Nicola Benedetto: l'Ue si muove in maniera confusionaria - Le Cronache Ultimora
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Nicola Benedetto: l’Ue si muove in maniera confusionaria

Nicola Benedetto: l’Ue  si muove in maniera confusionaria

di Erika Noschese

Si parla spesso di cambiamento, in particolar modo durante le campagne elettorali. Benedetto lei è candidato alle prossime elezioni europee con FdI, a suo parere l’Europa può essere cambiata? “Certamente e abbiamo il dovere di intervenire per cambiare i molteplici aspetti che ad oggi Fratelli d’Italia, lista nella quale mi onoro di essere candidato, reputa non in linea. Su numerose tematiche l’Ue si muove in maniera confusionaria, più attenta alle ideologie che agli aspetti pratici e alle reali esigenze. Paesi profondamente diversi tra loro non solo dal punto di vista economico ma anche culturale e sociale non possono recepire nella stessa maniera e nelle stesse misure alcune decisioni che, calate sui singoli territori, potrebbero avere impatti diversi e aggiungerei catastrofici. Succede nel settore dell’automotive o in ambito agricolo. Possiamo bene immaginare le ricadute socioeconomiche sul nostro Mezzogiorno con il risultato di migliaia di posti di lavoro a rischio, non possiamo assolutamente permettere che ciò accada. Cambiare l’Europa è doveroso e lo si può fare. Nel 2019 Fratelli d’Italia ha ottenuto il 6,4 per cento alle elezioni europee. Lo scenario odierno è totalmente diverso e indubbiamente ci sarà un nostro protagonismo nell’Europa del futuro” Lei viene dal mondo dell’impresa, questo metodo le permette di analizzare determinate questioni con un occhio diverso? “Ritengo che sia più semplice fare politica provenendo dal mondo dell’impresa. Si tratta di una questione di approccio e di metodo. Chi fa impresa quotidianamente è chiamato a dover prendere decisioni difficili e riflettere attentamente quanto determinate decisioni possano incidere sul tessuto produttivo e occupazionale. Io non sono un politico di professione, sono orgoglioso di fare impresa, di creare opportunità, di valorizzare giovani che hanno voglia di mettersi in discussione” Di cosa ha bisogno il nostro Mezzogiorno per un definitivo salto di qualità? “Indubbiamente le infrastrutture. Un gap atavico è rappresentato dalle nostre infrastrutture. In qualità di Assessore regionale della Basilicata ai trasporti ho compreso bene quanto i collegamenti con le regioni limitrofe fossero prioritari sia per i cittadini, sia per le imprese. Il nostro Mezzogiorno è un territorio fragile, il dissesto idrogeologico talvolta comporta l’isolamento o il difficile collegamento con numerose aree, in particolar modo quelle interne e soffre di opere incompiute. La sfida, ad esempio, di portare la Frecciarossa in Basilicata la colloco proprio in questo scenario e ne sono orgoglioso” Il Sud è storicamente legato alle attività del settore primario, è il caso di dirlo: bisogna ripartire dalla terra? “Agricoltura e zootecnia, ma anche la pesca, rappresentano il nostro passato e la nostra cultura e devono rappresentare il nostro futuro coniugando sapientemente la tradizione all’innovazione e alla ricerca, puntando sempre più alla valorizzazione delle filiere e alla capacità di esportare e di difendere i nostri marchi dalle speculazioni e dalla concorrenza sleale. Questi settori non possono essere vittime della transizione verde, di quelle che in gergo vengono definite ecofollie. E’ necessario superare le visioni estremiste, parlare di lavoro ed occupazione. Ma il Sud, mi permetto di aggiungere è anche tanto, tantissimo potenziale turistico ad oggi non del tutto espresso” Un aggettivo per definire il premier Giorgia Meloni? “Determinata. Giorgia Meloni è diventata Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio dei ministri, grazie alla propria tenacia, al coraggio di mettersi ogni giorno in discussione facendo leva sul duro lavoro, sull’impegno, sulla coerenza e per l’appunto sulla determinazione. La rivista Time di recente ha inserito il nostro premier tra le 100 personalità più influenti del pianeta. Non succede per pura casualità”