Federico Conte: torno nel Pd - Le Cronache Attualità
Attualità Campania

Federico Conte: torno nel Pd

Federico Conte: torno nel Pd

di Erika Noschese

Un ritorno a casa per Federico Conte che, con la sua Cittadino Sudd, converge nuovamente nel Pd. Filo rosso la battaglia per l’autonomia differenziata che, tiene ha sottolineare, porta avanti la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein. E per lei, e grazie a lei, che rientra nel Partito Democratico dopo la rottura avvenuta alle scorse Politiche, candidato con Liberi e Uguali nella coalizione di centrosinistra per poi fare un passo indietro rinunciando pubblicamente alla candidatura. «La segreteria di Elly Schlein è stata una svolta nel Partito Democratico che per la prima volta ha posto una posizione radicale, di contrarietà alla proposta di autonomia differenziata che è diventata una vera e propria emergenza democratica – ha dichiarato Conte a termine dell’assemblea tenutasi ieri – Il comminato disposto dell’Autonomia e del premierato rappresentano per il Paese la prospettiva di un cambiamento surrettizio del nostro impianto costituzionale e di un ribaltamento di un paradigma che fonda la Costituzione: l’uguaglianza tra i cittadini». Per il presidente di Cittadino Sudd, dunque, questa misura «per il Mezzogiorno d’Italia, può essere un colpo mortale rispetto a un insieme di diseguaglianze che ancora caratterizza il nostro Paese». Dunque, sottolinea ancora l’ex parlamentare «Cittadino Sud propone in dote al Partito Democratico l’Italia Mediterranea, cioè la proposta è quella di fare un investimento geopolitico sul Mezzogiorno d’Italia – che è anche il Mezzogiorno d’Europa – per portare il sud in Europa e l’Europa nel Mediterraneo, spostare l’assetto geopolitico dall’est dove l’invasione dell’Ucraina ha rotto una tendenza espansiva che ha caratterizzato l’unione verso appunto il Mediterraneo – ha spiegato ancora Federico Conte – In questo contesto, c’è una battaglia politica fondamentale, quella per mantenere unito il Paese, adesso ci aspetta uno spazio referendario molto difficile nell’ambito del quale la narrazione deve essere non Sud contro Nord ma italiani per l’Italia e far capire ai cittadini che questo cambiamento della Costituzione non conviene a nessuno, neanche agli imprenditori del nord che perderebbero un grande mercato interno come il Mezzogiorno d’Italia, ma soprattutto non conviene alla nostra società che verrebbe posta al centro tra due spinte contraddittori, il centralismo del Primiera e la spinta centrifuga dell’Autonomia differenziata. Questa presa di posizione del Partito Democratico, premiata alle elezioni Europee eleggendolo primo partito del Sud, l’abbiamo colta, l’abbiamo assecondata ci siamo schierati durante le europee con Cittadino Sudd a sostegno di Lucia Annunziata e Antonio De Caro e siamo molto soddisfatti del risultato conseguito, insieme a tanti altri amici e compagni del sud». E proprio la battaglia su questo fronte, a tutela del sud che ha spinto il suo fondatore a fare «un salto di qualità e sarà quest’assemblea a sancirlo: l’idea che Cittadino Sudd continui a vivere come centro di propulsione, di elaborazione, di proposta, così come è stato in questi anni per diffondere questi temi e però i suoi iscritti, i suoi dirigenti, quelli che hanno condiviso questo percorso passino a scegliere un campo di azione politica, vero e io credo che non possa che essere il Pd questo campo – ha poi aggiunto Conte – Unità democratica per l’Italia meridionale significa unire le forze nell’unico soggetto che può guidare la sfida alle destre in questo momento che è il Partito Democratico di Elly Schlein, a Capo di una nuova Confederazione delle forze riformista e progressiste per ripetere, su basi programmatiche, per un per e non soltanto per un contro, l’esperimento che si è verificato in Francia e ancora più felicemente, in maniera ancora più netta, in Inghilterra». Sicuramente quella di Federico Conte sembra essere a tutti gli effetti una strategia politica in vista dell’atteso appuntamento con le elezioni regionali: «sono uno snodo fondamentale perché si vota in sette regioni e sono l’anticamera delle politiche; chi avrà un’affermazione alle regionali tra i due poli si candiderà alla guida del Paese. In questa prospettiva è evidente che bisogna serrare le file anche perché le elezioni regionali rappresentano quelle che più ravvicinano l’elettore all’eletto. Avendo una legge elettorale nazionale che ha allontanato gli elettori dagli eletti, i cosiddetti nominati che non rappresentano più i cittadini», ha aggiunto Federico Conte che sembra particolarmente favorevole ad un eventuale sostegno al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che punta oggi al terzo mandato: «il terzo mandato appartiene ad una discussione Nazionale sulla quale è difficile incidere, ci sono opinioni e io l’ho già espressa ma allo stato la legge non lo consente fermo restando che la politica prevale sulla legge. Se maturassi una volontà politica in tal senso potrebbe essere deciso in Parlamento: l’ultimo voto è stato di senso contrario, io non credo però sia un argomento centrale del dibattito politico, bisogna stabilire cosa proporre ai cittadini, chi mettere in campo per vincere». Tra i presenti all’assembla anche l’ex assessore del Comune di Salerno Alfonso Buonaiuto, il presidente della Provincia Franco Alfieri, il segretario provinciale del Pd Enzo Luciano e l’ex ministro per i Problemi delle Aree Urbane Carmelo Conte.