di Marco De Martino
SALERNO – Lavoro, qualità ed equilibrio: sono queste le tre parole chiave di Fabio Liverani (foto salernitana.it) nel giorno della sua presentazione come nuovo allenatore della Salernitana. Il tecnico ha subito mostrato il proprio carattere pragmatico ed aziendalista esordendo così: «Volevo chiedere scusa a tutti i giornalisti per non aver risposto ai vostri messaggi, ma l’ho fatto per dare priorità al presidente ed alla società di dire le cose. Io e il mio staff studiamo tutte le squadre per farci trovare pronti una volta chiamati da qualche società a campionato in corso, non mi ero mosso per sette mesi ed il direttore, che ha la palla di vetro, mi ha chiamato subito dopo essere sbarcato a Parigi. La squadra l’ho vista, è evidente che ha avuto un po’ di cambiamenti da luglio dopo il mercato di gennaio. Non c’è tanto tempo anche se c’è la volontà di creare qualcosa, partita dopo partita senza crearci troppe scadenze a lungo termine, senza fare tabelle. Dobbiamo pensare solo a prepararci per diventare una squadra con valori individuali, per me medio alti ma che ad oggi ha espresso poco come collettivo. Per questo dobbiamo metterci poco tempo a diventare una squadra, però ci sono le qualità e se ho accettato, a prescindere da tutta la storia di oltre 30 anni che mi ha emozionato, con il direttore, è perché credo che si possa ambire ad avvicinare le squadre davanti a noi, lo credo fermamente a prescindere dalle percentuali del direttore».
IL MODULO Sulla fisionomia tattica, Liverani è stato chiaro: «Non è un problema solo di moduli o di numeri, credo sia nella mentalità di avere la percezione del pericolo di quando gli altri giocano, ma anche di quando giochi tu nella metà campo avversaria e, come ha detto il direttore, quel pizzico di follia di andare a riempire l’area di rigore facendo anche fatica. Oggi le partite si vincono sulle palle inattive, sui calci d’angolo, per la volontà di andare a riempire l’area avversaria per fare gol ma al tempo stesso, in difesa, di riempire l’area amica per proteggere la tua porta. Credo sia una mentalità collettiva e di squadra più che di numeri e di moduli. Un regista come me? In rosa non ci sono elementi con caratteristiche di quel tipo ma ci sono giocatori con prerogative differenti che possono interpretarlo. Alcuni li conosco, altri li vedrò in campo e valuterò. Aumenta o diminuisce le difficoltà nella partita la posizione dei piedi, il corpo, sia in fase di non possesso che di possesso, ti permette di essere meno attaccato e dunque avere una posizione migliore giocando con maggiore disinvoltura. Kastanos può essere utilizzato in diverse posizioni perché ha qualità e va messo nelle condizioni di esprimersi, ora bisognerà capire se abbiamo bisogno di maggiori qualità dalla metà campo in su oppure un giocatore che ci permette di giocare un po’ più bassi».
LA GENTE Liverani ha poi parlato della spinta che l’Arechi potrà dare alla Salernitana: «E’ evidente che proprio in questa città è stato fatto un miracolo sportivo un paio d’anni fa e credo che la gente, la tifoseria e lo stadio siano stati un valore aggiunto per arrivare a fare quello che è stato fatto. Ora chiedere qualcosa alla gente non è facile per me, siamo noi che dobbiamo dare qualcosa a loro. Cosa? Atteggiamento, voglia, determinazione, fame di voler finire la partita stremati con attenzione ed orgoglio. Questo è quello che dobbiamo dare, se noi diamo qualcosa alla gente la gente restituirà a noi tanto come accaduto due anni fa. Sta a noi fare qualcosa per accendere la piazza, non viceversa».
