Vietri, un buon ricordo che dura da 60 anni - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Vietri, un buon ricordo che dura da 60 anni

Vietri, un buon ricordo che dura da 60 anni

di Vito Pinto
I numeri sono decisamente imponenti e la manifestazione è di quelle da far tremare i polsi rapportando il tutto ad una cittadina quale è Vietri sul Mare. Cento chef, infatti, prepareranno piatti tipici della tradizione culinaria italiana per mille persone che, il 9 aprile prossimo, confluiranno nella cittadina costiera per una cena sontuosa in occasione dei 60 anni di attività dell’Associazione Ristoratori Piatti del Buon Ricordo. Un traguardo importante per questa che è la prima associazione fra ristoratori nata in Italia, oggi la più diffusa e conosciuta, che oggi annovera nel suo medagliere 112 insegne, di cui 11 all’estero. E’ dal 1964 che l’Associazione salvaguarda e valorizza le tante tradizioni e culture gastronomiche italiane, accomunando, sotto l’egida della tradizionale cucina territoriale, ristoranti e trattorie, di campagna e di città, lungo tutto il nostro Bel Paese.
A caratterizzare ciascun ristorante, e a creare fra loro un trait d’union, è oggi come un tempo il piatto-simbolo di ciascun ristorante, dipinto a mano dagli artigiani della Ceramica Artistica Solimene di Vietri sul Mare, nel quale è effigiata la specialità gastronomica del locale, piatto che viene donato agli ospiti che gustano la specialità, in memoria di una piacevole esperienza gastronomica da ricordare, per cui “Piatto del Buon Ricordo”.
Un evento “ricordo” del quale, già 60 anni fa, vide il suo più che roseo futuro un uomo che aveva già vinto altre sfide e che sapeva guardare al di là di un pugno di anni a venire: Vincenzo Solimene, che negli anni 50 vinse la sfida con la storia inventandosi, con l’allora giovane architetto Paolo Soleri una fabbrica avveniristica e cominciando a far parlare alla ceramica vietrese una lingua internazionale e, nel caso dei Piatti del Buon Ricordo, anche una lingua gastronomica di alta qualità. E’, infatti, in quella struttura “sognata” che si realizzano i “Piatti”, esclusivamente dipinti a mano da artigiani vietresi che, da sempre, recano nel loro dna la tradizione di una civiltà fatta di argilla, cotto e cromie mediterranee.
«Un grande evento nazionale quello che si terrà la prima decade di aprile – ha sottolineato il sindaco di Vietri sul Mare Giovanni De Simone -. Sessant’anni da festeggiare con gli amici dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo, legata al nostro territorio dai famosi piatti della Ceramica Solimene, con una cena indimenticabile che avverrà a Marina con un unico grande tavolo per mille commensali. Continua così l’opera per far conoscere e sponsorizzare la nostra meravigliosa Vietri. Siamo stati da subito entusiasti di organizzare questo evento così importante. Un grazie quindi a tutti gli associati del Buon Ricordo, in particolare a Luciano Spigaroli, all’Associazione Ristoratori Vietri Sul Mare rappresentata da Pasquale Vitale, alla Proloco di Vietri con il suo attivissimo presidente Cosmo Di Mauro ed al delegato alle attività produttive Daniele Benincasa».
«Siamo davvero molto felici ed emozionati – hanno detto il presidente Cesare Carbone e il Segretario Generale Luciano Spigaroli. Dopo un lungo anno di lavoro siamo finalmente arrivati alla presentazione del nostro progetto che può apparire folle ma a noi del Buon Ricordo le cose banali non piacciono. Il prossimo 9 aprile saremo a Vietri per tre motivi: festeggiare le nostre nozze di diamante con la cucina della tradizione italiana, ringraziare Vietri per le splendide ceramiche che da 60 anni sono i nostri “Piatti del Buon Ricordo”, destinare donazioni il più possibile importanti a due associazioni che si occupano di chi è meno fortunato. Per questo tutti i nostri colleghi convergeranno in costiera a loro spese e lavoreranno senza percepire neppure un minimo rimborso».
L’evento gode dei patrocini di Regione Campania, Provincia di Salerno, Comune di Vietri sul Mare, Distretto Turistico Costa d’Amalfi.Ma cosa sono e cosa rappresentano i Piatti del Buon Ricordo sui quali, sin da subito, si è sviluppato un collezionismo di grande prestigio.
Va subito detto che i cultori della buona cucina si mettono in movimento quando finisce il turismo ufficiale, quello vacanziero, della confusione: loro, i buongustai, preferiscono la tranquillità e non la confusione per poter gustare un piatto tipico e poter centellinare un appropriato vino locale di cui godere appieno il bouquet.
Nel lontano 1991, ebbi modo di intervistare Dino Villani, il fondatore di questa Associazione che oggi celebra i suoi 60 anni di attività. Ricordava Villani: «Intorno al 1950, discutendo con Orio Vergani sulla costituzione dell’Accademia Italiana della Cucina, pensai di trovare un mezzo adatto per spingere un gruppo di ristoratori selezionati a tenere costantemente in menù almeno una pietanza di cucina regionale al fine di combattere la tendenza ad orientarsi verso piatti internazionali». L’Associazione del “Buon Ricordo”, però, non fu costituita subito in quel lontano 1950; si dovette attendere ben 13 anni prima che il progetto andasse in porto. La nascita ufficiale, infatti, avvenne presso il Circolo della Stampa di Milano il 19 aprile 1963 e i ristoranti che aderirono all’iniziativa furono appena dodici.
La scelta di Vietri sul Mare per la realizzazione dei piatti non fu casuale. Dino Villani, infatti, aveva nel frattempo conosciuta la ceramica di Vietri in uno dei suoi numerosi soggiorni ad Ischia; ricordava: «Conoscevo la ceramica rustica di Vietri che mi affascinava, così dopo numerose prove scegliemmo la fabbrica di Solimene».
Vuoi per la particolarità dell’iniziativa, vuoi per la fatale attrazione della ceramica vietrese, sta di fatto che il successo dei “Piatti” fu immediato tanto che molto presto la lista dei 12 ristoratori iniziali si ampliò cominciando a coprire un po’ tutte le regioni d’Italia.
D’altra parte questa semplice ma geniale “trovata” mette insieme i cultori della buona cucina italiana e gli amanti della ceramica e di Vietri che certamente è una delle più antiche e continuative, nel novero dei paesi di antica tradizione ceramica riconosciuti da una legge dello Stato.
I piatti vengono tutti realizzati a mano, tant’è che a volte si verificano degli errori, che sembrano particolarmente apprezzati dai collezionisti. Diventano, in pratica, come i francobolli “Gronchi rosa” apprezzati e ricercati dai filatelici. E va detto che è un collezionismo particolare, perché il “piatto” può essere reperito solo nel ristorante che lo promuove e mangiando la pietanza caratteristica rappresentata nel manufatto ceramico.
Oggi la produzione di questi piatti è davvero consistente: non si conoscono i numeri, ma sono ragguardevoli, tutti realizzati da una mano che traccia segni, infiniti decori con le tipiche e brillanti cromie vietresi: una produzione che, oltre al gusto e al piacere di una “buona tavola” lascia il Buon ricordo… della ceramica vietrese.