Iervolino via? Dove sono gli imprenditori salernitani? - Le Cronache Ultimora
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Iervolino via? Dove sono gli imprenditori salernitani?

Iervolino via? Dove sono gli imprenditori salernitani?

di Gigi Casciello

Io non ho alcuna simpatia per Danilo Iervolino e a differenza di altri, anzi di tutti, non mi sono mai iscritto al partito degli idolatri, se non quando dei questuanti, quando in circostanze, che restano controverse, in un San Silvestro da ultima spiaggia l’imprenditore di Palma Campania acquisto’ la Salernitana. E Iervolino ha le sue responsabilità se oggi Salerno è tappezzata di manifesti e striscioni che lo “invitano” a togliere il disturbo, vendere la Salernitana e andarsene: si è presentato e rappresentato esibendo la propria forza economica tra foulard e Borsalino, con famiglia e fan al seguito, facendosi risucchiare dal pettegolezzo provinciale di una Salerno che s’immagina da sempre una sorta di Montecarlo (senza i soldi di Montecarlo). Ma questi sono i limiti dell’uomo che si è creduto Berlusconi (capita, c’è chi si pensa Napoleone da presidente della Regione) eppure a tutto c’è un limite perché senza quel 31 dicembre la Salernitana sarebbe scomparsa ed è grave e intollerabile che i salernitani abbiano già dimenticato. Ed eccoci al punto: i tifosi (per lo più condizionati dal clima creato da chi si crede Napoleone nella sua temporanea permanenza a Napoli) spingono perché Iervolino venda la Salernitana e mi chiedo se la contestazione non abbia tra l’altro l’obiettivo di consegnare la società a qualche “cordata” più gradita ai presunti padroni di Salerno che così potranno continuare a gestire tribuna autorità e consenso intorno alla tifoseria con il criterio feudale e servile con il quale in questa città sono stati piegati organizzazioni di categoria e buona parte persino degli ordini professionali. Ma visto che credono Salerno sia “cosa loro” vadano fino in fondo e chiamino a raccolta gli imprenditori ai quali hanno permesso investimenti come il Crescent, il porto turistico Arechi e le decine di affari immobiliari riducendo al minimo gli spazi edificabili. Insomma, chi da Salerno ha avuto e’ tempo restituisca rispondendo alla passione più grande che esalta o deprime la città: la Salernitana. Vogliono che Iervolino vada via? Gli imprenditori salernitani avanzino una proposta seria e investano. Non c’è questa possibilità? E allora basta, i tifosi facciano i tifosi, il sindaco, e chi lo eterocomanda dalla Regione, metta in condizione Iervolino di gestire al meglio lo stadio. Iervolino dal canto suo dia seguito ai programmi per il centro sportivo. Ma basta con questa commedia di provincia tra tifosi che credono che la Salernitana abbia la storia del Real Madrid e chi non si rende conto, o finge di non sapere,che dai tempi della Fisa di Giuseppe Amato, poi di Soglia e infine di Antonio Lombardi (che di errori ne ha fatti ma il sistema di potere locale ci ha messo del suo) non c’è un solo imprenditore salernitano, o che abbia goduto della “disponibilità” del potere locale che oggi spinge perché Iervolino vada via, che abbia investito un euro nella Salernitana. In fondo in serie A Salerno ci è andata grazie a Nello Aliberti, imprenditore di San Giuseppe Veduviano e al romano Lotito. E allora basta con l’inconsistente salernitanita’. Se qualche imprenditore locale sente la responsabilità di saldare il debito con la città si faccia avanti o tutti, ma proprio tutto, lasciassero in pace Iervolino. Magari a fine campionato si torna in serie A.

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