Fa un certo effetto vedere, dopo otto anni, la Jomi Salerno spettatrice dalla Finale Scudetto. Dal 2017 ad oggi, infatti, le salernitane (ad eccezione della stagione bloccata dal Covid) avevano sempre partecipato all’ultimo atto dei Play Off scudetto ed in una sola occasione, due anni fa, erano state costrette alla resa proprio contro il Bressanone. Una serie impressionante, leggendaria per la pallamano italiana, di cinque scudetti vinti negli ultimi sei campionati disputati; numeri da record che, sommati ai quattro titoli portati a casa tra il 2010 ed il 2015, consacrano nell’olimpo dei grandi la PDO Handball Salerno…”In verità – sottolinea il presidente Mario Pisapia – non dimenticherei, nello stesso arco temporale le sei Coppe Italia, le sette Supercoppe, lo scudetto conquistato nel Beach ed i tanti titoli italiani conquistati a livello giovanile. A proposito – aggiunge sorridendo – a dirla tutta la nostra stagione non è ancora finita. Abbiamo le due squadre giovanili dell’Under 17 e dell’Under 20 che nelle prossime settimane parteciperanno alle finali nazionali di categoria. Teniamo in modo speciale al titolo dell’Under 20, la Youth League, l’unico che non abbiamo mai vinto nella nostra storia, l’unico che manca nella nostra ricchissima bacheca…”.
Intanto, però, è sfuggito il risultato più importante: lo scudetto. Sarebbe stato il decimo, quello della stella.
“Anche qui mi fa piacere fare una piccola precisazione. Noi di scudetti ne abbiamo già conquistati dieci, così come le Coppe Italia sono otto. Il primo scudetto vinto dall’Handball Salerno, nel 2004, non figura nel nostro palmares solo per ragioni burocratiche. Anche in quella stagione, targata Pelplast con la presenza nell’organico dirigenziale del main sponsor, la compagine societaria era la stessa di oggi con il sottoscritto e l’avvocato Paola Fiorillo al vertice. Salerno ha già vinto dieci scudetti. Solo la PDO è a quota nove!”
D’accordo, resta, però l’amarezza per un traguardo fallito anche in maniera clamorosa.
“Indubbiamente ma da uomini di sport accettiamo il verdetto del campo, ci rimbocchiamo le mani ed andiamo avanti. Forse, giocando dieci volte quell’incredibile gara tre di semifinale scudetto ne vinceremmo altrettante, ma purtroppo conta solo il risultato di quel beffardo martedì 14 maggio. Il campo ha premiato Bressanone cui vanno fatti i complimenti per come è rimasto in partita, sempre concentrato e voglioso, nonostante tutto sembrava già fosse deciso. Come amiamo spesso ripetere nei nostri discorsi interni, noi abbiamo solo due alternative: o vinciamo o impariamo. E così, dopo aver vinto tanto in questi anni ora è tempo di imparare…”.
E’ stata decisamente un’annata no quella della Jomi Salerno, la peggiore della sua storia.
“In verità ci è capitato di fare male anche nel 2015 e nel 2016 ma in quelle stagioni non avevamo grandi ambizioni. Sicuramente questa che sta per chiudersi è stata, dal punto di vista dei risultati, una stagione negativa ma ho ancora la speranza di un lieto fine. Confido in un grande risultato della squadra della Youth League….”.
Cosa non ha funzionato?
“Rispetto alla squadra che ha vinto il titolo nella scorsa stagione abbiamo cambiato molto ringiovanendo i quadri e questo ha indubbiamente inciso. Siamo stati costretti ad operare un cambio alla guida tecnico perché era evidente che il gruppo non rispondeva più alle sollecitazioni dell’ex trainer (Francesco Ancona ndr) dopodichè, con l’avvento di Cassan, tutto è cambiato, soprattutto è cambiata la mentalità del club e sotto quest’aspetto l’avvento di un professionista come il tecnico francese ci è stato di grande aiuto. Peccato non aver raccolto anche sul campo il frutto di questo passaggio, l’avremmo meritato, l’avrebbe meritato anche Cristophe. Ma è andata così. Da quest’esperienza abbiamo tratto i giusti insegnamenti, soprattutto ci è servita a tracciare le strategie future”.
E sotto quest’aspetto il segnale di continuità dato con l’ingaggio di Vincent va proprio in questa direzione.
“Sicuramente. Cassan ci ha insegnato che l’allenatore non può, né deve, essere soltanto il responsabile tecnico della prima squadra, ma il coordinatore dell’intero progetto tecnico, deve lavorare per il grande risultato, ovviamente, ma anche curare tutti gli aspetti tecnici del club, contribuire alla crescita di tutti, giocatori e giovani allenatori. D’altronde se la Francia in questi anni a livello di squadre nazionali ha vinto è evidente che il loro sia un modello cui ispirarsi. Per questo motivo, sapendo fin dal principio che l’avventura di Cassan sarebbe stata breve in quanto aveva già un impegno per la prossima stagione in Francia, con lui ci siamo messi al lavoro per trovare un professionista che potesse proseguire il discorso. La scelta di Thierry Vincent è stata la migliore che potessimo fare”.
Programmazione per la prossima stagione, quindi, già cominciata?
“Direi proprio di si. Abbiamo per tempo rinnovato per due anni i contratti con tutte quelle giocatrici che riteniamo funzionali al nostro progetto, con Vincent è stata già decisa la campagna rafforzamenti, quindi programmato tutta l’attività giovanile con l’individuazione degli staff, unitamente al Lanzara del presidente Sica, club che possiamo a giusta ragione definire parte fondamentale del nostro progetto di sviluppo. Posso ben dire che, se da un punto di vista meramente agonistico quest’anno è mancato il grande risultato con la prima squadra, e congiungo le dita in vista delle Finals giovanili, dal punto di vista del progetto complessivo della pallamano a Salerno non ho alcun dubbio. Questa stagione ci è servita. Abbiamo imparato…”.