di Oreste Mottola
Spartaco e le sue storie, sono “roba nostra”, nella Piana del Sele sono da tempo iniziate rivisitazioni della storia del gladiatore, delle sue milizie, e delle armate romane che lo combattevano. A Giungano è andata in scena per diversi anni una rivitazione dell’ultima battaglia degli spartachisti, ben finanziata dalla Regione; a Castelcivita, proprio di fronte agli Alburni, ed alle celebri grotte, era sorto lo “Spartacus”, un locale modaiolo molto frequentato dai giovani. Ora è il turno degli studiosi che localizzano nelle terre tra il Sele ed il Tusciano il teatro delle gesta di Spartaco. La pianura vasta, ed ancora poco urbanizzata, era la location ideale, per una delle battaglie più importanti tutti i tempi. L’evento è di quelli memorabili. Una delle battaglie più importanti e impressionanti della storia, di certo, quella tra il gladiatore trace Spartaco, e le milizie romane guidate da Crasso. È il 71 a.C. e i fatti avvengono, di certo, nel Sud Italia: la valle del Sele, oppure, secondo altre autorevoli fonti (Appiano, Plutarco, Manzoni, nonché dalle fonti degli Annali civili del Regno delle due Sicilie del 1846) nei pressi dell’antica Πετηλία (Petelia), odierna Strongoli. L’ultima ipotesi, la più suggestiva, la sta formulando in una pubblicazione che raccoglie alcuni decenni di studi, il salernitano Franco Di Matteo che con la sua tipografia e casa editrice (la Poligraf) ha innovato le nostri arti grafiche, spianando la strada all’informatica. Di Matteo, che è cresciuto all’interno del liceo Tasso poichè figlio dello storico custode, diplomato e laureato in materie classiche, sostiene che il “centro” della rivolta di Spartaco dev’essere collocata nel salernitano, tra Serre, Altavilla e Capaccio. Di Matteo non sopporta quelle agenzie turistiche americane che propongono al pubblico pacchetti turistici che spostano l’ultima battaglia di Spartaco perfino in Calabria, a Strongoli. Suggestiva cittadina di storia millenaria, Strongoli si erge su un altopiano a pochi chilometri dal Mar Ionio. Tutti vogliono sfruttare la popolarità universale della figura del famoso schiavo/guerriero, passato alla storia come martire della libertà. Spartaco, l’eroe morto sul campo in battaglia, dopo aver fatto tremare la Repubblica romana, in nome di ideali e valori universali di libertà, uguaglianza e dignità umana. Oltre 2.000 anni fa in quanto prigioniero dei romani, Spartaco (che Karl Marx, tanto per rendere l’idea, considerava «un genuino rappresentante dell’antico proletariato») fu venduto come schiavo e destinato a combattere nell’Anfiteatro campano contro belve feroci e altri gladiatori, a fini di intrattenimento per nobili e aristocratici come era uso e consuetudine del tempo. Ribellatosi alla condizione di schiavitù cui era stato inesorabilmente destinato, organizzò, in nome della libertà di ogni uomo e per l’affermazione dei principi universali della dignità ed eguaglianza, la resistenza passata alla storia come “Terza guerra servile“, che mise duramente alla prova le milizie romane dal 73 a.C., concludendosi nel 71 a.C. con l’intervento delle truppe romane comandate da Marco Licinio Crasso. “Crasso” e “Pompeo” sono toponimi rintracciabili in zona, così come lo “Scanno” e la “Chianca”. Il tutto è compreso in un raggio molto prossimo all’antica Poseidonia, Paestum. Sono tutt’oggi evidenti le tracce delle fortificazioni romane presenti per contrastare gli uomini di Spartaco. Oltre 2000 anni dopo, la nobile battaglia di Spartaco per l’affermazione dei valori della libertà e della dignità umana (avvenimento che ha affascinato ed affascina fortemente la storiografia a livello mondiale), è un tesoro da riscoprire, una straordinaria opportunità per il turismo culturale dei territori che, in Italia, sono stati segnati dalla fatale rivolta. Allo studio infatti l’opportunità di proporre itinerari culturali e storici, che siano in grado di intercettare il già vasto flusso di turisti che da tutto il mondo si dirigono verso il Belpaese, oggi maggiormente in Campania, seguendo la scia degli eventi storici legati al celebre guerriero. La morte di Spartaco nella Piana del Sele, è oggi un’ipotesi storica difficile da confermare (ma del resto, anche difficile da smentire), dopo più di 2000 anni dai fatti e in assenza di evidenze archeologiche che confermino con certezza assoluta come siano andati i fatti. Tuttavia, chi lavora con il turismo e si impegna sul piano della valorizzazione dell’identità e della memoria storica del territorio, sa bene che le “ipotesi storiche”, pur se incerte, non sono prive di valore e anzi, possono essere coerentemente inserite in circuiti turistici integrati, mediante la proposta al pubblico di itinerari storici e culturali (già allo studio per ciò che riguarda la presenza storica di Spartaco) che siano anche da stimolo per innalzare i livelli di attrattività del territorio, creando interesse sulla tradizione locale e sulla riscoperta delle origini e delle identità territoriali delle varie aree regionali della penisola. È questa del resto la nuova frontiera dello sviluppo sostenibile, propugnata a livello europeo, l’Unione europea occupa una delle prime posizioni nella classifica delle destinazioni del turismo culturale: «i prodotti del turismo culturale transnazionale costituiscono l’espressione di un patrimonio e di una serie di valori comuni condivisi a livello europeo, e contribuiscono a promuovere l’immagine dell’Europa come destinazione turistica unica nel suo genere». Ogni anno i suoi numerosi siti di interesse attirano un gran numero di visitatori provenienti sia dagli Stati membri sia da Paesi extraeuropei. Secondo alcune stime, tale settore specifico arriva a rappresentare circa il 40% del turismo europeo. Questo è, oggi, “il tesoro di Spartaco”: un patrimonio storico e culturale di immenso valore da riportare alla luce, nella misura in cui in rete con le istituzioni preposte al rilancio dell’offerta turistica della Regione, saranno in grado di conferire a questa ipotesi storica straordinaria il giusto valore, anche mediante campagne promozionali e attività culturali suscettibili di attrarre turisti e viaggiatori che, in tutto il mondo, subiscono il fascino ultramillenario della battaglia di Spartaco per la libertà.