di Fabio Setta
MILANO – L’Inter è stata ingiocabile, siamo tutti d’accorso e dove iniziano i meriti della squadra prima in classifica e dove inizino i demeriti del fanalino di coda è poco più di un mero esercizio intellettuale. La realtà è che la Salernitana dell’esordiente Liverani è stata sommersa dalla squadra di Inzaghi. Il primo tempo dei granata è stato scioccante e a tratti imbarazzante. In campo si sono visti giocatori impauriti, fermi, incapaci di capire cosa fare perché vedevano spuntare maglie arancioni praticamente ovunque. Liverani ha confermato la difesa a tre, scegliendo un piano tattico di attesa. Con Tchaouna scelto prima punta e Dia in appoggio, con Candreva pronto a rinculare sulla linea dei centrocampisti, la Salernitana ha provato a chiudersi lasciando pallone e campo agli indemoniati padroni di casa. Si è capito subito che il piano partita ideato poco poteva servire. Due legni nei primi sette minuti, un miracolo di Ochoa come benvenuto a San Siro. L’Inter ha fatto ciò che voleva e che il gol arrivasse era soltanto questione di tempo. È arrivato al 17’ con Carlos Augusto che ha servito a Thuram l’assist dell’1-0. Nemmeno il tempo di mettere il pallone a centrocampo che da una rimessa laterale la Salernitana è riuscita a subire il secondo gol realizzato da Lautaro Martinez che sembra avere un conto aperto contro la formazione granata. Il ko di Boateng (perché schierarlo se non al meglio? nda) avrebbe potuto dare l’input giusto a Liverani per cambiare modulo o modificare qualcosa. Invece Maggiore si è piazzato al centro della difesa con un primo tempo dai numeri imbarazzanti per la Salernitana e chiuso dal 3-0 firmato Dumfries. Una prima frazione in cui le due squadre hanno dato l’idea di appartenere a due categorie diverse. Anche perché, al di là dei più giovani, di quei giocatori non titolari, la Salernitana è venuta meno anche per un atteggiamento poco incisivi, per usare un eufemismo, dei cosiddetti senatori, ovvero Candreva ma soprattutto Dia e Coulibaly. Soprattutto i due africani sono apparsi a lungo anche piuttosto svogliati e indifferenti a ciò che succedeva sul terreno di gioco ed infatti Liverani li ha sostituiti nel corso di un secondo tempo in cui l’Inter, pensando alla Champions ha abbassato i ritmi, trovando il gol solo al 90’. Non poteva fare miracoli Liverani in tre giorni, ma sicuramente era lecito attendersi qualcosa di più. Almeno un minimo di presenza sul terreno di gioco, la classica scossa. Non resta che attendere tempi migliori o avversari più comodi. Archiviata questa partita si pare ora un mese decisivo con quattro gare contro dirette concorrenti. È l’ennesima ultima chiamata per una squadra che, al di là dell’allenatore, da inizio stagione sta naufragando senza colpo ferire, senza un minimo di cattiveria e di grinta. La rassegnazione è sicuramente il segnale peggiore per una squadra che deve fare un’impresa.