La lettera. Emergenza nei Pronto Soccorso italiani: precarietà, sovraffollamento e soluzioni possibili. - Le Cronache
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La lettera. Emergenza nei Pronto Soccorso italiani: precarietà, sovraffollamento e soluzioni possibili.

La lettera. Emergenza nei Pronto Soccorso italiani: precarietà, sovraffollamento e soluzioni possibili.

Il quadro della precarietà nella maggior parte dei Pronto Soccorso italiani torna dolorosamente in primo piano, con pazienti costretti a lunghe attese che rispecchia una profonda crisi sanitaria nazionale. La mancanza di posti letto, tempi d’attesa prolungati, una rete d’emergenza depotenziata e difficoltà nella scelta del medico di famiglia aggrava il disagio dei pazienti. La situazione è peggiorata nel corso degli anni a causa di continui tagli al Fondo Sanitario e blocco delle assunzioni, indebolendo i servizi pubblici e generando gravi conseguenze, specialmente nelle Regioni sotto Piano di rientro. La pandemia da Covid-19, unita a modelli della gestione inadeguati, ha compromesso la capacità del sistema sanitario di rispondere alle necessità, danneggiando il diritto alla cura. È urgente adottare misure straordinarie, come l’assunzione di personale sanitario, l’ottimizzazione delle risorse e il blocco delle prestazioni in attesa.
In una recente puntata televisiva di “Piazza Pulita” su La7, i riflettori si sono accesi sul Pronto Soccorso di Salerno, all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Questo nosocomio ospita ben quattro Pronto Soccorso che gestiscono una quantità di circa 110.000 accessi annuali, di cui 70.000 nel solo Presidio di via San Leonardo. Ebbene sì, il sovraffollamento è un fenomeno comune nei grandi ospedali italiani, e questo determina una notevole pressione sugli operatori sanitari che svolgono il loro lavoro con abnegazione e sacrificio.
Per affrontare queste sfide, l’ospedale ha adottato varie iniziative, tra cui l’integrazione di assistenti sociali durante i momenti di massima affluenza che svolgono il compito di informare i parenti circa le condizioni dei pazienti e sullo stato delle procedure attivate. Inoltre, ci sono progetti in corso che coinvolgono associazioni di volontariato, studenti di medicina e specializzandi, al fine di migliorare l’assistenza e soddisfare le esigenze dei pazienti e del personale.
Durante la pandemia da Covid-19, inoltre, l’ospedale ha permesso le visite dei parenti all’interno del Pronto Soccorso, specialmente per pazienti particolarmente fragili. Questa è stata una misura notevole per sostenere il benessere dei pazienti.
Tuttavia, come spesso accade con servizi televisivi che mostrano momenti intimi e sofferenti degli assistiti, il tutto può essere oggetto di strumentalizzazione e mettere a repentaglio il gravoso lavoro quotidiano della struttura di Pronto Soccorso. Pertanto, l’Azienda Ospedaliera si è impegnata a contrastare comportamenti isolati che mirano solo a danneggiarne l’immagine e a rendere più difficile il rapporto con i pazienti e i loro familiari.
È importante che i parlamentari eletti nella nostra provincia non solo presentino interrogazioni al Governo, di cui del resto fanno parte, ma si adoperino anche per garantire fondi mirati al fine di migliorare l’assistenza e l’organizzazione nei presidi ospedalieri e territoriali.
Un’ultima considerazione è il fenomeno della “fuga di camici bianchi”: è una sfida diffusa in tutta Italia, e serve un impegno concreto per affrontarla da parte del Governo centrale; solo in questo modo, potremo garantire un servizio sanitario migliore per tutti.
Dott. Luciano Conforti
già Consigliere e Assessore
Comune di Salerno