di Antonio Manzo
Fede e Giustizia. Per Stefano Pignataro, magistrato, non c’è stata alcuna divisione nella sua carriera. Domani sarà ricordato nel decennale della scomparsa, nel salone Bottiglieri della Provincia (ore 16,30) da un affollato parterre di testimonianze non apologetiche ma tutte legate alla doppia qualità di uomo magistrato con l’aiuto della fede. Che fosse un cristiano è fuor di dubbio. Altrettanto certa è la sua toga indossata con laicità cristiana che non cedette mai alla confusione di un agnosticismo più vile che prudente. Fu protagonista del laicato salernitano, anticipando una sana religiosità molto distante dal clericalismo. Con una prevalente vocazione alla Legge tradusse il suo impegno civile nel magistero dei codici affinato dalla fede religiosa. Questo gli consentiva di nulla togliere alla sua funzione di magistrato e di mantenere un contatto vero e “puro” con le gerarchie ecclesiastiche e le giovani generazioni. Senza implicazioni di richieste personali. Segnò la sua vita nella professione e a servizio della diocesi rivendicando l’intransigenza dei principi morali non etici. Fu protagonista di una stagione ecclesiale negli anni della ricomposizione cattolica a Salerno dopo gli anni di monsignor Moscato e monsignor Pollio e nella stagione diocesana degli arcivescovi Grimaldi e Pierro. I suoi articoli furono pubblicati sul settimanale cattolico “Agire” fondato e diretto dall’infaticabile e “visionario” don Angelo Visconti, un giornale diocesano finito nell’oblio tutto salernitano e clericale che raccolse i suoi contributi e li presentò con la penna di un arcivescovo- giornalista come monsignor Grimaldi. La sua fede lo portava a coltivare nel mondo della Giustizia le parole prevenzione ed educazione, temi quanto mai attuali nel nuovo Millennio. Fu da presidente dell’Azione Cattolica insieme ad un altro magistrato segnato dalla carriera di Fede e Giustizia come l’indimenticato Pasquale Andria a sostenere e dare vita al centro per l’aiuto ai tossicodipendenti “la Tenda” e Casa Betania per le madri in difficoltà guidate da don Nicola Bari recentemente scomparso e già archiviato nella memoria ecclesiale c cittadina. Stefano Pignataro visse anche i tempi dal dissenso dei cattolici ai tempi dei referendum sul divorzio e l’aborto che lo vide partecipe senza tentennamenti a difesa di principi umani pur ascoltando le diversità di vedute che si registravano nella comunità diocesana. Nato a Pagani dove la terra è sacra per identità civica Stefano Pignataro, sotto la guida del suo conterraneo il notaio Adolfo Alfredo Trotta, si indirizzò agli studi di Giurisprudenza. Conobbe il sano impegno civile nella stagione formativa dell’Azione Cattolica paganese di Marcello Torre, il sindaco ucciso nel 1980 dalla camorra. L’impegno professionale di Stefano Pignataro cominciò come pretore di Orzinuovi, in Sardegna, per chiudersi agli inizi degli anni Novanta come presidente del tribunale di Nocera Inferiore, Nel corso della sua esistenza ha coltivato la passione per una “teologia del diritto” che era stata lanciata e pensata nel 1973 nelle parole di Paolo Vi ai Giuristi Cattolici. Insieme a Pasquale Andria e Francesco Paolo Ferrara è stato magistrato salernitano guidato di Fede e Giustizia senza alcuna divisione nella carriera a servizio della persona.