di Oreste Mottola
Una decisione presa in un attimo. È bastata una chiacchierata con Gabriel Zuchtriegel, oltre all’amicizia di una vita con la precedente direttrice del parco archeologico Marina Cipriani, a convincerlo. Antonio Palmieri, signore della mozzarella di bufala in Campania, è il mecenate del museo di Paestum: il benefattore dei beni culturali che con la sua donazione di 25mila euro ha reso possibile la ristrutturazione della sala che ospita la Tomba del Tuffatore, intitolata a Mario Napoli. Classe 1945, occhi e baffi sinceri, il fondatore della Tenuta Vannulo si dice «soddisfatto del bel lavoro: non escludo altre collaborazioni simili con Gabriel». Anzi, l’imprenditore di Capaccio rilancia: «Credo sia dovere di ognuno, quando ne ha possibilità, mettersi a disposizione della collettività, per la tutela dei beni comuni. Dobbiamo apprezzare le nostre bellezze e i nostri beni culturali.
E curarli con giusti investimenti a lungo termine. La cultura saprà sempre ripagare ogni sforzo, portando qui a Paestum nuovi turisti, nuovo sviluppo, nuove risorse». Quella di Paestum rappresenta una grande svolta nel settore dei beni culturali la cui valorizzazione è sempre stata prerogativa dello Stato. Ora anche i privati possono contribuire a portare alla luce il nostro patrimonio storico e culturale. «Attualmente uno solo, ma cerchiamo di avvicinare altre forze. Avremo due borsisti selezionati con un bando che saranno pagati grazie al pastificio Antonio Amato, che ci ha dato 45 mila euro per i prossimi tre anni in borse di ricerca per giovani archeologhi». Un industriale locale che non aveva mai sostenuto prima il patrimonio culturale della sua zona. «Era ora, sono felice che le persone del posto comincino a muoversi. Abbiamo ricevuto anche 24 mila euro da una fondazione italo-americana e la tenuta Vannulo di Antonio Palmieri ci ha fatto una donazione di 25 mila euro per il restauro della sala Mario Napoli, quella che ospita la Tomba del Tuffatore». “Personale motivato e sponsor privati così si sconfigge la burocrazia. Questo tema è in gran parte uno stereotipo”.
«Ha aiutato molto anche il nostro cda, di cui fa parte l’ex presidente della Provincia Alfonso Andria che ha organizzato due incontri in Confindustria a Salerno. Da lì è nata la sponsorizzazione di Amato, e una sera Palmieri è venuto al museo e ha deciso di donare, senza neppure la pubblicità in cambio. C’è una fiducia nuova che si sta affermando. Noi dobbiamo ripagarla con la trasparenza e con una estrema chiarezza dei progetti e tempi di realizzazione plausibili».