di Erika Noschese
L’apertura dell’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi è una grande occasione per il territorio che però allo stato attuale non saremo in grado del tutto di cogliere: lo sostiene Loredana Laureana, imprenditrice e titolare di una struttura alberghiera ad Agropoli, l’hotel “Il Ceppo”. Laureana, proprio in occasione dell’avvio dello scalo, fa il punto della situazione sul fronte del commercio e turismo.
Loredana, da imprenditrice qual è oggi la situazione che si vive in termini di turismo e commercio?
«Attualmente ad Agropoli turismo e commercio sono due settori che non vivono il loro momento migliore. Si tratta ormai di una situazione cronicizzata da qualche anno ma le azioni finora intraprese non si sono rivelate capaci di invertire una tendenza. Agropoli in termini di presenze turistiche è fanalino di coda tra le tre mete turistiche maggiori della zona a nord del Cilento (Castellabate, Agropoli, Capaccio). Essendo anche la città con maggior numero di residenti e domiciliati, è evidente che qualcosa nell’offerta turistica della città si è sbagliato e si continua a sbagliare».
Il prossimo 11 luglio l’apertura dell’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi. Una grande occasione per il territorio…
«Una grande occasione per il territorio che però allo stato attuale non saremo in grado del tutto di cogliere. L’aeroporto è un’occasione enorme, tuttavia ancora non sono stati pianificati transfer per tutto il Cilento ad un prezzo accessibile e questo potrebbe essere un grande problema di lancio del territorio. Non ci sono ancora servizi di noleggio auto all’interno dell’aeroporto. Diventa, quindi, impossibile raggiungere alcune mete cilentane una volta atterrati. C’è da augurarsi che l’organizzazione migliori col tempo».
Cosa manca secondo lei al Cilento per essere ancor più attrattivo?
«Al Cilento manca il salto di qualità. Un territorio molto frammentato con peculiarità eterogenee, difficili quindi anche da gestire come unica voce. Parlarne in modo unitario è quasi impossibile, ogni paese ha delle specifiche caratteristiche che lo rendono speciale e unico. Si dovrebbe partire da alcune “macro-aree” con caratteristiche simili e bisogni simili per creare dei pattern di sviluppo, successivamente cercare di fare delle azioni unitarie su alcune tematiche di ampio respiro come quella dei transfer da e per l’aeroporto. Anche in questo caso ci si sta muovendo, ad esempio, un po’ a macchia di leopardo creando diseguaglianze di servizi tra un territorio e l’altro. Azioni frastagliate di questo tipo si sono viste in diversi ambiti con scarsi risultati».
Cosa, secondo lei, si potrebbe fare ancora per valorizzare il territorio Cilentano?
«Il Cilento è natura, storia e gastronomia. Per essere valorizzato avrebbe solo bisogno di cura delle bellezze naturali e storiche che possiede, organizzazione dei servizi al cittadino/turista, programmazione e un ottimo piano di comunicazione. Fortunatamente viviamo in uno dei territori più belli del mondo, la sua valorizzazione è la custodia di ciò che abbiamo».
Quali sono le previsioni per i prossimi mesi?
«L’estate 2024 si prospetta per il Cilento con previsioni in calo rispetto al 2023. Le previsioni sulle località di mare sono un po’ più favorevoli rispetto all’entroterra ma con incrementi minimi in percentuale».
Alberghi e B&B, come combattere la piaga dell’abusivismo?
«L’abusivismo è un problema italiano con un sistema di non tutela dei regolari. Con le associazioni di categoria si era tentato negli anni precedenti di creare un marchio di qualità che desse delle garanzie ai turisti e, di conseguenza, una preferenza per le strutture regolari del marchio. Azioni che non sono sufficienti a limitare i danni. I danni dell’abusivismo sono molteplici, non c’è solo il danno economico alle strutture regolari, c’è il danno economico alla comunità (tassa di soggiorno persa), c’è il danno di immagine del paese (spesso sono strutture di bassa qualità) e c’è il danno alla sicurezza (affittare in nero richiama anche quelle persone che hanno bisogno di non essere registrate alla polizia di stato). Per tutti questi motivi, sull’abusivismo io credo che si dovrebbe intervenire a livello di amministrazione comunale, il privato non può andare oltre il differenziare la sua offerta proponendo dei servizi altamente qualificati».