In viaggio con la squadra navale della Finanza - Le Cronache Ultimora
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In viaggio con la squadra navale della Finanza

In viaggio con la squadra navale della Finanza

Di Olga Chieffi

Quando ci si incanta nella scia di una veloce vedetta della Guardia di Finanza del Mare, il pensiero non può che andare ai feroci inseguimenti al largo del Golfo di Napoli nei poliziotteschi degli anni ’70 dedicati al traffico delle “bionde”, “Scafi blu”, “Il marsigliese”, “Il mammasantissima”, “Serenata calibro 9”, “Piedone”, lo schiaffo di Mario Merola, quel determinato incalzare che oggi è fortunatamente solo nell’immaginario o, finalmente, realizzare di aver esaudito quel desiderio di uscire per mare su di un’imbarcazione speciale, che è di ogni ragazzino nato in una città di mare, la cui passeggiata immancabilmente conduce al porto, al molo d’attracco della Capitaneria, della Finanza, dei rimorchiatori. E’ solo di qualche giorno fa la nostra “uscita” sulla vedetta V.843 agli ordini del Capitano Alessandro Chierighini, con a bordo una crew di grande efficienza e attenzione, composta dai Luogotenenti Vincenzo Ventre e Gaetano Vignola, dal Maresciallo Mirko Venza, dal Brigadiere Antonio Pascale, e ancora il Vice Brigadiere Andrea Alfano e il Finanziere Francesco Sutera. A nostro supporto nel “traffico” marino della Costiera Amalfitana, la più agile vedetta V.901, un gommone cabinato Zodiac, comandato dal Maresciallo Aiutante Antonio Marzuillo, con al suo fianco il Maresciallo Emanuele Di Nuzzi, il Brigadiere Capo Lucio dell’Università e l’Appuntato scelto Antonio Grillo. Oltre trentadue i nodi per raggiungere Maiori e, quindi, costeggiare a mezza forza a circa duecento metri da riva per offrire ai diportisti quel cosiddetto “controllo e, quindi, sicurezza percepiti”, vigilare e disincentivare l’idea a fare manovre azzardate, vero pericolo dell’estate. Sulla poppa della vedetta qualche riflessione sulla Guardia della Finanza di Mare, il suo raggio d’azione, i suoi compiti, col Capitano Chierighini.

Come di diventa Finanzieri di mare?

“Si diventa finanzieri di mare naturalmente superando il concorso pubblico, quindi il Corso di Formazione per gli Allievi del Contingente Ordinario, che viene svolto a L’Aquila per ispettori e sovrintendenti, o attraverso la Scuola Allievi Finanzieri di Bari o la Scuola Alpina di Predazzo, mentre il Corso per gli Allievi del Contingente di Mare viene svolto nella Scuola nautica di Gaeta”.

Quante unità comprende e di che tipo la squadra navale di Salerno e che zona deve coprire?

“La circoscrizione di Salerno comprende l’intera provincia di Salerno, ovvero da Positano sino a Sapri, a cui si aggiunge il tratto di costa della Basilicata, ovvero Maratea, arrivando così sino al confine con la Calabria. I mezzi della nostra sezione operativa sono sette, sono imbarcazioni di ultima generazione, che ci permettono di navigare in qualsiasi condizione meteomarina, garantendoci un’operatività 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno. Come forza organica, siamo 85 finanzieri tra Ispettori, Sovrintendenti e appuntati”.

Raggio d’azione larghissimo per la Guardia di Finanza di mare: non più contrabbando ma una evoluzione dei reati relativi alla microcriminalità, alla criminalità economico-finanziaria, specialmente nella tarda-primavera e in estate. Nelle realtà costiere della regione, sono fiorenti le attività economiche legate al mare, rappresentate dalla piccola o grande imprenditoria del settore della nautica da diporto, quale è, ad esempio il noleggio di imbarcazioni. “Su questo la Guardia di Finanza – ha continuato il Capitano – ha sempre i riflettori accesi perché si potrebbe annidare una forte evasione fiscale e contributiva, attraverso magari personale che lavora senza regolari contratti o con società che operano nel più totale anonimato. In Campania, il fenomeno è in crescita esponenziale, soprattutto nelle zone della Penisola Sorrentina, nella Costiera Amalfitana, a Capri e in altre isole. In inverno, invece – ha spiegato il Capitano Chierighini – la nostra attenzione si concentra sui piccoli abusi edilizi, periodo di ristrutturazione che vengono scoperti più facilmente dal mare che resta una posizione privilegiata di visione”.

Qualche intervento che ricorda in particolare nelle azioni per mettere in sicurezza gli sbarchi dei migranti?

“Si certo, Salerno è porto aperto a questi sbarchi con le navi Ong. La nostra è un’azione di Polizia giudiziaria che viene svolta congiuntamente a quella della Polizia di Stato e che ci ha portato quest’anno all’individuazione di due scafisti approdati a bordo appunto di una di queste navi, sbarcata nel mese di gennaio”.

Un altro ambito in cui agite è quello di bloccare la pesca di frodo e liberare fondali da coffe volanti o reti illecite.

“Proprio così, andiamo a recuperare reti o attrezzatura da pesca, prive di ogni marcatura, che vengono puntualmente sequestrate”.

Non poteva mancare il controllo ad un natante da parte delle due vedette, poiché il compito della Guardia di Finanza è tutelare tutti gli operatori economici onesti che vive e lavora in mare.

In Costiera tanti gli yacht e mega yacht che si fermano in rada nelle due coste. Come funzionano i controlli?

“Sono chiaramente controlli generalizzati su tutti i natanti che circolano. E’ un controllo di natura da nautica da diporto ed economico finanziario, per vedere se sono imbarcazioni ad uso diportistico o a noleggio e usato per fini commerciali, quindi accertarsi del rispetto di tutti gli adempimenti fiscali, sino al canone delle tv a bordo. Ad oggi, in questa zona, il trend è pari allo scorso anno con oltre 500 controlli effettuati e mille persone identificate, abbiamo evidenza di un cinquanta per cento di irregolarità, sia per materia di nautica da diporto che della corresponsione dei tributi locali da parte di esercizi ubicati sulla fascia costiera”.

Rientro in “Armi e Brio”, per dirla col titolo di una delle marce più famose composta dal Maestro Antonio D’Elia per più di venticinque anni direttore della banda del Corpo della Guardia di Finanza, tra le bellezze marine, ospiti dei finanzieri di mare, maestri d’amicizia, con gli occhi fissi in quella bianca scia della vedetta, su cui ci siamo lanciati, per qualche ora, più sicuri e consapevoli a caccia della vita.