di Mario Rinaldi
Che la notte bianca di Scafati sia stata un successo nulla quaestio. Un dato di fatto da tutti riconosciuto, apprezzando anche le performances degli artisti che si sono esibiti tra cui Gigi Finizio, Biagio Izzo e Franco Ricciarci. Anche dal consigliere di opposizione del Partito Democratico, Michele Grimaldi. Il quale, però, tende anche a sottolineare alcuni aspetti economici “sospetti”, che avrebbero gettato alcune ombre su una iniziativa che sicuramente permesso un rilancio del commercio locale, essendo stata accolta con tutti i favori da parte dei negozianti. “Siamo contenti – ha precisato Grimaldi in un suo intervento – che anche la notte bianca di sabato scorso abbia registrato un risultato importante di partecipazione: quasi 10.000 persone per le strade della nostra città in una sola notte. Ma siccome è stato un evento pubblico pagato con denaro pubblico (e cioè le nostre tasse), ci permettiamo di fare qualche riflessione ex post”. E qui, il consigliere dem evidenzia tutte le presunte anomalie che (dietro le quinte) avrebbero accompagnato questo evento. “Per tutta la cosiddetta rassegna estiva (che poi ad agosto non è sostanzialmente esistita) – spiega Grimaldi parliamo di circa 500.000 euro. Una notte, 10.000 persone, 500.000 euro. Ragioniamo sui fatti e sui numeri. Innanzitutto il format “notte bianca”, molto in voga ad inizio anni 2000, sembra oramai essere desueto. È d’altronde evidente che gli (speriamo) importanti guadagni delle attività commerciali rimaste aperte sabato notte saranno in ogni caso inferiori alle centinaia di migliaia di euro investite per la realizzazione dell’evento: se l’obiettivo fosse quello di aiutarle, sostenerle, sicuramente politiche fiscali, con riduzioni ed incentivi, in termini puramente economici sarebbero più utili”. Ma l’analisi non finisce qui: il consigliere di opposizione si è spinto oltre cercando di valutare quali fossero i benefici sul medio lungo-periodo per la Città (e per il suo circuito culturale, produttivo, economico). “Innanzitutto – ha spiegato ancora Grimaldi – ci duole constatare la quasi completa assenza degli scafatesi come protagonisti della serata. In secondo luogo, la linea artistico – musicale scelta dal Sindaco-Direttore artistico è stata monotematica. Un solo genere, un solo gusto (poi a me piace eh, ma è un altro discorso). Questo non solo rischia di rendere l’evento un evento di un pezzo della città, ma anche di parlare ad un solo target di visitatori esterni”. E ancora: “La completa assenza di parcheggi e le enormi difficoltà per entrare, attraversare e uscire dalla città – ha detto Grimaldi – non sono certo un bel biglietto da visita, soprattutto per chi eventualmente dovrebbe scegliere di tornare nella nostra città anche senza il richiamo di un evento. Quanti, ad esempio, tra quelli venuti alla notte bianca, hanno conosciuto la villa comunale, il centro storico, l’abbazia di Real Valle, il Polverificio Borbonico, la fontana di Bagni, il fondo Nappo, e altri e molti altri ancora importanti simboli e luoghi della nostra città? Perché l’evento non è mai collegato al promuovere la storia e l’identità della città?”. Poi un’ultima riflessione: “La notte bianca – ha evidenziato il consigliere di opposizione – andrebbe pensata come un evento di tutta la città e con protagonista la città. E come uno strumento per aumentare la percezione positiva di chi la vive e di chi la visita. I bravissimi artisti che si sono esibiti possono esibirsi ovunque, e ovunque il loro pubblico giustamente li seguirà. Quello che davvero è importante è la nostra capacità di vivere gli eventi come uno strumento (di divertimento e di rilancio del tessuto culturale ed economico), non come la foto opportunity costata 500.000 euro, di una città viva una volta all’anno e spenta gli altri 364 giorni. Andrebbero programmati, non improvvisati, tanti piccoli e medi eventi, dislocati nel tempo e nello spazio, che riempiano tutti i luoghi e in maniera duratura. E soprattutto, come accade ad esempio nelle tante sagre ed eventi delle parrocchie e dei rioni, i veri protagonisti, soprattutto nella organizzazione e nella fruizione, dovremmo essere noi, dovrebbero essere gli scafatesi”. Una riflessione dura che si è conclusa con una chiosa finale: “continuo a pensare che una città che non ha un asilo nido pubblico, e un servizio pubblico di trasporto scolastico, e strutture sportive pubbliche fruibili da tutti, e luoghi dove produrre cultura, musica e arte in maniera libera e gratuita, sia una città che purtroppo di bianco vive anche molti giorni, e non solo una notte”, questo il commento finale dell’oppositore dem.