di Erika Noschese
«Orgoglio meridionale per cambiare l’Europa»: è il motto che accompagna l’imprenditore Nicola Benedetto, in campo con Fratelli d’Italia per le prossime elezioni Europee. Benedetto, noto imprenditore lucano, è in campo per la circoscrizione meridionale.
Dottor Benedetto, candidato al Parlamento Europeo con Fratelli d’Italia perché ha scelto di impegnarsi in prima persona?
«Non ho mai abbandonato la passione per la politica pertanto questa candidatura, che mi onora particolarmente essendo l’unico lucano tra le fila di Fratelli d’Italia, ha contribuito e sta contribuendo giorno dopo giorno ad accrescere le mie motivazioni. L’impegno è frutto di un percorso personale. Mettersi sempre in gioco e in discussione. Per me la politica è un’attività nobile, non uno strumento di sostentamento e questo spirito mi accompagna con determinazione. Credo fortemente nel progetto politico di FdI, apprezzo l’impegno del premier Giorgia Meloni, leader serio e credibile e sono convinto di un buon risultato alle urne per dare maggiore protagonismo all’Italia in Europa e ribaltare determinati equilibri. Ringrazio già da ora chi deciderà di sostenermi».
Quali sono i temi che vorrebbe portare al Parlamento Europeo?
«Certamente la mia sensibilità è rivolta al tessuto produttivo, alle Pmi che rappresentano la colonna portante del nostro sistema economico, alle partite iva. Fare impresa e farlo bene è sempre più difficile e più rischioso ma è al tempo stesso una sfida che contribuisce a creare opportunità di crescita e di sviluppo per i nostri territori. Agricoltura, zootecnia, pesca e artigianato rappresentano indubbiamente per il Sud Italia dei settori imprescindibili, hanno rappresentato il nostro passato e la nostra cultura e devono rappresentare il nostro futuro coniugando sapientemente la tradizione all’innovazione e alla ricerca, puntando sempre più alla valorizzazione delle filiere e alla capacità di esportare. Questi settori non possono essere vittime della transizione verde, è necessario superare le visioni estremiste ed ideologiche proposte sino ad oggi, perchè la tutela dei posti di lavoro è prioritaria e nel caso del cibo è fondamentale portare sulle nostre tavole prodotti genuini e di qualità. Un tema che reputo essenziale è l’approvvigionamento delle materie prime, fondamentali per garantire determinati cicli produttivi e per evitare gli stop industriali, cosa che accade per esempio nel settore dell’automotive con i semiconduttori. E’ una sfida che può e deve essere lanciata a livello comunitario. Infine il turismo, che rappresenta per l’Italia tutta e in particolar modo per il Mezzogiorno un indotto dal grandissimo potenziale».
Qual è la sua idea di Europa?
«Ad oggi l’Europa viene vista dai cittadini, da tutti noi europei, come una istituzione lontana. L’odierna Europa, infatti, è ricca di contraddizioni, è fondamentale un cambio di passo ed è questa la missione di FdI. Una nuova visione nella quale sia centrale la crescita e lo sviluppo dei singoli Stati membri, ciascuno con la propria identità, la propria eccellenza e il proprio sistema economico. Un’Europa capace di costruire un destino comune in politica estera e fare fronte alle principali sfide del nostro tempo, sia nello scacchiere geopolitico sia per quanto riguarda la sfida dell’immigrazione e su questo aspetto ‘Italia non può continuare a fare tutto da sola, è una sfida complessa che può essere affrontata solo a livello comunitario». Lei, nella sua presentazione, ha spesso parlato di orgoglio meridionale in Europa. Sicuramente il sud ha bisogno di più Europa… «Certamente, il nostro Sud ha bisogno di Europa ma sostengo pure con un pizzico di presunzione che anche l’Europa ha bisogno del nostro Sud, del nostro Mezzogiorno perchè è la porta del Mediterraneo e con i suoi asset strategici sul mare, penso al porto di Taranto o al porto di Gioia Tauro garantisce opportunità non indifferenti. Il Sud Italia come detto ha grandi potenzialità ad oggi non ancora pienamente espresse, ciascuno da un punto di vista istituzionale deve fare la propria parte per un Sud che non sia terra di partenza ma luogo di permanenza per le opportunità occupazionali rivolte in primis ai giovani». Lei è nel mondo dell’editoria.
Cosa potrebbe fare l’Europa per questo settore ormai in crisi?
«L’editoria è un settore importante. L’Unione europea sostiene gli operatori del settore editoriale nella vendita dei diritti di traduzione o adattamento per agevolare la circolazione delle opere letterarie europee, specialmente quelle nelle lingue meno conosciute e diffuse. Ci sono grandi sfide da affrontare, come la frammentazione linguistica e geografica dei mercati e la predominanza dell’inglese nelle traduzioni disponibili. Sicuramente incrementare i fondi disponibili può essere una strategia per colmare dei gap».
Astensionismo, come debellare questo fenomeno?
«Recarsi alle urne per esprimere liberamente il proprio voto e quindi la propria opinione e posizione politica dovrebbe rappresentare un giorno di festa. In alcune zone del mondo questa facoltà è negata o soggetta a numerose limitazioni. Esercitare il diritto di voto è la più grande forma di democrazia e come tale deve essere onorata anche per dare un senso alle battaglie portate avanti da chi ci ha preceduto o sostenute ancora oggi lì dove quelli che vengono definiti dissidenti politici sono torturati e chiusi in galera. E’ una questione di mentalità e di coscienza civica e su questi aspetti bisogna intervenire con una corretta informazione e campagne di sensibilizzazione».
Come avvicinare i giovani all’Europa?
«A mio parere i millennials non rappresentano un problema, anzi il loro concetto di europeismo ma più in generale di cittadini del mondo è molto radicato. C’è una generazione sicuramente più adulta che a fatica comprende l’importanza dell’Europa. L’Europa deve lavorare su se stessa perchè è impensabile avvicinare e avvicinarsi alle comunità, con serietà ed autorevolezza, imponendo ad esempio l’auto elettrica come dogma o accendendo i riflettori sulla grandezza delle vongole. L’Europa delle direttive a volte incomprensibili allontana i cittadini, la missione di Fratelli d’Italia è quella di mettere l’Italia al centro dei processi decisionali capaci di migliorare la vita delle persone, potenziare i servizi e aggregare le opportunità per le imprese».