di Antonio Manzo
Le cicatrici della memoria porteranno Leonida Primicerio a dar ragione a Leonardo Sciascia quando scrisse che le cose sicure, in questo mondo, sono le coincidenze. Perché Leonida Primicerio, già procuratore generale della Repubblica di Salerno, ricordando il sacrificio del suo collega Nicola Giacumbi ammazzato dalle Brigate Rosse nel 1980, avrebbe rimesso insieme le coincidenze che hanno attraversato la sua vita intensa di magistrato. Perché lui confessa che andò a presentare la domanda per il concorso in magistratura nei giorni 16, 18 e 19 marzo del 1980 proprio mentre l’Italia piangeva il giudice assassinato come fatto criminoso dal forte valore simbolico perché avveniva a due anni esatti dal sequestro di Aldo Moro e dalla uccisione degli uomini della sua scorta. A quelle coincidenze riapparse nella sua memoria se ne è aggiunta un’altra, quando nel giugno 2020 sarebbe stato l’ultimo magistrato a visitare quello che sarebbe diventato l’ex palazzo di Giustizia locali ormai deserto, perché ad ogni angolo gli riproponevano ricordi di vita intensa, umana e professionale. E, soprattutto, ripercorrere gli uffici ormai deserti che Nicola Giacumbi nel sabato antecedente la sua uccisione avrebbe compiuto da procuratore della Repubblica facente funzione. Chi lo accompagnò in quelle ore potrà testimoniare il sofferto silenzio di quei momenti. Sì, Primicerio, alto magistrato salernitano, fu l’ultimo quando, con sofferenza, ripercorse gli storici locali di corso Vittorio Emanuele che si svuotavano di carte e mobili. Pochi giorni fa in un ricordo che gli hanno chiesto all’università di Salerno, uno dei pochi momenti dove è stato ricordato il sacrificio del magistrato salernitano caduto nella rete dell’ oblio della memoria cittadina. C’è anche nello sparuto pubblico Giuseppe Giacumbi, quel bambino ribattezzato Giuseppone dalla dolente fantasia dei cronisti costretti a raccontare dell’unico figlio del giudice ad appena 6 anni orfano nella Repubblica del dolore. Lui è venuto da Brindisi per assistere al ricordo del papà proprio per ascoltare Leonida Primicerio che aveva in animo di pubblicare un libro su Nicola Giacumbi rigorosamente scritto e fondato su documenti e atti processuali anche faticosamente recuperati in archivio. La memoria rimossa su Giacumbi l’ha sperimentata e verificata l’ex magistrato Carlo Correra quando, pochi mesi fa, visitando in una scuola sula mostra con le foto di venticinque salernitani illustri alle sue rimostranze sulla mancata figura di Giacumbi scoprì che gli studenti neppure conoscevano il grave fatto di sangue nella stagione degli anni di piombo. Ora Primicerio parla di uno dei nove magistrati uccisi dal terrorismo in quegli anni oltre i 16 uccisi dalla criminalità organizzata. <Il 16 marzo 1980, domenica, alle ore 20,05 circa il dott. Nicola Giacumbi, Procuratore della Repubblica facente funzione di Salerno, veniva assassinato nell’atrio dell’edificio della sua abitazione, sita in corso Garibaldi di Salerno, mentre era in compagnia della propria consorte di ritorno dal cinema Capitol ove era andato a vedere insieme alla moglie il film Kramer contro Kramer. Il dottor Giacumbi, ben consapevole dei pericoli che correva, aveva in precedenza rifiutato qualsiasi forma di tutela per evitare, in caso di attentato potessero, rimanere coinvolti anche gli uomini della scorta>. Poi Primicerio racconta le fasi dell’attentato di quella sera. <Due giovani sconosciuti gli esplodevano alle spalle numerosi colpi di pistola e si allontanavano a piedi Sul posto venivano rinvenuti 10 bossoli calibro 7,65 e cinque pallottole dello stesso calibro, laddove altre due di tali pallottole avevano attinto mortalmente il dott. Giacumbi>. La colonna Fabrizio Pelli compie una ricognizione del luogo di lavoro dei Nicola Giacumbi anche per individuarlo e che, dopo aver fatto qualche giro, se ne erano andati. E che poi quasi tutti i componenti si erano recati a visionare la strada dove abitava il magistrato e pedinati per fissarne bene le fattezze fisiche poichè da loro conosciuto solo in fotografia,. Il primo rapporto giudiziario, in data 17 gennaio 1981, gli investigatori del Reparto Operativo dei Carabinieri e della U.I-G.O.S. della questura di Salerno cominciavano a tirare le fil delle risultanze delle indagini dando ad esse una lettura d’insieme in direzione di appartenenti alla sinistra extraparlamentare. La procura della Repubblica di Potenza emetteva il 12 e 17 marzo 1981 i primi ordini di cattura cui ne seguirono altri il 26 marzo 81. Negli interrogatori alcuni degli arrestati facevano le prime AMMISSIONI.