di Arturo Calabrese
Tante le reazioni delle varie opposizioni agropolesi all’arresto di Franco Alfieri. Sia quelle all’interno del consiglio comunale sia quelle all’esterno sono intervenute sul fatto. «Seguo con apprensione e preoccupazione le vicende giudiziarie che stanno interessando il nostro amato territorio.
I reati contestati sono molto seri e delineano un quadro che fa spregio delle essenziali regole di convivenza, imparzialità e onestà nell’amministrazione pubblica – scrive Raffaele Pesce, esponente dell’opposizione agropolese e rappresentante di “Liberi e Forti” – la preoccupazione è ulteriormente accresciuta dall’innegabile influenza che i diretti interessati hanno avuto e hanno sulla città di Agropoli e su molte delle sue personalità di spicco. Tuttavia il garantismo è, e deve continuare ad essere, la regola fondamentale del sistema giudiziario e del racconto pubblico dei singoli procedimenti.
Dunque esprimo la mia umana solidarietà verso chi, in queste ore, sta ricevendo pesanti misure cautelari, e mi affido alla speranza che si possa fare finalmente chiarezza, nel bene e nel male, sulla gestione del potere nel Cilento e in Campania».
«In ossequio al principio della presunzione di innocenza, c’è da attendere che i reati contestati siano accertati all’esito del procedimento penale che seguirà – dice il vicecoordinatore di Fratelli d’Italia Gennaro D’Amico – i risvolti politici sono evidenti e rimarcherebbero una pericolosa commistione tra gestione della cosa pubblica e interessi privati i quali finiscono con il pregiudicare l’interesse dei cittadini».
Mario Capo, esponente di Forza Italia, non usa mezze misure: «Siamo garantisti veri non opportunisti del momento. Oggi pero dobbiamo ribadire, a voce ancora più alta, ciò che andiamo urlando da venti anni, per lunghi tratti isolatamente, questa “clientela come Cristo comanda” è un cancro per le nostre comunità. Non guardiamo all’episodio di oggi, dobbiamo proprio oggi guardare al sistema e non all’episodio. “Clientela come Cristo comanda” significa appalti truccati, concorsi fasulli, parcelle gonfiate, atti falsificati, bilanci sconquassati. Il “maestro” non era solo, tanti sono gli affiliati, che spesso sono pure peggio del loro maestro e che dovrebbero auto deporsi – conclude – ecco io guardo al sistema, non all’episodio e attendo, attivamente, che il sistema crolli per lasciare spazio all’aria fresca e pulita che sa di mare, di terra, di lavoro, di merito, di giustizia, di comunità».
Anche Consolato Natalino Caccamo, già esponente del Movimento 5 Stelle agropolese, torna sulla scena: «Lo dicevo da tempo – dice – e ora mi si sta dando ragione. Più volte ho denunciato ma sono stato inascoltato, adesso si arriva finalmente a quello di cui parlavo. Non esulto, ma dico soltanto che il tempo è galantuomo».
In ogni caso, l’unanime coro è quello del garantismo, seppur in tanti aspettavano l’arresto come del resto più volte denunciato. Proprio sul fatto in questione, e cioè la Dervit, il coordinatore cittadino di Forza Italia Emilio Malandrino ha presentato diverse interrogazioni in consiglio quando vi era entrato come supplente di La Porta. Un elemento, questo, che sarà presto approfondito.