di Erika Noschese
Quattro anni e otto mesi per Vittorio Zoccola, quattro anni e un mese per Nino Savastano. È la richiesta avanzata dai sostituti procuratori Elena Cosentino e Guglielmo Valenti nell’ambito del processo ribattezzato Sistema Salerno che si avvia ormai verso la conclusione. Ieri mattina, la requisitoria è durata all’incirca tre ore e in più occasioni i sostituti procuratori hanno parlato di un «sistema ormai consolidato» che ha caratterizzato la città di Salerno per oltre un ventennio e che vede coinvolta l’amministrazione comunale, la politica e le cooperative sociali. «È necessario inquadrare gli elementi di prova in un quadro più ampio, a partire dal materiale probatorio perché questo sistema vede protagonisti la politica, gli imprenditori, le cooperative sociali e al vertice di ciò vi è Vincenzo Zoccola», ha detto il sostituto procuratore Valenti, evidenziando che proprio Zoccola negli anni ha ottenuto «rapporti preferenziali» che gli hanno permesso di acquisire «il monopolio su determinati servizi». A fare da tramite, ha ricordato Valenti, i funzionari Ugo Ciaparrone, Salzano ma – secondo il PM – anche Savastano per quanto riguarda l’aspetto politico. «Dall’esame di Zoccola, di Di Lorenzo, dalle consulenze tecniche e dalle delibere Anac è possibile ricostruire un sistema che dura da oltre 20 anni. Il passaggio dai servizi dalle cooperative sociali a Salerno Pulita è un duro colpo per Zoccola», ha detto ancora il PM Valenti, che evidenzia come «il sistema degli affidamenti» va avanti anno dopo anno attraverso le proroghe, «dunque gli affidamenti non sono più sotto soglia» e così facendo dal 2002 al 2018 solo quattro affidamenti sono stati fatti fino a quando l’Anac non si accorge di questo sistema e mette nero su bianco l’incapacità di rispettare i requisiti necessari da parte di alcune cooperative sociali di tipo B, caratterizzate dunque «da numerosi profili di illegittimità». «Ad un certo punto il Comune si rende conto che senza una parvenza di gara non si può andare avanti, viene fatta una cosa che non esiste: dopo anni qualcuno si sveglia e ricorda che Zoccola non può partecipare con due cooperative sociali e viene escluso – ha detto Valenti nella sua arringa – Il Comune fa una gara che non potrebbe fare, stessi lotti, stessi partecipanti, stessa suddivisione con Terza Dimensione, Alba e 3 S che non possono partecipare ma proprio loro si aggiudicano i tre lotti». Ripercorrendo le tappe che hanno caratterizzato la vita delle cooperative sociali, il PM parla di «episodio singolare» in riferimento al cambio di presidenza della cooperativa, da Zoccola, presto identificato come Ras, alla nuora. E poi entra in gioco Luca Caselli che, ascoltato come teste, aveva dichiarato che ad ammettere le cooperative sarebbe stato il Tar Lazio: «Il Tar ammette le cooperative per ragioni cautelari, nulla a che vedere con l’amministrazione», ha detto ancora Valenti, che accende poi i riflettori sulla commistione tra coop che operano come unico centro di potere con Zoccola che resta il filo d’unione tra tutte mentre il Consorzio, fermo al palo fin dal giorno zero, sugella i rapporti pur non avendo mai operato, come emerge dai pizzini rinvenuti durante la perquisizione a danno di Vittorio Zoccola. «Dalle intercettazioni emerge chiaramente che questi (i vertici delle coop, ndr) venivano instradati perché la gara era aperta a tutti gli operatori economici tanto che Zoccola viene messo al corrente dei Cer, dei progetti di reinserimento e a mantenere i rapporti con il mondo politico è sempre stato Fiorenzo Zoccola – ha detto ancora il PM – Emerge sicuramente la volontà di volersi adeguare alle richieste dell’Anac ma ci sono fibrillazioni al Palazzo ed è chiara la necessità di garantire gli affidamenti fino alla risoluzione del problema». Valenti tira poi in causa Ciro Balzano, riferimento elettorale del duo Savastano-Picarone per la zona di Mariconda, così come il consigliere Franco Picarone, non iscritto nel registro degli indagati, e l’allora assessore all’Ambiente (oggi presidente del Consiglio comunale) Angelo Caramanno, mai sentito come teste nonostante le intercettazioni che dimostravano la sua contrarietà a questo tipo di atteggiamento, a queste decisioni e a quel sistema di cooperative sociali. «Sollecitati da Caselli e Ciaparrone cambiano tutti i presidenti delle cooperative sociali, è aberrante questa cosa. Ci sono molti elementi che vanno interpretati insieme altrimenti avranno sempre una spiegazione alternativa». Sotto i riflettori anche la “pace fatta” tra Savastano e Zoccola, all’indomani della cena elettorale con il presidente De Luca che ha dato, come di consueto, indicazioni di voto proprio sul nome dell’ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno. «Al Comune non c’era più un clima favorevole per le cooperative sociali, vi erano i giovani che le osteggiavano e la festa, post elezione, di Savastano assume un significato: fanno pace dopo 15 anni, proprio mentre Savastano adottava alcuni provvedimenti. Numerose e controverse le dichiarazioni di Zoccola sul sostegno a Savastano. Funziona così? È normale? Le delibere favoriscono un cartello di imprenditori e, di pari passo, servono a recuperare voti. Forse, è una pratica diffusa ma non normale», ha aggiunto il PM Valenti. E proprio la Cosentino ha spesso tirato in ballo l’attuale presidente del consiglio Caramanno, ricordando il suo essere contrario alle proroghe tanto che con Caselli si diceva deluso e arrabbiato. «Non è un caso che a ridosso delle delibere di giunta ci sono interlocuzioni quotidiane tra Savastano e Zoccola, incontri sotto la sede del Comune. Lo schema è sempre lo stesso, si ripete», ha detto invece la PM Cosentino, ricordando che la figura di raccordo tra i due imputati è proprio Ciro Balzano e ciò scatena l’ira del consigliere regionale Franco Picarone che ha accusato il collega di fare «politica sui morti», ricordando l’episodio delle ambulanze a disposizione per Balzano che ha perorato la causa dinanzi al Tar. In questo contesto, per la PM Cosentino l’unico che cerca di segnalare all’Anac quanto sta accadendo è Roberto Nobile, il Rup nel mirino di Zoccola tanto che ne ha spesso chiesto la testa.
Nel 2021 la Procura ha acceso i riflettori sui rapporti tra il Comune di Salerno – di cui Savastano è stato a lungo assessore – e le cooperative sociali che si occupavano della gestione del verde pubblico. Il 27 gennaio è in programma una nuova udienza con le repliche da parte dei legali Giovanni Annunziata ed Agostino De Caro per Savastano e Giuseppe Della Monica e Gaetano Manzi per Zoccola.