Di Olga Chieffi
Carmine Mottola, il Professore, il direttore artistico, l’ideatore di tante rassegne, di teatro, di musica, d’arte, di filosofia se ne è andato in punta di piedi. “Sono autenticamente addolorato – ha commentato Ermanno Guerra, delegato alla cultura del Comune di Salerno – La città perde un uomo di grande cultura e di grande sensibilità. Il mio ricordo è legato naturalmente alle attività che insieme abbiamo svolto, a partire dalla rassegna di Musica Antica.
Di lui mi è rimasto in particolare il modo garbato di rapportarsi alle istituzioni, sempre porgendo con delicatezza, i progetti sempre puntuali, interessanti e precisi e ispirati da un profondo amore per la cultura e in particolare, quella musicale, e poi un uomo che non faceva mai sfoggio del suo sapere, ne percepivi lo spessore, ma senza ostentazione e spocchia. Il profilo ideale dell’intellettuale, il suo, che sa trasferire la cultura in maniera gentile e mai imposta”. Carmine è stato una bottiglia di Leida, sicuramente, un grande catalizzatore della cultura cittadina, in cui ha giocato su tanti piani, dagli incontri per la Società degli Studi Filosofici, al Teatro ( sue le diverse edizioni del Festival di Sieti), sino al Festival di Musica Antica di Salerno, nelle sue ben XXII edizioni sono state impreziosite dai nomi più rilucenti della musica italiana e straniera, da Rinaldo Alessandrini a Francesco Cera, da Andrea Noferini a Stefano Montanari, da Massimo Lonardi alle varie accademie. Carmine Mottola ha posto sulla diafana pagina diverse gocce tonde come note, e non facili da afferrare, “giocandole” sulla sua esperienza di uomo curioso. Carmine Mottola ci ha insegnato a non mentire mai nel dire, nello scrivere, su di una performance, e oggi sull’affiorare insistente e sottile di ricordi non vani – richiami del passato vivificati nell’ambito di un minuscolo, sottinteso “ateismo”, non impervio a incursioni improvvise – continuerà a guidarci in ricettacoli, luoghi e situazioni in cui sarà sempre possibile riconoscerlo e goderne.
L’eredità che lascia Carmine Mottola è l’eterno invito ad aprirsi al gioco della cultura, da attore o spettatore di un evento artistico.
Quanti hanno avuto la fortuna di partecipare ad uno spettacolo, un incontro, un concerto, da lui promosso, si sono trovati sempre di fronte ad un qualcosa che racchiudesse in sé l’essenza delle diverse arti, poiché Carmine è sempre partito da un tema, sul quale lavorava, quindi legare con un lungo filo rosso, la ideazione della locandina, i programmi scelti in accordo coi musicisti, le note, lo spazio, la parola, unica, chiara, attraverso cui ha cercato di accendere una scintilla in quanti sono venuti dopo di lui. La sua ricompensa è stata l’onore di trasmettere qualcosa, da professore, da coordinatore, da catalizzatore della cultura salernitana, un piacere puro, “gratuito”, quindi, a volte impopolare, che ha portato noi tutti a restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, nella quale hanno cominciano ad annodarsi rapporti empatici, nascite, emozioni, che hanno portato tutti a “fare parte della scena”, al suo fianco. Continuare a godere della sua visione implica una particolare qualità d’animo, un’educazione all’amore, che è giusto il contrario di quanto oggi, comunemente accade in un mondo, in cui ci sentiamo sempre più soli.