Chiunque ritenga che una moderna società debba garantire le condizioni di pari opportunità ed equità, indipendentemente dalla condizione di disabilità che un individuo può trovarsi a vivere, non può che essere attratto dal libro di Michele Mele “Il Richiamo della Strada”!
Già noto per aver ottenuto grande successo con “L’Universo tra le Dita”, libro ristampato quest’anno per la nona volta, e che ha portato Michele Mele a ricevere, tra i vari riconoscimenti, un Oscar della Letteratura ai Pegasus Literary Awards di Cattolica; il Dottor Mele presenta al pubblico la sua ultima opera, improntata a demolire preconcetti e pregiudizi che affliggono ancora gran parte di noi e che, anche se molto spesso involontariamente, ledono la dignità di chi, ipovedente o non vedente, è aprioristicamente considerato impossibilitato ad occupare posti di rilievo o non adatto allo studio di discipline scientifiche.
Con “Il Richiamo della Strada” lo scrittore Michele Mele, in seguito alla ricerca, raccolta e studio di documenti dell’epoca, ci racconta la straordinaria vita di John Metcalf (1717-1810): divenuto non vedente all’età di sei anni a causa del vaiolo, grazie al supporto della sua famiglia di straordinarie e moderne vedute che non lo considerò come una persona non autosufficiente ed incapace di portare a compimento le proprie idee, poté continuare ad esprimere la sua intelligenza ed intraprendenza, fu: musicista (suonava tanto bene il violino da sostenersi inizialmente suonando questo strumento), contrabbandiere, trasportatore, conduttore di carrozze tanto abile da avere una sua linea di diligenze, soldato durante la rivolta giacobita (non era evidentemente in prima linea ma addetto alla logistica), fu anche fatto prigioniero.
Blind Jack di Knaresborough o Blind Jack Metcalf, come era soprannominato, divenne famoso quale primo costruttore di strade professionista quando, in piena rivoluzione industriale, nel 1765, fu approvata una legge che stanziava fondi per costruire autostrade anche nella Contea della sua città natale: Knaresborough; da completo autodidatta riuscì a costruire, in Inghilterra, decine di ponti e centinaia di chilometri di strade ormai rimodernate perché rispettassero i moderni standard di sicurezza, ma pur sempre sui suoi tracciati originari.
Perchè dovremmo leggere un libro che, in fin dei conti, è una storia autobiografica, pur se il protagonista è un autodidatta che sfidò oltre che le difficoltà della disabilità quelle derivanti dalle barriere fisiche ed ideologiche di una società prevenuta ed ostile con chi era meno fortunato degli altri?
Dobbiamo leggere “Il Richiamo della Strada” non solo per la storia straordinaria ed avvincente del protagonista, l’ingegnere stradale autodidatta non vedente, bensì per la scoperta del ben più importante coprotagonista della storia, che dobbiamo saper attentamente valutare e tenere bene a mente quale monito ai nostri pensieri ed al nostro modo di essere, e che fu quel contesto sociale per cui Blind Jack Metcalf non si sentì diverso ed impossibilitato a fare e ad esprimere il suo genio.
Questa biografia vuole e deve essere un profondo ammonimento ad una società che si dice inclusiva ma che, a ben vedere, tanta strada deve ancora percorrere e tante barriere deve ancora abbattere perché i disabili non si scontrino con preconcetti che ne minano il benessere psicologico e la crescita sociale, compromettendo il talento che hanno da esprimere.
Ma non ho finito, voglio ulteriormente rispondere alla vostra ipotetica ridondante domanda:<<Perché leggere “Il Richiamo della Strada”>>, perché il Dott. Michele Mele è il nostro (perché nato a Salerno trentadue anni fa) novello John Metcalf!
Si, scrittore e protagonista del libro sono legati dalla stessa disabilità: entrambi non vedenti; uno ingegnere costruttore di strade, l’altro laureato in matematica all’Università degli Studi di Salerno, dottore di ricerca in scienze matematiche ed informatiche all’Università “Federico II” di Napoli “ ed oggi impiegato presso l’Università del Sannio quale ricercatore che studia le problematiche di Ottimizzazione Combinatoria, è inoltre Coordinatore della campagna “Science in Braille” delle Nazioni Unite e del progetto “Accessibilità all’Arte” del Touring Club Italiano, scrive per “Bright Young Folk”, testata internazionale specializzata in musica, e per il periodico di attualità “Yorkshire Bylines”.