Di Olga Chieffi
Una riflessione profonda sulla natura ambivalente della fotografia, evidenziando il suo potere di congelare momenti e, al contempo, la sua capacità di trasmettere significati complessi e in continua evoluzione, sarà offerta questa sera alle ore 18, presso la Sala delle Esposizioni Fornace Falcone all’Outlet Cilento Village. La fotografia non è semplicemente un mezzo di registrazione visiva; è un artefatto che, attraverso la sua apparente immobilità, riesce a catturare e comunicare il dinamismo della vita e delle esperienze umane. L’idea che le fotografie possano “tenere ferme” le cose è messa in discussione dal fatto che, nonostante la loro staticità, queste immagini sono soggette a interpretazioni diverse e a trasformazioni nel tempo e nello spazio. Ogni fotografia, quindi, diventa un nodo di significati che si intrecciano, creando una rete complessa di emozioni e associazioni. Questo è il motivo per cui le fotografie possono essere sia affascinanti che fuorvianti: offrono un punto di vista, ma allo stesso tempo possono mascherare altre verità. Le immagini possono viaggiare attraverso culture e contesti, perdendo e assumendo nuovi significati e proprio questa qualità rende la fotografia un mezzo potente di comunicazione e di espressione artistica. La fotografia ha il potere di produrre un flusso di significati che si contraddicono e si completano a vicenda.
John Szarkowski mette in luce l’idea che chiunque, in qualsiasi momento e contesto, possa creare immagini straordinarie, questo democratizza l’arte della fotografia, suggerendo che il valore artistico non risiede solo nella maestria tecnica del fotografo, ma in particolare nella capacità di evocare emozioni e riflessioni attraverso l’immagine. La fotografia è un medium complesso che, attraverso la sua ambiguità, riesce a stimolare una varietà di reazioni e interpretazioni. Essa ci invita a esplorare la nostra percezione del mondo e a riflettere sulle storie che ogni immagine può raccontare, rivelando così il suo potere artistico e comunicativo.
Sarà il fotografo napoletano Silvio Siciliano, l’ ospite di Valerio Falcone, con una mostra curata da Silvano Saccone. Silvio Siciliano, napoletano, ha ricevuto un’educazione culturale all’immagine in un ambiente famigliare frequentato da artisti e intellettuali. Scopre la fotografia all’età di quindici anni. Si forma presso l’Istituto d’Arte e Accademia di Belle Arti di Napoli senza tralasciare la passione per la ricerca fotografica. Negli anni ’80 lavora con la Nouvelle Presse, la prima agenzia foto giornalistica del meridione fondata 1989 da Luciano Ferrara. Si dedica come free reporter al foto-giornalismo e alla fotografia di impegno sociale con particolare interesse per le manifestazioni di religiosità popolare del meridione, documentandone aspetti etnologici e antropologici. Successivamente si dedica alla fotografia dei Beni Storico – artistici sul territorio e ricognizioni per attività promosse della Soprintendenza di Salerno e Avellino, in particolare per il Cilento e il Vallo di Diano. Realizza alcune delle seguenti mostre: Invito a Roscigno Vecchio presso “Intramoenia” di Napoli (1997); Lucerne al borgo Casamale di Somma Vesuviana; Luce nell’ambito della “Festa della luce” di Liveri in occasione della manifestazione “Le feste ritrovate” organizzata dalla Amministrazione provinciale di Napoli (2007). Si dedica alla produzione d’arte pittorica, fotografica e video dal titolo “Gilgamesh” con i ragazzi dell’Istituto penale per minorenni di Nisida Napoli (2007). Dal 2010 ad oggi, collabora stabilmente con il TeatrEuropa de Corse e U sveglio calvese in Corsica (attività fotografiche e produzioni video) e allestendo le seguenti mostre: Il Corpo e il Santo (2010), Pelle e Madonne (2011). La pelle di Napoli a Bastia – Corsica (2013); La Casa di Marcello Colasurdo (2013); Mimesi Polifonica (2021) Calvi – Corsica.