Vito Busillo denunciato alla Procura per il mancato rilascio di una concessione - Le Cronache
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Vito Busillo denunciato alla Procura per il mancato rilascio di una concessione

Vito Busillo denunciato alla Procura per il mancato rilascio di una concessione

Burocrazia, ostacoli procedurali, mancanza di risposte. Così la vita degli imprenditori viene strangolata giorno dopo giorno anche per questioni sicuramente risolvibili in 24 ore. E così Adriano Di Canto, proprietario di due terreni situati nel Comune di Eboli alla Località Santa Chiarella, si rivolge alla magistratura per denunciare la condotta di Vito Busillo, in qualità di Presidente del Consorzio di Bonifica in Destra del Fiume Sele. La vicenda parte nell’aprile del 2023 quando Adriano Di Canto chiedeva “la concessione della porzione dell’area demaniale riportata in catasto terreni al fg. 24 p. lla n. 1177, per la parte confinante con le p. lle n.ri 1428 -2811, di sua proprietà, al fine di realizzare sui lotti medesimi una tettoia fotovoltaica”. Una semplice richiesta che diventa un‘odissea di lettere e richieste, con i tempi che si dilatano a dismisura senza evadere la stessa. A questa pratica il Presidente del Consorzio di Bonifica in Destra del Fiume Sele, Vito Busillo, comunica al Richiedente ed impropriamente anche a Vito di Canto presso l’indirizzo di posta elettronica dell’Ing. Nicola Danza, che l’istanza della quale si discuteva “avrebbe potuto essere assentita solo in caso di regolarità contributiva delle ditte Di Canto Vito (DCNVTI57E06D390G), Di Canto S.p.a (P.Iva 04218760652) – Eboli S.a.s. di Vito di Canto e Figli (P. Iva 03372010656)”, allegando prospetto della debitoria vantata su ciascuna delle rispettive posizioni. C’è da evidenziare che Adriano Di Canto nelle persone giuridiche indicate, non detiene alcuna partecipazione e non si comprende il motivo di tale richiesta. In ogni caso Vito di Canto, pur nella consapevolezza dell’illegittimità della pretesa, atteso che titolare dei diritti di proprietà sulle particelle interessate dall’intervento era, ed è Adriano Di Canto, e le posizioni di ruolo consortile attenevano, ed attengono, a persone fisiche e giuridiche manifestamente terze rispetto al proprietario, rappresentava che, rispetto alle singole posizioni, sia sua personale che delle persone giuridiche cennate da Busillo, era stata inoltrata istanza di adesione alla “rottamazione quater”, conseguenze che il carico a ruolo dovesse ritenersi non esigibile, alla data della richiesta dall’Ente. Allegava, a conforto della risposta, una documentazione probante. Nel corpo della corrispondenza, documentava l’avvenuto pagamento delle somme dovute, per contribuzione consortile 2023, sia da lui stesso che dalla Di Canto S.p.a. che da Sadis Eboli 1 S.a.s. di Vito di Canto & Figli. Nonostante la documentazione trasmessa nessuna risposta è pervenuta dall’Ente Consortile, tanto che lo stesso Vito Di Canto fu costretto a recarsi negli uffici del Consorzio per sollecitare la definizione della pratica. Niente da fare: l’adesione alla rottamazione non serviva perché, secondo gli uffici, mancava la prova dell’avvenuto integrale saldo delle posizioni debitorie. Così il Consorzio non avrebbe rilasciato la richiesta di concessione. Un inferno di burocrazia da cui lo stesso Vito Di Canto, nonostante la manifesta illegittimità della pretesa, comunicò anche il pagamento delle somme del carico personale, del quale si pretendeva l’estinzione, nonostante le somme fossero già state oggetto di rottamazione agevolata, accettata dall’ADER. E così si arriva inutilmente alla metà di ottobre del 2023 quando il “Settore agrario” inoltrava all’Ing. Nicola Danza una missiva, il cui tenore si colloca al limite dell’incredibile: “si rimanda in allegato prot. n.° 1489 del 16/05/2023 al fine dell’ottenimento della regolarità contributiva”. Stanco di tanta ostilità Adriano Di Canto incarica l’avvocato Antonio Larocca di sbloccare la situazione diventata paradossale. Così con una nota del 16 ottobre 2023 il legale in riscontro alla corrispondenza intercorsa tra i Di Canto e l’Ente Consortile, evidenziava, in primo luogo, come fosse ingiusta ed illegittima la richiesta di regolarità contributiva avanzata in ragione della terzietà di Adriano di Canto, rispetto alle posizioni autonome di debito di Vito di Canto e delle Società Di Canto S.p.a. e Sadis Eboli 1 S.a.s. di Vito di Canto e Figli – (rispetto a tali ultime persone giuridiche, si ripete, il Querelante non deteneva partecipazioni sociali) – ; sottolineando che il presunto debito era stato comunque saldato come per le quote consortili relative all’anno 2023 e che le quote degli anni precedenti fossero già state oggetto di rottamazione agevolata, accettata dall’ADER, e di fatto estinte.
Invitava e diffidava, pertanto, al rilascio del provvedimento richiesto. Una lettera rimasta lettera morta da parte del consorzio guidato da Vito Busillo. Nessuna risposta nessuna concessione. E così allo stesso avvocato non è rimasto altro che presentare una denuncia alla Procura perché si configura “una condotta illecita, antigiuridica, penalmente rilevante dell’Ente Consortile, dell’Organo che lo rappresenta, di quei Funzionari che ricoprono responsabilità di ufficio al rilascio della concessione”.
Considerato- scrive il legale – che si subordina l’adozione di un provvedimento dovuto all’estinzione debitorie alle quali Adriano Di Canto è manifestamente estraneo. Una vicenda chiarissima, ora si spera che la magistratura faccia il suo corso in tempi brevi considerata la sua semplicità e l’accertamento di eventuali responsabilità.