Ferrante, intervenire su abuso carcerazione preventiva - Le Cronache Ultimora
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Ferrante, intervenire su abuso carcerazione preventiva

Ferrante, intervenire su abuso carcerazione preventiva

Il decreto Carceri è un primo provvedimento che interviene in maniera strutturale sul tema del sovraffollamento, ma ritengo che ora il tema centrale debba essere quello di un intervento rispetto all’abuso della carcerazione preventiva. Siamo arrivati a utilizzare questo strumento in maniera ordinaria, e non più come estrema ratio, e con finalità coercitive per estorcere confessioni. Una riflessione collettiva sull’abuso della carcerazione preventiva, anche in termini di sovraffollamento carcerario, dev’essere sicuramente in cima all’agenda delle istituzioni”. Lo ha detto, in un’intervista a Radio Radicale, il deputato di Forza Italia e Sottosegretario di Stato al Mit Tullio Ferrante. “Nell’ambito dell’iniziativa “Estate in carcere”, portata avanti con il Partito radicale in virtù di una comune sensibilità politica, ho visitato la casa circondariale di Fuorni a Salerno: una struttura che, pur avendo una capienza di 378 persone, in realtà ne ospita 590. Si tratta – ha aggiunto – di una situazione senz’altro non facile che va affrontata a partire dal vulnus più grande, quello del sovraffollamento nelle nostre carceri. Il dl Carceri prevede l’assunzione di 1.000 agenti di Polizia penitenziaria, così come le due grandi conquiste che FI è riuscita a inserire nel decreto: la possibilità, per i detenuti ultra 70enni, di scontare la pena ai domiciliari e, per i detenuti tossicodipendenti, nelle comunità terapeutiche”. “Con il decreto, inoltre, affrontiamo il tema del sovraffollamento anche attraverso la nomina di un Commissario straordinario all’edilizia penitenziaria. Come Forza Italia, in coerenza con lo spirito garantista che da sempre ci contraddistingue, porteremo avanti ogni iniziativa volta a passare da una concezione carcerocentrica ad una umanocentrica, garantendo anzitutto che la pena sia scontata in condizioni non lesive della dignità umana ma anche che sia finalizzata alla rieducazione e al reinserimento sociale del detenuto. È importante – ha concluso Ferrante – che il carcere sia un luogo di rinascita e di riscatto e non certo di morte, come purtroppo i 63 suicidi di questi primi otto mesi del 2024 ci hanno dimostrato”. (