Agropoli e disabilità, promesse non mantenute - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Sia detto senza offesa. Dopo una lunga serie di articoli, denunzie, interventi di autorità, interrogazioni consiliari e tanto altro, Agropoli non riesce ancora ad essere una città inclusiva. Certo, è arrivato qualche sparuto accorgimento per il superamento delle barriere architettoniche lo stesso comune aveva alzato con l’installazione degli attraversamenti pedonali rialzati, ma si tratta davvero di poca roba soprattutto se paragonato a ciò che non c’è.

Il rispetto per i disabili manca e l’elenco fornito dall’amministrazione sulle attività rivolte a determinate persone, di pregevole fattura, altro non è che un compitino da ben fatto da quello studente che vorrebbe essere il primo della classe ma che non vi riesce in alcun modo, seppur sforzandosi. Quanto scritto è tutto giusto, ma in buona parte sono un qualcosa previsto dalla legge dello Stato o addirittura Europea e il comune di Agropoli, come del resto tutti quelli del Bel Paese, le applica soltanto. È nei fatti, insomma, che si dovrebbe manifestare il vero rispetto.

E ad Agropoli, manco a dirlo, il rispetto è cosa sconosciuta. L’elenco è presto fatto: mancanza di parcheggi adeguati, servizio pubblico che non garantisce l’accessibilità, bagni pubblici non presenti in tutte le zone della città, infrastrutture inaccessibili. Oltre a questo, poi, ci sono gli amministratori che promettono e non mantengono. Era il 4 di luglio quando l’assessore al porto Giuseppe Di Filippo promise celeri interventi anche con il comando di polizia municipale agli ordini di Antonio Rinaldi, che ad ottobre saprà se verrà condannato o meno ad un anno e quattro mesi per calunnia.

Di giorni ne sono passati tanti, l’estate sta finendo e gli stalli al porto non sono stati predisposti. Il motivo? Menefreghismo, cecità amministrativa, ignoranza delle leggi. Non si sa, resta un mistero. Unica certezza è che Agropoli non è una città a misura di disabile. Una colpa, questa, che è da addebitare alla maggioranza, ma a qualcuno in particolare per vari aspetti.

Il vicesindaco Maria Giovanna “Vanna” D’Arienzo, in odore di dimissioni per impegni lavorativi, potrebbe lasciare un importante regalo alla città, donando semplicemente civiltà, ma sulla vicenda potrebbe anche imporsi l’assessore turismo Roberto Apicella, colui che ancora una volta ha dimostrato di essere eccellente. Non nell’amministrare, ovvio, ma alla consolle da dj.

Essere una città turistica vuol dire accogliere tutti, senza alcuna differenziazione tra normodotati e diversamente abili. Il già citato Di Filippo, in ultimo, avrebbe solo la competenza per l’area portuale. Basterebbe soltanto che le sue promesse vengano mantenute. In generale, però, le colpe ci sono e sono anche tante.

La minoranza ha cercato di fare ragionare l’amministrazione, ma né il consigliere Massimo La Porta né il consigliere Raffaele Pesce sono stati inascoltati. Protervia, presunzione, saccenteria potrebbero essere le motivazioni oltre ad una diffidenza innata nei confronti delle proposte dell’opposizione, modus operandi di una certa politica. Nel frattempo, la discriminazione nei confronti dei disabili continua.

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