Salernitana, il nemico è nell’ombra - Le Cronache
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Salernitana, il nemico è nell’ombra

Salernitana, il nemico è nell’ombra

di Alfonso Liguori

Quanti gol di testa ha fatto Dia?
A mia memoria nemmeno uno.
Tutte le volte che battiamo un angolo si vedono alchimie strane. Perché non abbiamo colpitori di testa, se non qualche difensore. Prima avevamo Piantek, ora nemmeno più lui.
Perché Dia non colpisce di testa, non sa colpire e, detta tutta, con i piedi non è il genio che si crede. Se nelle ripartenze il pallone arriva a lui, nell’80% dei casi perde palla, non sa a chi passarla, sbaglia il passaggio.
Sousa seppe trovargli la giusta posizione e fece quel che meglio sa fare: il rapinatore d’area, ma le sue prestazioni dipendevano dagli altri.
16 gol, ottimo risultato, ma non è solo farina del suo sacco.
Qualcuno dovrebbe analizzare l’incidenza dei gol, perché così, andando a memoria, ho il sospetto che i 7 gol di Candreva a livello punteggio abbiano pesato di più. Ma è solo un sospetto, ovviamente.
Ora, tutto questo un direttore sportivo dovrebbe vederlo, dovrebbe sapere che il suo giocatore non è quel fulmine di guerra che si crede. Ovvio che ciascuno cerchi di vendere la propria merce al meglio che può e dandogli la migliore visibilità. Ma un venditore esperto sa bene che anche gli altri vedono la sua merce e la valutano.
Dunque, aveva senso basare tutta la campagna acquisti su Dia, sul suo riscatto e la successiva vendita? Evidentemente no. E i risultati sono quelli che vediamo.
Ora il giocatore è nostro, è della Salernitana e chiaramente qui resterà nella speranza che ripeta la prestazione dello scorso anno e almeno non perda di valore. Perché ci deve essere chiaro che se Dia di gol non ne fa 16, ma 10 in tutta la stagione il suo valore di Mercato scende e il club avrà un’altra perdita economica che non può più permettersi.
Dire ora che ci sono stati errori, che bisognava giocare su più tavoli contemporaneamente e altre considerazioni del genere, lascia il tempo che trova, ma è certamente necessario imparare dagli errori passati.
Quello che ci si chiede è se una squadra importante, un presidente voglioso di emergere, una città che merita un suo spazio nel calcio che conta, una tifoseria che pare sempre più non avere pari nel calcio italiano e che è il vero motivo di orgoglio e commozione quando si seguono le partite, possono permettersi di aspettare che i membri del suo club imparino dai loro stessi errori.
Penso di no. Dunque serve che “il ragazzo si faccia subito uomo”.

Anche perché c’è qualcuno – e su questo si dovrà aprire un capitolo ampio, chiaro e ben sviluppato – che si è seduto sulla riva del fiume e sta aspettando che Iervolino fallisca, in barba alla città e ai tifosi, perché il bacino di consensi che dalla tifoseria può giungere è un bacino importante e che fa gola, molta gola, e non ci si può permettere di perderlo.
Penso che la Salernitana abbia trovato un allenatore valido, desideroso di far bene per il nostro e per il suo futuro, abbia un buon parco giocatori per quelli che sono i suoi attuali obiettivi, una dirigenza vogliosa di emergere.
Serve che tutti remino dalle stessa parte, e una parte della tifoseria deve capire che chi critica lo fa perché ama la Salernitana e la vuole sempre migliore. I nemici stanno in silenzio, lavorano nell’ombra, o semplicemente se ne stanno fermi ad aspettare il tracollo.
Non dobbiamo consegnare loro la vittoria. Macte Animo.