Coscioni alla “cattedra” di Cardiochirurgia presso l’Università: Implicato in due indagini per la morte di un anziano e di una ragazza - Le Cronache
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Coscioni alla “cattedra” di Cardiochirurgia presso l’Università: Implicato in due indagini per la morte di un anziano e di una ragazza

Coscioni alla “cattedra” di Cardiochirurgia presso l’Università: Implicato in due indagini per la morte di un anziano e di una ragazza

di Alberto Cuomo
È di questi giorni la notizia apparsa sui social e su alcuni quotidiani della nomina di Enrico Coscioni alla “cattedra” di Cardiochirurgia presso l’Università di Fisciano. Chi sa, uno dei titoli per fare carriera al Ruggi e nell’Università salernitana è forse la capacità di affrontare da innocente indagini penali. Prosciolto dalla Cassazione dopo la condanna in corte d’Appello a Napoli per violenza privata tentata e continuata, aggravata dall’abuso di potere, oggi Enrico Coscioni, ex consigliere per la Sanità del presidente della Regione Campania è implicato in altre indagini riguardanti la morte di un 62enne nel cui corpo fu ritrovata una garza lasciata nel corso di una operazione al cuore e il decesso di una ragazza di 17 anni dovuto, secondo la Procura di Salerno, a “imperizia, imprudenza e negligenza”, in un delicato intervento cardiaco del dottore Antonio Longobardi del reparto di cardiochirurgia che è sotto la responsabilità proprio del primario Coscioni. Su come Coscioni sia divenuto primario è noto. Negli anni Novanta è assistente di Giuseppe Di Benedetto al Ruggi di Salerno dove è “aiuto” il più esperto Severino Jesu. Dopo pochi anni Coscioni diventa a sua volta pari di Jesu grazie a una legge che annulla i tre ruoli ospedalieri. Andato in pensione il primario, il dott. Jesu, dopo aver rifiutato il primariato al Policlinico della Federico II, diviene dirigente del reparto di Cardiochirurgia e per Coscioni viene allestito un secondo reparto sotto la sua direzione, con divisione dei letti.
Intanto nel 2010 e nel 2015 si era candidato alle regionali nella lista Campania libera capeggiata da Vincenzo De Luca senza essere eletto. Il presidente lo nomina quindi prima proprio consigliere per la sanità e dopo dirigente dell’Agenas, l’Agenzia che valuta l’efficienza dei sistemi sanitari regionali, attribuisce il punteggio dei Lea e nomina i propri rappresentanti nelle commissioni di verifica dei manager di Asl e ospedali. Nel 2016, essendo De Luca presidente regionale, viene bandito il concorso per il primariato di cardiochirurgia al Ruggi che vede Coscioni primo della terna di idonei selezionati dalla commissione dell’azienda ospedaliera salernitana all’epoca diretta dall’avvocato Nicola Cantone il quale nomina primario il secondo della terna, Pasquale Todaro, ritenendo Coscioni oberato da impegni extra-ospedalieri tali da non potersi dedicare a tempo pieno all’attività di primario.
Finito sotto inchiesta Cantone e rimosso da De Luca, viene nominato Giuseppe Longo commissario straordinario del Ruggi che affida a Coscioni il primariato. Quanto alla cattedra universitaria Coscioni non sembra abbia titoli per accedervi anche se, con la disastrosa situazione in cui versa l’università italiana, tutto sarebbe possibile. Oggi è più facile divenire professore, sia pure “associato” e non cattedratico, come è accaduto a Piero il primogenito di De Luca che, vinto un concorso interno per ricercatore nell’università di Cassino, senza altri concorrenti, grazie all’abilitazione che si da a tutti o quasi, con un ulteriore esame interno è giunto all’associazione, pur senza avere, secondo Vincenzo Iurillo de “Il Fatto Quotidiano”, mai tenuto lezione nell’ateneo. In compenso è stato indagato per bancarotta fraudolenta, così come è stato indagato e poi prosciolto il fratello Roberto che, a sua volta, ha vinto un concorso da ricercatore quale unico concorrente presso l’Unisa, primo gradino per divenire associato secondo la medesima trafila di Piero.
Quanto alla cattedra di Coscioni la notizia deve essere falsa perché per divenire ordinario di cattedra, oltre l’abilitazione, è necessario superare un concorso con una commissione nazionale. Certo il suo nome figura nel sito dell’Unisa come docente, ma come docente a contratto, e si sa, ormai nelle università, un contrattino quinquennale non si nega a nessuno. In cotanta scienza tuttavia, a proposito di sanità, nel 2018 la procura di Salerno ha aperto una indagine sullo sforamento dei cosiddetti tetti di spesa assegnati dalla ASL salernitana ai centri privati convenzionati operanti sul territorio. Gli indagati per falso materiale e ideologico e peculato tra medici, dirigenti della ASL e amministratori dei centri privati sono stati 39 tra cui l’intero vertice dell’Azienda sanitaria per milioni di euro versati illecitamente ai centri anche per prestazioni in numero superiore a quelle previste per ciascun centro e per ciascuna tipologia di servizio o con prezzi gonfiati cui si univano, secondo una interrogazione parlamentare “fenomeni illeciti e corruttivi”. Per fortuna, anche se sono molti i docenti universitari che si inchinano davanti sua maestà, quello che viene definito “sistema” De Luca non è giunto al controllo dell’Università e questo garantisce che i reparti del Ruggi gestiti dall’Ateneo, ovvero dai docenti universitari di ruolo, sottratti all’egemonia deluchiana, siano affidabili.