De Biase: Il sindaco Napoli? Un turista per caso - Le Cronache Ultimora
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De Biase: Il sindaco Napoli? Un turista per caso

De Biase: Il sindaco Napoli? Un turista per caso

di Erika Noschese

«Il sindaco Napoli? Un turista per caso. Siamo passati da Mirò e Picasso alle luci». Non usa mezzi termini Mario De Biase, sindaco di Salerno dal 2001 al 2006, vicino a De Luca e al Pd. Almeno un tempo. Oggi, infatti, lo scenario si è totalmente capovolto e De Biase ammette candidamente il fallimento dell’amministrazione Napoli e attacca De Luca, oltre che il Pd provinciale: «Non esiste», ha detto senza mezzi termini. Come vede oggi Salerno, una città che guarda sicuramente al turismo e al futuro ma che ha ancora tante criticità da superare? «La città oggi è in ballo, in stand by e senza alcuna forza interna di rinascita; non c’è nessuna azzardo sul futuro ma si sopravvive, si galleggia». Cosa manca alla città e a questa maggioranza, secondo lei, rispetto alla sua amministrazione e all’amministrazione di De Luca dove inevitabilmente qualcosa è cambiato? «Manca la voglia di fare, di assumersi la responsabilità e l’onere del governo. Mi sembrano delle amebe, non mi faccia dire di peggio». E il sindaco Napoli? «Il sindaco Napoli è un turista per caso, adda passà a jurnat (deve trascorrere in qualche modo la sua giornata, ndr)». Intende forse dire che non è in grado di governare? Napoli più volte ha detto che all’”impartire ordini” preferisce il dialogo e il confronto… «Lui piuttosto che governare preferisce sonnecchiare, fare la siesta. Non so se sia in grado ma sicuramente ha scelto di non essere in grado, di non fare, coscientemente. La sua è una scelta. Lui viene da una tradizione di amministratori capaci, all’epoca socialista e lui era uno di quelli che nei secoli scorsi si interrogava sull’urbanistico della città, sulle funzioni ma oggi osserva da lontano. Molto zen, insomma». Il presidente della Regione Campania lo ha pubblicamente attaccato. Dunque, critiche giuste? «Fanno il gioco delle parti, De Luca non immaginava il nulla assoluto ma evidentemente Napoli, per timore di sbagliare e indispettire il capo, preferisce non fare niente». Cosa ne pensa della battaglia di De Luca contro il governo nazionale per quanto riguarda i fondi di sviluppo e coesione? «Da un punto di vista teorico è sacrosanta, da un punto di vista sostanziale, lui ha trovato dei delinquenti più delinquenti di lui, sono sulla stessa lunghezza d’onda, quindi. Per la prima volta si scontra con qualcuno che la pensa come lui». Terzo mandato, qual è la sua opinione? «Io ho già detto altre volte che per me questo è un falso problema. La sconfitta di De Luca deve essere perseguita sul piano dei programmi, degli uomini, delle idee perché De Luca va sconfitto elettoralmente e non per via amministrativa. Chi si immagina di cacciare De Luca con un provvedimento amministrativo secondo me sbaglia. Non è un tema il terzo mandato, può essere anche il decimo ma il problema è che anche l’opposizione non si misura, sperano di toglierlo di torno con un provvedimento amministrativo ma è sbagliato perché se vogliono cacciare De Luca devono sconfiggerlo sul campo». Come commenta questa costante polemica tra il presente De Luca e il Pd di Elly Schlein? Un uomo solo al comando… «Ancora una volta ha trovato una persona che non si è piegata alla sua corte, ai suoi diktat. Fa finta di essere autonomo, al di là dei partiti. Lui ha portato a Salerno tutti i segretari del partito, da Bersani a Letta passando per Renzi, ma per la prima volta ha trovato una persona che non si piega, lesa maestà, e non ci può passare». E del Pd provinciale cosa pensa? «Non ne ho notizia, non esiste il Pd. È una terminologia del secolo scorso: la P stava per partito, oggi invece sta per padrone». Sembra di capire che vi è una insoddisfazione rispetto alla classe dirigente dem… «Ma non li conosco, non ho notizie e non si percepiscono». Uno dei grandi problemi che oggi affronta la città di Salerno è il Museo dello Sbarco: un bene storico per il capoluogo, oggi in forte difficoltà e che continua a scontrarsi con il silenzio dell’amministrazione… «Perché ha trovato persone che non sono ossequiose, al di là del merito, che poi si potrebbe anche discutere molto nel merito. A me non piace il Museo dello Sbarco, proprio come concetto. Mi rifiutai di celebrare con i carri armati per le vie di Salerno anche se poi dovetti riparare perché gli americani si offesero e quindi celebrai il 4 luglio al Comune di Salerno con un concerto in onore degli americani; i carri armati sul lungomare non li ho voluti, li ho cacciati. Il concetto di Museo dello Sbarco andrebbe rinnovato perché andare lì per vedere i cimeli di quelli che ci hanno bombardato e uccisi… Non dimentichiamo che dietro gli americani sbarcavano i marocchini francesi, campioni dello stupro in tutta l’Italia meridionale». Lei rimpiange la sua Salerno? «Io non rimpiango la mia Salerno, rimpiango una stagione che prima di me è stata la prima di De Luca e ancora prima quella di Giordano in cui c’era una classe dirigente che si interrogava sul futuro della città, sull’identità della stessa. E si spendevano le giornate, tutte e non una ogni anno, a pensare, a fare, a come cambiare la realtà, a come modificarla e a come innovarla, pensare a come far evolvere la città, a come emancipare anche il salernitano, un cittadino di una periferia meridionale e per la prima volta in quegli anni si pensava ad un cittadino europeo. Oggi tutto questo si è perso, manca una visione. A Salerno, anche prima di me, abbiamo avuto tutta una stagione degli artisti salernitani, io ho portato a Salerno Mirò e Picasso mentre oggi come grande offerta culturale abbiamo le luminarie, le lampadine. Da Picasso alle lampadine». Manca la visione culturale… «Torniamo al punto di partenza: chi deve governare questa città lo sta facendo? No, al massimo la osserva da lontano. Nessuno si sporca le maniche e né osa. Rendiamoci conto: questi iniziano le opere pubbliche e poi scappano perché hanno paura perché c’è il binario, la variante, la grondaia che si sono dimenticate di mettere nel progetto. Scappano e lasciano lì opere per anni, decenni a marcire». Ma a Salerno, secondo lei, l’opposizione c’è? «No. C’è tanta buona volontà nel gruppo intorno alla Barone, questi ragazzi dei 5 Stelle come l’avvocato (il riferimento è alla consigliera del Movimento 5 Stelle Claudia Pecoraro, ndr). Oltre la buona volontà non c’è mai un affronto vero. L’unica volta che hanno intercettato un problema reale è stato quello dell’erba che non si tagliava per le strade di Salerno e grazie a quell’iniziativa abbiamo un deputato: Franco Mari. L’unica iniziativa che si è fatta a Salerno, reale e concreta, vicino ai cittadini per una problematica particolarmente sentita. E questo ha consentito di produrre un deputato ma questo solo per dire quanto spazio ci sarebbe. Mari è un mio vero amico. In quella fase la sua visibilità è stata dettata sui cartelli contro l’erba alta e questo ha fatto scattare dei voti»

1 Commento

    Tutto vero, povera Italia e povera Salerno e Campania!!!!!!!!

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