di Enzo Sica SALERNO. I cori per il Siberiano, gli applausi dello stadio reggino per il minuto di raccoglimento ricordando Giuseppe Soglia, il presidente che riportò la squadra granata in serie B dopo 24 anni. Ecco. I momenti più significativi di questo Reggina – Salernitana che oltre a rinnovare l’antico gemellaggio tra le due tifoserie ha evidenziato i veri valori dello sport perché se allo stadio Granillo, ieri sera, tra i non molti spettatori presenti (circa 2700) c’erano tante famiglie e soprattutto bambini, questo lo si deve soprattutto al rispetto tra le due tifoserie che cercano di incarnare i veri valori del calcio. Che sono quelli di rispetto e solo di incoraggiamento alla squadra del cuore. Peccato solo che la Salernitana non abbia giocato con il lutto al braccio. Una pecca, questa, che non è passata inosservata ma che è stata giustificata dal fatto che la società granata non avrebbe chiesto il permesso alla Federazione. Tutto sommato, però, la serata alquanto fredda di Reggio Calabria è stata vissuta con grande intensità dai granata di Menichini. Che cercavano la terza vittoria consecutiva e soprattutto di sfatare il tabù del Granillo che non la vedeva vincente da ben 32 anni. Il gol dopo 12 minuti di Calil, che ha deciso, in pratica la gara, è stata la classica manna anche se l’espulsione di Tuia dopo due minuti poteva mettere in difficoltà la capolista, seppure per una notte, con il Benevento. Si è complicata la vita la squadra di Cozza, in odore di esonero, dopo che al 19’ Rizzo ha mandato a quel paese l’arbitro ed è stato cacciato. Ristabilita la parità numerica la gara è andata avanti senza sussulti. Poche le belle giocate con la Salernitana che non ha disputato una grande gara, bisogna sottolinearlo, al cospetto di una squadra amaranto che, ricordiamolo, non ha tirato mai in porta nel corso dei novanta minuti di gioco. L’importante era vincere e se ieri sera sono stati portati a casa i tre punti qualcosa in questa squadra ci sarà. Non ha mai perso in trasferta, ha vinto contro una Reggina che non ha mai creato seri problemi a Gori e fa sentire il fiatone sulle spalle del Benevento. Insomma un campionato che si infiammerà da qui alla fine del girone di andata ma i granata possono dire la loro in questo campionato. Con i tifosi granata ed amaranto ad abbracciarsi, come hanno fatto al termine della gara, augurandosi rispettive fortune sia per la lotta alla serie B che per evitare, come cercheranno di fare gli amaranto, la seconda retrocessione di seguito.
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