Centro commerciale senza licenza. C’è un nuovo caso a Eboli - Le Cronache
Cronaca Provincia

Centro commerciale senza licenza. C’è un nuovo caso a Eboli

Centro commerciale senza licenza. C’è un nuovo caso a Eboli

di Peppe Rinaldi
Alla base della storia che stiamo per raccontare ci sarebbe l’eterno ritorno di uno stravagante principio che regola i rapporti tra il privato, cittadino o impresa, e l’ente pubblico: “Tu fa’ quel che devi, poi sempre «appariamo» in qualche modo”, verbo di facile e immediata comprensione. Sulla via di questo formidabile impianto logico si contano numerose vittime tra morti e feriti della pubblica amministrazione, quasi sempre per aver autorizzato un’opera non conforme alla normativa. Stiamo parlando del cancro degli abusi edilizi, storia vecchia quanto il mondo di cui queste colonne si sono spesso occupate. Si ricorderà il caso – tra altri, il più recente – del centro commerciale affacciato sullo svincolo di Eboli dell’autostrada del Mediterraneo che, da piccolo opificio semiclandestino tollerato per anni dalle varie autorità di controllo, come il rospo delle fiabe si è fatto principe generando una piramide in bella vista proprio là dove, di regola, poteva esserci al massimo una capanna a servizio della viabilità: chi fu a schioccare quel bacio necessario alla transustanziazione, lo sta appurando in questi giorni la magistratura di Salerno che, dopo aver posto sotto sequestro l’immobile e indagato per ora i soli titolari della struttura, va a caccia di chi e come autorizzò il tutto con «successive integrazioni e modificazioni».
Fatta questa premessa, passiamo al punto di maggiore attualità, vale a dire la realizzazione di un altro grosso centro in area Serracapilli legato a un noto marchio della grande distribuzione. Anche di questa vicenda questo giornale s’è occupato qualche settimana fa in occasione di una polemica inaugurazione del punto vendita che, tra sacrosanti festeggiamenti, fece registrare uno scontro tra il sindaco di Eboli e il comandante della Polizia urbana che definire aspro è, forse, un eufemismo. Ma perché i due vertici della macchina amministrativa vennero a duello? L’ipotesi più accreditata sarebbe che quel centro commerciale fosse sospettato di essere fuori legge, brutta espressione che rimanda a chissà cosa ma che, depurata di ogni suggestione, rende bene l’idea: se una cosa non presenta i requisiti previsti dalla legge non può che essere “fuori legge”, appunto, anche se quelle stesse leggi sono orribili, arzigogolate, barocche e opprimenti come nella materia urbanistica, tra altre, si può facilmente sperimentare. Dura lex sed lex, insomma.
Ma è così?
Questo giornale se l’era chiesto mesi fa nell’ambito di una più articolata inchiesta sulla “grandi” operazioni urbanistiche compiute durante l’amministrazione guidata da Massimo Cariello, oggi dirigente del Pd. Infatti, questo centro ottenne il via libera durante il suo mandato, circostanza in sé sufficiente per suscitare un’elementare curiosità giornalistica dal momento che l’ex sindaco ha offerto notevoli spunti di lavoro alla categoria, a partire dal suo clamoroso arresto dell’ottobre 2020 che fece scoperchiare una pentola in cui venivano cucinate pietanze di vario gusto.
Come i nostri cinque indefessi lettori sanno, Le Cronache intendeva approfondire la cosa e, pertanto, una regolare istanza d’accesso agli atti venne depositata in Comune, sia in merito al centro commerciale in questione, sia in merito ad altre due manovre urbanistiche, anch’esse riconducibili alla fase di comando della precedente amministrazione e tutte e tre dai profili ambigui. Soprassediamo sulla replica un po’ sbilenca – e perciò significativa – del Comune all’istanza di accesso di questo giornale e andiamo al sodo, per quanto possibile, di una storia abbastanza intricata che, grazie alla logica del «appariamo sempre» di cui sopra, annuncia ulteriori rogne ai vari protagonisti. E’ solo questione di tempo.
In effetti, scavando nella pratica amministrativa nei limiti del possibile, sembrerebbe che il comandante dei vigili urbani avesse qualche motivo concreto per dichiararsi contrario, se così si può dire, ad un’apertura che si attendeva, peraltro, da molti mesi e che proprio a causa di alcuni problemi tecnici, giuridici e amministrativi (quindi “di legge”) era costantemente rinviata. Fino al momento in cui, come d’incanto, la cosa si sblocca: Cariello non c’è più, c’è Conte adesso con tutto ciò che di buono e di cattivo la circostanza potrebbe implicare. Non cambia però la necessità di raccontare fatti e offrire punti di vista, chiunque sia al governo di qualcosa. Ma si è sbloccata per davvero e, se sì, la cosa è avvenuta rispettando le regole che tutti devono rispettare, oppure c’è qualcosa che merita di essere approfondita? Da quel che Le Cronache ha potuto capire, come per il centro spuntato sull’A3 anche qui ci sarebbe un guazzabuglio amministrativo e, volendo, politico-istituzionale. I profili che emergono, almeno in questa fase, sono interessanti e potrebbero essere condensati in un concetto banale ma di fulminea comprensione: il centro commerciale è “senza licenza”, come si sarebbe detto un tempo.
Se confermata, quest’ipotesi ha del clamoroso, specie per una macchina politica e istituzionale che annunciò un cambio di rotta di 180 gradi rispetto al passato e che invece sembra essere stato di 360: vale a dire si è tornati al punto di partenza. Come proveremo a spiegare nella prossima puntata
(1_continua).