di Gerardo Coppola
“Così, il disco cambia nome e diventa “DallAmeriCaruso”, l’album più famoso di Dalla, un classico assoluto della canzone internazionale, capace di vendere, in varie lingue, più di 38 milioni di copie”.
Nella presentazione del film di Walter Veltroni leggo la genesi della canzone Caruso di Lucio Dalla e dell’album che lo contiene. Non svelo tutta la storia anche se è la parte meno godibile del film perchè impregnata di pizza e mandolino nel bel golfo di Surriento. Poi il film cambia decisamente registro e ci regala il ritrovato concerto dal vivo di Dalla e degli Stadio nel 1986 al Village Gate di New York, nel tempio del jazz americano.
Una ora di musica pura senza interruzioni con le canzoni più belle del cantautore bolognese, inimitabile per stile e comunicativa.
Gaetano Curreri il frontman degli Stadio gli ha tributato il ricordo più bello di quel concerto quando ha parlato di lui, bolognese e italiano fino al midollo, come di un vero cantante americano consacrato in quella mitica sala ove si sono succeduti i grandi del jazz.
Non è solo rievocazione nostalgica, perché quel concerto ha una carica emotiva enorme che pure contrasta con la modesta messinscena della sala e delle riprese. Il concerto e il film sono tutto Dalla, una esplosione di musica, vocalizzi, improvvisazioni. Meglio dal vivo se possibile che nelle incisioni in sala discografica.
In genere, quando si ascoltano oggi le star del rock, della musica popolare la loro musica si diluisce nell’intrattenimento per ovvie esigenze commerciali. Un esempio per tutti, sono i Rolling Stones che riproducono all’infinito i loro indiscutibili successi. E tuttavia la carica eversiva delle loro canzoni non esiste più, non ci prende più come una volta.
Questo film meritorio ci restituisce Dalla fuori da questo contesto che prima ho descritto forse perché il cantautore ha virato nelle parole e nella musica su soggetti eterni quali la bellezza, il mare, il firmamento, le stelle per raccontare le tristezze della vita…. il treno Palermo Francoforte, ferma ti prego… l’ora più dolce prima di essere ammazzato… siamo i gatti neri, siamo i pessimisti…
E la sua musica che potremmo definire progressive rock stempera le asperità della nostra via per regalarci tanti colori meravigliosi, mai cupi e dolorosi.
Riascoltando le sue canzoni nel film ho avuto l’impressione che Dalla abbia ricevuto meno di quel che meritasse nella sua carriera artistica. È rimasto un po’ ai margini forse per non aver avuto una promozione all’altezza o per il suo carattere solitario e sfuggente.
Eppure la forza delle sue canzoni è rimasta intatta, il suo mescolare generi diversi incanta ancora, la solarità dei versi ci avvolgono e ci portano per un attimo in un mondo migliore.
Ecco alla fine del film ho pensato che Dalla è diventato una stella splendente nel firmamento della nostra musica e della nostra vita.