di Francesco Carriero
Sono tempi duri per la sanità a Salerno. Come avrete letto su queste pagine negli scorse settimane, in più occasioni ci siamo occupati delle problematiche che affliggono il Ruggi d’Aragona e le strutture facenti capo all’Asl. Adesso tocca alle strutture private convenzionate. L’ultima “mazzata” per gli utenti salernitani la annuncia il sindaco Vincenzo De Luca, nel corso del suo consueto appuntamento su Lira Tv. Nell’occhio del ciclone ci finiscono i laboratori di radiologia: «Fra qualche mese – ha dichiarato il primo cittadino – avremo un’altra emergenza che riguarderà i laboratori di radiologia: termineranno i fondi regionali e i cittadini dovranno pagarsi gli esami di tasca propria o aspettare mesi e mesi nelle strutture pubbliche e i lavoratori dei laboratori rischiano di dover andare in cassa integrazione. Eppure sono tutti tranquilli e soddisfatti, pare quasi che la Campania viaggi come la Baviera e la Renania». Quindi l’interruzione del servizio convenzionato, legato alle liste d’attesa interminabili delle strutture dipendenti direttamente dal servizio sanitario nazionale, potrebbe costringere gli utenti a dover pagare di tasca propria gli esami, certamente non economici, oppure aspettare la riattivazione della convezione se non, nella peggiore delle ipotesi, attendere i tempi biblici delle lista d’attesa “pubbliche”. Altro problema, come evidenzia il sindaco De Luca, è legato ai dipendenti delle oltre 200 strutture sparse per il territorio: senza la convezione il rischio e che gli imprenditori decidano di mettere il personale in mobilità o in cassa integrazione. Ma tale situazione non rappresenta assolutamente una novità, come ci ha confermato il dottor Attilio Rosolia, membro del direttivo di FederLab, sindacato dei laboratoristi campani: «Sono ormai cinque anni – spiega – che la situazione si ripete in maniera ciclica. Lo Stato prima e la Regione poi stanno di anno in anno rimpicciolendo il budget destinato alle convenzioni con i laboratori di analisi. Le strutture pubbliche, inoltre non sono in grado di coprire tutta la richiesta di prestazioni sanitarie provenienti dal territorio viste le liste d’attesa interminabili. In questa situazione chi ne fa maggiormente le spese sono i cittadini. Il tutto nell’immobilismo delle istituzioni, che conoscono la situazione ma nulla fanno per migliorare il servizio». Il tutto si ripercuote su i lavoratori del settore, per i quali ormai la stabilità dell’impiego sta diventando sempre più un utopia: «La sospensione della convenzione – conclude Rosolia – ovviamente ricade anche sui dipendenti. C’è il rischio che molti vengano messi in aspettativa o in cassa integrazione. Gli imprenditori ormai sanno che le risorse sono limitate e quindi nel corso dell’anno dovrebbero essere maggiormente oculati e approntare strumenti per evitare tali spiacevoli situazioni». Nel suo intervento televisivo, il sindaco De Luca parla anche dei pronto soccorso della regione: «Un altro problema che abbiamo segnalato è quello che riguarda i pronti soccorsi. Esiste un solo pronto soccorso in Campania che funziona in modo adeguato e civile? Ogni pronto soccorso nella nostra regione è un campo di battaglia, alcuni medici e infermieri sono dei veri eroi. In estate, col personale ridotto, il problema si è rivelato ancora più drammatico: e ciò ha creato file enormi e tanta tensione. Altro che risanamento: la sanità è stata distrutta. La Campania resta l’ultima regione d’Italia per i livelli di assistenza. I cittadini campani hanno i peggiori servizi e la tassazione più alta. Ma anche questo sembra scivolare nella inconsapevolezza di chi governa. Non si può immaginare di cambiare le cose dalla sera alla mattina, ma dopo 5 anni si ha il diritto di pretendere un bilancio serio, di fatti e non di chiacchiere».