di Erika Noschese
«La questione dei box in piazza Cavour è tema spinoso e caldo da molto tempo a Palazzo Guerra. La tensione sull’argomento è palpabile e ritengo che sia più che legittima considerando la superficialità ed approssimazione con la quale la vicenda è stata gestita dall’origine». Così la consigliera di opposizione del Movimento 5 Stelle Claudia Pecoraro in merito alla decisione del Comune di fermare i lavori di realizzazione dei box di piazza Cavour e destinare la piazza ai cittadini, facendola tornare al suo antico splendore.
Consigliera Pecoraro, partiamo dall’ultimo episodio che ha caratterizzato Salerno: Arcigay ha lasciato la storica sede. Si riaccende il dibattito sulla carenza di spazi pubblici…
«Quanto accaduto all’Arcigay è estremamente grave perché colpisce un presidio di libertà, inclusione e crescita sociale, e consentitemi di fare una riflessione, prima di arrivare al cuore della risposta.L’idea che una realtà associativa, per giunta di flato nazionale, che da anni porta avanti battaglie fondamentali per il riconoscimento dei diritti civili a favore di tuttə, non trovi patria nell’Ente è una ferita profonda per la collettività, perché rappresenta, per l’ennesima volta, il disinteresse di questa Amministrazione nei confronti della cittadinanza, dei suoi bisogni, della sua pluralità. Se questo fosse accaduto ad opera di un’amministrazione di centrodestra, forse in più avrebbero gridato alla mortificazione dei diritti civili e repressione della libertà, eppure ritengo sia ancora più inaccettabile che la mancanza di sostegno arrivi da chi si è presentato al corpo elettorale come rappresentazione del centro-sinistra. Ciò detto, il tema in città non è la mancanza degli spazi pubblici, ma la loro gestione, o meglio mancanza assoluta di gestione.Quando ci siamo insediati a palazzo Guerra ci siamo accorti che non esisteva un censimento aggiornato degli immobili del Comune, e che l’amministrazione non conosceva non solo il valore del proprio patrimonio, ma neanche lo stato di manutenzione degli immobili né se fossero occupati o meno da privati o associazioni. Questa circostanza è inconcepibile ed inaccettabile perché non è dato comprendersi come si possa governare una città senza sapere quale ne sia il patrimonio e perdendo, per giunta, soldi, mai riscossi dagli occupanti.E allora si torna di continuo all’unica verità: non sono capaci di amministrare».
Serve un regolamento per la gestione degli spazi di proprietà del Comune. Dopo lo scandalo che ha travolto la fondazione Menna il silenzio…
«Diciamo che per un Ente che non ha neanche il censimento degli immobili, pensare di fare addirittura un Regolamento per gestirne l’affidamento a terzi, sa quasi di battuta! Quando ho sollevato la questione in Consiglio comunale, mesi fa, il Sindaco si è anche risentito, affermando che l’Assessore Tringali ci stava lavorando con gli uffici, che era quasi pronto, che a breve sarebbe stato approvato e che il mio era un tentativo scortese di denigrare il lavoro dell’amministrazione. Eppure l’Assessore Tringali, chiamato dopo il mio intervento in Commissione Politiche Sociali, ha dichiarato che il Regolamento era già pronto, già all’attenzione del Sindaco ed in attesa solo del suo placet. Ad oggi mai arrivato. Quanto raccontato apre ad una considerazione: questa amministrazione non ha la volontà di regolamentare in modo preciso, equo e strutturato la procedura di affidamento dei beni comunali ai terzi e/o alle associazioni perché, di fatto, poter scegliere senza criterio e per mero arbitrio a chi concedere cosa è uno strumento clientelare, e questa Amministrazione si regge sul voto di clientela. Quando all’insediamento della Consigliera Francese ho richiamato l’attenzione di tuttə sulla “Questione Morale” il senso era proprio quello di evidenziare che i/le rappresentantə politicə devono orientare il proprio operato nel rispetto di principi di correttezza e trasparenza nei rapporti con i privati e l’associazionismo, evitando commistioni con gli interessi privati che creano clientele che inquinano la correttezza e l’onestà dell’azione politica. Ma ancora una volta il Primo Cittadino si è risentito e ha affermato che ero poco elegante. Mi preferisco poco elegante e scortese, piuttosto che ripiegata sui miei interessi personali. Resta il fatto, tuttavia, che a Salerno gli spazi pubblici vengono affidati solo a chi “piace” e solo per garantirsi un pacchetto di voti».
Verde pubblico, a luglio la gestione passa a Salerno Pulita. Cosa ne pensa di questa scelta?
