di Erika Noschese
«L’esperimento del terzo polo è fallito, per la mia storia non potrei mai accettare di andare con il centrosinistra». Con queste parole l’ex parlamentare Gigi Casciello ha annunciato le sue dimissioni da coordinatore provinciale di Azione Salerno e ha rimesso la sua tessera di partito nelle mani del segretario nazionale Calenda e del commissario regionale, l’avvocato Luigi Bosco. Casciello proprio nel pomeriggio di ieri ha comunicato la sua volontà ai vertici del partito per poi far avere una lettera al senatore Calenda: «Dopo aver tentato di non far prevalere il mio disagio, in un partito al quale mi sembra di aver dato abbastanza in termini di disponibilità e di consenso personale, rassegno le dimissioni da commissario provinciale di Azione Salerno e consegno simbolicamente nelle Tue mani la tessera del partito – ha spiegato l’ormai ex senatore provinciale – Non lascio Azione solo nella convinzione sia un esercizio improbabile spiegarne la “terzietà’” del Tuo partito quando invece hai scelto di aderire al Campo Largo nelle prossime elezioni regionali In Liguria, Umbria ed Emilia Romagna ma perché anche nella ultima Direzione Nazionale è stata palpabile, da taluni persino espressa, la soddisfazione per l’uscita dal partito di quattro parlamentari la cui storia politica e personale avrebbe meritato maggiore rispetto». La scelta del salernitano va di pari passo con la motivazione spiegata da Gelmini e Carfagna (proprio seguendo quest’ultima Casciello aveva lasciato Forza Italia): Azione oggi si colloca nel campo del centrosinistra che, ha spiegato l’ex parlamentare, «non può essere la mia casa ideale e politica». Non mancano anche contestazioni circa le scelte del partito nei ruoli apicali del partito chiarendo però la volontà di andare via per ritrovare una casa che non può essere quella della sinistra. «Sia chiaro, non lascio Azione per approdare in altro partito, per il momento ho rassegnato le dimissioni poi con la Carfagna, la Gelmini ci confronteremo per il futuro», ha aggiunto Casciello, ricordando di aver conquistato quasi 13mila voti alle Europee «in un “clima” interno ostile» mentre Azione a Salerno è passata da poco più di 200 a 834 iscritti e ha una delle poche sedi provinciali, tra l’altro unica in Campania. Intanto, il leader di Azione Carlo Calenda all’Aria che Tira su La7 ha spiegato che «il logoramento dei rapporti» con Mariastella Gelmini e Mara Carfagna «è avvenuto nel corso dei mesi. Noi le abbiamo accolte non per il loro passato nel governo Berlusconi ma perché sono state ministre nel governo Draghi e sono uscite da Fi quando Berlusconi decise di votare la sfiducia a Draghi. Abbiamo pensato fosse giusto aprire Azione perché vogliamo rappresentare il centro con componenti del centrosinistra ma anche dei moderati e popolari». «Non c’è stata una incomprensione, io non ho mai detto “ingrate” perché non parlo in questo modo». Quello di Gelmini e Carfagna è un comportamento che denota «mancanza di etica pubblica, di senso dell’onore perché queste due persone sono state elette da cittadini che hanno votato Azione per stare all’opposizione del governo Meloni e per due anni e mezzo hanno votato contro al governo Meloni. Io sono contro il vincolo di mandato, le persone devono poter lasciare un partito, ciò che è davvero grave è il fatto che a metà legislatura cambiano tra opposizione e maggioranza», ha aggiunto. «Ovvio che in maggioranza possono darti più cose. Immagino avranno dei ruoli ma si tratta di un tradimento del mandato elettorale, non è il primo né l’ultimo, siamo abituati a questo», ha concluso.