Il libro di De Luca per scardinare la segreteria. Male che vada potrà presentarlo a Salerno Letteratura - Le Cronache
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Il libro di De Luca per scardinare la segreteria. Male che vada potrà presentarlo a Salerno Letteratura

Il libro di De Luca per scardinare la segreteria. Male che vada potrà presentarlo a Salerno Letteratura

Alberto Cuomo

L’attesa è stata snervante. In città, ma anche nei più remoti angoli della Campania, sino a poco tempo fa non si parlava d’altro. Nei crocicchi, nelle piazze, se pure piccole, ma ancor più in quelle grandi con folle inquiete, bastava avvicinarsi ai gruppetti spontanei che si formavano per ascoltare frasi del tipo “è uscito?”, “è stato pubblicato?”, “dove si può comprare?”. Poi finalmente il libro di Vincenzo De Luca è comparso nelle librerie con il titolo, “Nonostante il Pd”, in sovraimpressione sulla foto del viso dell’autore, in bella posa come accade per le copertine dei rotocalchi, onde sfidare in bellezza forse Brad Pitt o Leonardo Di Caprio. Ed eccolo sullo scaffale  tra un tomo di un Cazzullo – il giornalista che si ostina a illustrare la storia del Novecento con sviste incredibili come è per lo sventolio di tricolori nel servizio su Caporetto dimenticando che a quel tempo la bandiera presentava lo stemma sabaudo – e un volume su Felice Mastronzo.  Anche il sito di vendite online, Amazon, dove non è neppure nei primi 100, consiglia di acquistare il volume del Cazzullo accanto a quello di De Luca. Oltretutto a cercare “De Luca” sul sito di Amazon viene fuori Erri e se si aggiunge Vincenzo ti ritrovi con un testo su “La dieta semplice” che sicuramente non riguarda le fritture e che pertanto non può essere stato scritto dal governatore della Campania.  Così come recita il titolo, De Luca vuol lasciare intendere che la sua ascesa politica si sia determinata malgrado l’opposizione del suo partito “non essendo io debitore di nulla a nessuno; anzi, avendo fatto quello che ho fatto, non grazie al partito (quale che ne fosse il nome), ma nonostante il partito, da sempre”. Indubbiamente ciò che ha fatto, ovvero i danni alla città di Salerno e alla sanità regionale non possono essere ascritti anche al suo partito, ma circa la carriera politica non la racconta giusta. Il nostro tiene a sottolineare che già la sua prima elezione a sindaco non lo vide esponente di una formazione politica, mentre, si ricorderà, che il suo partito di provenienza, il Pci, caduto il muro, era alla ricerca di una nuova identità e, nel 1992, fece parte in tutto il paese di coalizioni come quella dei “progressisti per Salerno” in cui appunto fu candidato. Si ricorderà anche che essendo andato al ballottaggio con l’antagonista cattolico, il prof. Giuseppe Acocella, oltre che essere sostenuto dai partiti di sinistra ottenne l’appoggio dei maggiorenti della destra. Altro che “parassitismo, cooptazioni, miserie personali” i mali del paese e del partito contro cui si scaglia, De Luca è una vero e proprio professionista della politica ma non di quella nobile, ascetica, di cui narra Max Weber, quanto di quella tipica del notabilato meridionale, fatta di giochi di potere, clientelismo, e non certo quale vocazione al benessere sociale in un progetto strategico per il progresso del paese e per la crescita della democrazia. Basti pensare che, nel considerare come la politica in Italia determini privilegi, De Luca ha fatto candidare al parlamento il figlio Piero alle elezioni del 2018 per il PD nel collegio uninominale di Salerno dove è stato sconfitto e comunque eletto deputato in virtù della candidatura nella lista della circoscrizione di Caserta, e  rieletto nel 2022 grazie al fatto di essere stato piazzato capolista del PD ancora nel listino proporzionale. E pure De Luca nel libro insiste nel non dirsi Cacicco. Sebbene atteso e accolto con entusiasmo dai fedelissimi, dalla plebe come dalla intellighenzia che regge il suo “sistema       “, il sindaco di Capaccio-Paestum Francesco Alfieri, Fiorenzo Zoccola, Franco Picarone, etc. viene da chiedere sul perché De Luca abbia scritto un libro, secondo il vezzo di molti politici che forse lo fanno per creare paraventi alla loro incultura. Che dopo l’accesso ai ruoli universitari del figlio Piero anche il padre Vincenzo voglia entrare nell’Accademia? Purtroppo per lui non è in età. E allora: perché pubblicare un testo? Secondo alcuni il libro è l’occasione per svolgere un giro di presentazioni con fini politici. Essendo il Pd in fibrillazione per gli scarsi esiti nei sondaggi, De Luca intenderebbe presentare il libro in diversi luoghi onde tastare il polso dello scontento nel partito e scalare la segreteria. Ma non deve essere così se la prima piazza in cui si è esposto è stata il Giardino di Cristallo a Padova dove ha chiesto, invece che la presentazione del sindaco di centrosinistra, l’indipendente Giordani, quella del consigliere leghista Davide Meneghini, legato al presidente regionale del Veneto Luca Zaia, che però non si è fatto vedere alla kermesse. Si direbbe allora che, dal momento la Schlein non polemizza più sul terzo mandato opponendo solo il fatto che la legge non lo prevede, De Luca voglia stuzzicare Zaia e la Lega, anche contando sul fatto che gli argomenti del libro sono tipicamente leghisti, onde far passare nel governo una norma che consenta una terza candidatura alla presidenza regionale sì da mettere a tacere la sua segretaria. Un tentativo complesso, sebbene, male che vada, potrà presentare il suo libro a Salerno Letteratura.