«Da sempre come Movimento5Stelle abbiamo chiesto l’internalizzazione del servizio con l’affidamento tanto del verde pubblico quanto dei parchi ad una delle nostre società partecipate, circostanza che avrebbe anche consentito di tutelare i lavoratori delle cooperative sociali coinvolte nello scandalo, che sarebbero potuti essere assorbiti con la clausola sociale.Su questo ultimo punto non possiamo dimenticare che, per l’interesse politico di pochi, a rimetterci sono stati i lavoratori e le loro famiglie, sottoposti al giogo del ricatto lavorativo, e quei pochi che sono stati assunti dalla ISAM con la clausola sociale sono stati costretti ad accettare un contratto di tipo agricolo, privo di misure di tutela lavorativa, come la malattia o le ferie, con la complicità dell’amministrazione comunale. Ciò posto, la circostanza che finalmente l’amministrazione abbia accolto le nostre sollecitazioni e sia giunta a mediare su questa posizione non può che vederci soddisfatti. Restano però ora due nodi: il primo è la mancanza nell’organico della Salerno Pulita di figure professionali specializzate, come gli agronomi; il secondo è legato alle condizioni della Convenzione sottoscritta e al rispetto di termini e tempi. L’assenza di figure specializzate nel settore è sicuramente un problema serio, viene da domandarsi con quale competenze e criterio di provvederà alla potatura, al taglio, alla manutenzione del verde in generale, e francamente tale tema va affrontato e risolto immediatamente, e non dopo l’avvio del l’affidamento. Ricordo che il Comune di Salerno ha stipulato, su impulso e volontà dell’Assessore Natella, una Convenzione con l’Ordine degli Agronomi e dei Forestali della Provincia di Salerno già nel 2021 eppure tale atto è rimasto lettera morta. Questa circostanza desta non poche preoccupazioni. Quindi sicuramente presteremo la massima attenzione, con massima disponibilità di collaborazione, ma nel rispetto delle esigenze della città».
Box piazza Cavour, passo indietro del Comune…
«La questione dei box in piazza Cavour è tema spinoso e caldo da molto tempo a Palazzo Guerra. La tensione sull’argomento è palpabile e ritengo che sia più che legittima considerando la superficialità ed approssimazione con la quale la vicenda è stata gestita dall’origine.Immaginare di dare in concessione un suolo per realizzare un’opera senza avere la piena e totale disponibilità dello stesso, dimostra da un lato incapacità di programmazione e dall’altro tracotanza amministrativa. L’Ente è stato esposto per l’ennesima volta ad un danno economico, che nel migliore dei casi si risolverà nella refusione dei compensi legali per i procedimenti, che saranno certamente cospicui. A nulla vale il maldestro tentativo dell’Amministrazione di confondere le acque addossando le responsabilità esclusivamente in capo all’impresa. Il tema resta che non si può programmare un intervento tanto imponente, che comporta anche la necessità di intervenire sui sottoservizi (acqua e gas per intenderci), sulla presunzione che prima del termine previsto da concessione, verranno acquisiti al patrimonio dell’Ente da RFT i suoli su cui insistono i binari, suoli oggetto della concessione stessa. Questa geniale iniziativa porta la firma dell’allora Sindaco Vincenzo De Luca che ha guidato, e continua a guidare, questa città in preda a un delirio di onnipotenza, senza alcuna lungimiranza e lucidità politica».
De Luca contro il premier Meloni: da donna e rappresentante delle istituzioni cosa dice?
«Non apprezzo e non condivido i modi e i toni con il quale il Governatore De Luca è solito rivolgersi a chi non si piega e non assente alle sue posizioni, così come non condivido la volgarità istituzionale di chi non rispetta le istituzioni stesse. Ho trovato, infatti, gravissimo che il Governo e i ministeri chiudessero le porte ai rappresentati istituzionali locali, ad un Governatore di Regione (chiunque esso sia!) e a Sindaci e Consiglieri comunali.Il disprezzo delle rappresentanze istituzionali che arriva dalle stesse istituzioni è inaccettabile, è costituzionalmente inaccettabile, e dimostra ancora di più la repressione sistemica del dissenso che questo Governo sta attuando ogni giorno, multilivello, a partire dalle proteste universitarie sedate a manganellate, passando per la violenza delle FFOO contro i manifestanti pacifisti sotto la Rai di Napoli, fino a giungere al diniego di accesso al Ministero ai più alti rappresentanti locali. È vergognoso. E mi spiace che De Luca, con i suoi modi inappropriati al ruolo che riveste, abbia solo contribuito a spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dal vero problema – l’oltraggio istituzionale – alla sua villania, a tutto beneficio della Presidente del Consiglio.Perché francamente il tema di genere in questo caso c’entra poco, De Luca avrebbe appellato in egual modo qualsiasi altro politico, di qualsiasi genere, che gli avesse riservato lo stesso trattamento, per di più anche rimbrottandolo davanti alla stampa. Per quanto mi riguarda, il tema è generale, e ritengo proprio offensivo per la Politica che un alto rappresentante possa usare quel gergo rivolgendosi ad altro rappresentante politico».
Pd-M5S, crede in una possibile alleanza in vista di elezioni future?
«Il campo progressista è una possibilità a cui si sta lavorando da tempo, scegliendo di volta in volta le possibilità e le convergenze. Salerno tuttavia è un ecosistema a parte, un mondo nel mondo in cui le dinamiche politiche del PD cittadino rispondono solo al Governatore De Luca, creando di questo PD un insieme separato all’interno del Partito.Sicuramente fuori da Salerno le interlocuzioni non possono escludersi aprioristicamente. Qui in città manca ancora un po’ di tempo per le prossime amministrative, tante cose possono cambiare in due anni, anche nel Pd».
Il 2024 potrebbe essere l’anno delle provinciali con il ritorno al voto degli elettori. Una riforma necessaria….
«Le Provincie come sono strutturate allo stato sono solo una spesa per lo Stato e la gestione della cosa pubblica. A questo si aggiunge il sistema elettorale che serve solo come bilanciamento politico interno, come “scambio di cortesie”, come progettazione di alleanze.Nella necessità che le Provincie continuino ad esserci, che almeno la decisione su chi deve governarle e amministrale ritorni nelle mani del corpo elettorale, ma, per quanto mi concerne, con un sistema elettorale di voto di preferenza».