IL CONTRATTO Solo cinque mesi di contratto non sono un problema per Liverani, anzi: «E’ successo anche quando andai a Terni, quando si subentra a febbraio o marzo, in ultima posizione, parlare del dopo credo sia difficile. E’ una società che è al terzo allenatore quindi non ha senso fare un discorso del genere anche perché non c’è il tempo per farlo. Il direttore e la società hanno scelto Fabio Liverani per quello che c’è adesso, in questi tre o quattro mesi ci conosceremo, valuteremo, e se riusciremo a fare questa piccola follia di salvarci, ci metteremo seduti e parleremo, senza pezzi di carta, per trovare un accordo. La situazione non va bene ma pensiamo di lavorare ancora assieme? Ne parliamo. Va tutto bene ma pensiamo di non poter lavorare più assieme? Avremo fatto qualcosa di straordinario, rimarrà una splendida follia fatta insieme ed ognuno andrà per la propria strada. Fortunatamente non ho mai lavorato, né giocato, solo per un contratto scritto ed in questo sono felice che ci siamo trovati d’accordo a pensarla allo stesso modo, per quello che sarà c’è tempo».
DIFESA ED ATTACCO La Salernitana ha mostrato, in questa stagione, problemi sia in difesa che in attacco. Liverani ha una ricetta per entrambi i reparti: «Dobbiamo cercare di rimanere equilibrati ma anche di vincere le partite, perciò dobbiamo cercare di mettere un po’ di offensività. La puoi trovare con degli attaccanti puri, ma anche con dei trequartisti, sicuramente abbiamo dei giocatori sugli esterni che hanno gamba e che possono arrivare sul fondo. Se riusciremo a fare questo riusciremo a riempire l’area di rigore e con Weissman, Dia, Kastanos, Candreva ed altri che sono elementi di qualità e che vanno portati vicino all’area di rigore avversaria, possiamo riuscire a vincere le partite. Giocheremo con dei giocatori offensivi cercando di fare una squadra equilibrata e sicuramente con l’arrivo di Manolas assieme a Boateng, Fazio e gli altri, anche se qualcuno si è infortunato e ci vorrà del tempo, dovremo essere una squadra equilibrata, che non rischi troppo ma comunque capace di vincere le partite. Sulla gara di Milano, non possiamo fare tante prove, a prescindere dall’Inter che è un avversario non facile per tutti, non abbiamo molto tempo per prepararci ma comunque d’ora in poi ogni partita per noi sarà una possibilità per fare punti. Dia e Candreva sono quelli con cui a livello tecnico la squadra si può e si deve appoggiare sotto forma di carisma. Poi però la squadra deve anche essere supportata da loro, gli altri devono metterli nelle condizioni migliori per esprimere le loro qualità, ma sul come ricevere palla, lo spazio o la posizione migliore devono trovarle da soli. L’importante è che nella fase sia di possesso che di non possesso siano armonici insieme agli altri giocatori. La prossima avversaria, l’Inter porta i due attaccanti a difendere a 25 metri dalla porta ed anche i nostri giocatori devono farlo. Dia e Candreva, assieme ad altri devono permetterci di poter fare questo. Sulla questione capitano non ho grandi difficoltà a lasciare le gerarchie come erano, lo spogliatoio sanno gestirlo i giocatori, è evidente però che il controllo di certe situazioni spetti a me. Le regole devono sempre passare dall’allenatore, però, se non ci sono cose per cui dover intervenire, per me va bene così».
LO STAFF In chiusura Liverani ha annunciato quali professionisti faranno parte del suo staff, con due conferme ed una novità… fatta in casa: «Sono sempre stati con me Maurizio Cantarelli, responsabile della metodologia fisica, e Federico Fabellini, collaboratore tecnico e tattico. Per il ruolo di secondo la società mi ha dato la disponibilità di valutare qualche nome già in rosa (tra questi Manolo Pestrin nda), visto che il mio secondo è un ragazzo che si è accasato con Iachini, ovvero Simone Pavan, e quindi ora sto facendo delle riflessioni su chi mi può accompagnare in questa avventura».