenditore nocerino Stefano Gambardella, l’altro pentito Giovanni Orefice di Poggiomarino e altri ancora. Mentre Salvatore Casillo, 52enne paganese, incassa 9 anni e 4 mesi di reclusione (a fronte dei 18 chiesti dalla Dda) in abbreviato a Nocera Inferiore con l’accusa di estorsione legata proprio al clan di Rosario ‘o minorenne. Ora tutti gli indagati affronteranno l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore della Dda di Salerno Elena Guarino.
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