di Erika Noschese
C’eravamo tanto odiati. Ebbene sì, si erano tanto detestavi ma pur di salvare la poltrona, Cecilia Francese è disposta a tutto, anche andare con il nemico. E il primo passo è stato fatto: ha chiamato, come ampiamente raccontato, il segretario provinciale del Pd Enzo Luciano per chiedere il sostegno dei dem e riconquistare quei numeri oggi andati perduti con la sua maggioranza che ha scelto di voltare le spalle rispetto all’inefficienza dell’amministrazione comunale. Una scelta giusta se l’obiettivo finale è la tutela della città di Battipaglia ma bisognerà vedere fino a che punto sono disposti a mettere in gioco poltrona e gettone di presenza. Ma torniamo al Pd: la sindaca ha sempre contestato il partito, almeno fino a qualche giorno fa quando ha lanciato un segnale di aiuto al segretario provinciale Enzo Luciano e i dem scioglieranno la riserva mercoledì al termine di una riunione. «Qualcuno, il giovane della dinastia salernitana, chiamiamolo così (il riferimento è al deputato Piero De Luca, ndr) nel corso di una riunione politica in un paese limitrofo ad un certo punto ha detto “Non mi importa di Eboli, io mi devo prendere Battipaglia”. Come se Battipaglia fosse una cosa», ha gridato in piazza il primo cittadino nel corso di un comizio elettorale. Cosa sarà cambiato rispetto ad oggi? Forse che Battipaglia, con tutti i problemi, le carenze, le criticità non sembra quasi più una città ma una “cosa” (decidete voi l’oggetto). Ma non è tutto: sempre in piena campagna elettorale, sempre strillando ha detto che «siamo la città capofila della Piana del Sele – che si voglia o no – ed è su quest’area che intende mettere le mani un sistema di potere invasivo e pronto a tutto, estremamente potente nonostante gli scricchiolii che si sono avvertiti». Nei suoi incontri in piazza la Francese non ha risparmiato attacchi al rivale, Antonio Visconti, oggi consigliere di opposizione in quota Pd. In più occasioni ha parlato del Partito come di un sistema di potere che provava ad estendersi anche su Battipaglia e proprio lei sarebbe stata la paladina della giustizia, pronta a tutto pur di difenderla. «Ma di che parli?», dice ad un certo punto rivolgendosi al suo competitor politico, definendo i dem «amici del cerchio magico». A questo punto però la domanda è d’obbligo: cara sindaca, ma di cosa parla? Non si contano gli attacchi rivolti al Pd, definendoli addirittura Cetto Laqualunque. Offese in pieno stile Cecilia Francese che, oggi, in termini di «stile» e «sostanza» ha così tanto da imparare. Oggi il Partito Democratico è ad un bivio: salvare un’amministrazione che poco ha fatto nel corso di questo mandato oppure rimettere al centro Battipaglia, i suoi interessi e tornare al voto il prima possibile. A loro la scelta. Ardua ma, forse, neanche troppo.