Ricordiamo, riflettiamo, tramandiamo - Le Cronache
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Ricordiamo, riflettiamo, tramandiamo

Ricordiamo, riflettiamo, tramandiamo

Di Alessia Potecchi*
Parlare dell’Olocausto nella ricorrenza della Giornata della Memoria è sempre molto toccante ed è come rivivere con il ricordo l’evento forse più drammatico che si trova sui libri di storia. La Shoah, che spesso sostituisce la parola Olocausto, è una parola ebraica che significa «catastrofe», e viene utilizzata per definire lo sterminio nazista, perché con il suo richiamo al sacrificio biblico, essa dà implicitamente un senso a questo evento e alla morte, insensata e incomprensibile, di sei milioni di persone. La Shoah è il frutto di un progetto d’eliminazione di massa terribile che non ha precedenti, né paralleli. Nel gennaio del 1942 la conferenza di Wansee approva il piano di “soluzione finale” del cosiddetto problema ebraico che prevede l’estinzione di questo popolo dalla faccia della terra. Lo sterminio degli ebrei non ha una motivazione territoriale, non è determinato da ragioni espansionistiche o da una per quanto deviata e incomprensibile strategia politica. È deciso sulla base del fatto che il popolo ebraico non merita di vivere, non merita di esistere. È una forma di razzismo radicale che vuole rendere il mondo “Judenfrei” cioè “ripulito” dagli ebrei”. Di questo fenomeno di distruzione e annientamento vanno ricordati due aspetti rilevanti e caratterizzanti. Il primo è che l’eliminazione, la morte di queste persone non avveniva per lo più subito ma dopo un lungo calvario durante il quale questi esseri umani venivano spogliati di tutto, e con tutto si intende non soltanto la privazione degli oggetti materiali come i vestiti, le cose personali, i ricordi della loro famiglia e delle loro origini, ma soprattutto il venire meno e la perdita della dignità umana in tutti i suoi aspetti attraverso un’umiliazione fisica e psicologica studiata oltre l’inimmaginabile. Questo percorso di atroce sofferenza conduceva poi inesorabilmente verso la tragica fine. L’altro aspetto emerge molto bene dalle tantissime foto che possiamo visionare sull’argomento scattate nei campi di concentramento ad ebrei sottoposti alla cosiddetta “selektion” con lo scopo di documentare l’efficienza della loro macchina di morte. Nelle foto è documentata nei dettagli ogni fase della “selektion”, dall’arrivo sulla rampa, alla privazione dei beni fino alla condanna finale di chi non viene neanche ritenuto idoneo per il lavoro forzato all’interno del campo. Ebbene la cosa che colpisce in queste immagini è la completa assenza di violenza e di aggressività da parte delle SS, siamo infatti nella parte più alta e perfetta della soluzione finale; questo perché i nazisti avevano compreso molto bene che per eliminare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile c’era bisogno di ordine e tranquillità che non si ottenevano con la forza ma con l’inganno, con la finzione. Infatti, dai volti immortalati nelle foto non traspare né paura né terrore ma soltanto occhi che si interrogano, che domandano una risposta su quello che sta avvenendo, volti attonito impauriti ma ancora ignari.
Ed ecco che l’inganno emerge nelle frasi che i nazisti erano soliti rivolgere ai prigionieri tipo “entrate nelle docce per la disinfestazione”, “all’uscita vi ricongiungerete con i vostri cari” o ancora “lasciate lì i vostri vestiti ben in ordine da ritirare una volta che avrete terminato”.
Si è detto infatti che il fenomeno dell’Olocausto è stata la più alta rappresentazione dell’ingenuità di questi esseri umani davanti alla morte imminente e sconosciuta; l’inganno davanti alla morte imminente. Il messaggio però che ci porta la Giornata della Memoria è anche un messaggio di speranza; non dimentichiamo che la data scelta per la celebrazione coincide con l’apertura dei cancelli di numerosi campi e con la liberazione dei sopravvissuti ma soprattutto con la presa di coscienza della fine del più grande sterminio di massa. Teniamo viva la Memoria baluardo all’indifferenza così diffusa nel nostro difficile tempo
*Dipartimento Economia e Finanze PD