di Andrea Pellegrino Con o senza il Partito democratico, Vincenzo De Luca si candiderà alla presidenza della Regione Campania. Con o senza primarie, il sindaco di Salerno sarà in campo sfruttando, in pratica, quel piano B studiato e messo a punto ormai da mesi. Dunque, se il Pd confluirà su di lui o se dovesse cedere sulle primarie, allora De Luca sarà pronto a guidare liste di partito, in caso contrario tutto lascia presagire ad una coalizione prettamente civica, non inquadrata in nessuno schieramento partito. Insomma da destra a sinistra, Vincenzo De Luca accoglierà tutti. D’altronde i suoi contatti trasversali sono più che noti da mesi e mesi. A partire dagli ex (o attuali) cosentiani, passando per Carlo Aveta de “La Destra”, fino a finire ad Ernesto Sica, Pasquale Mauri e allo stesso segretario provinciale dell’Udc Luigi Cobellis. E non solo, pare che nelle ultime settimane abbia riconquistato le simpatie della Cgil di Franco Tavella che alle scorse elezioni per la composizione dell’assemblea nazionale del Partito democratico si candidò con l’area opposta ai deluchiani. Il progetto di De Luca, seppur nell’aria da settimane, pare abbia trovato la sua ufficialità nel corso del tour (elettorale) del primo cittadino di Salerno nell’area stabiese. De Luca rivolgendosi agli imprenditori a Castellammare di Stabia ha detto: «Sono decenni che si fanno scelte in base alle collocazioni ideologiche: sono di destra, sinistra o centro. Io ora propongo una rivoluzione. Voi imprenditori dovete badare ai vostri interessi, se un progetto vi convince o meno». Parole che pesano come una chiara presa di posizione rispetto al Partito democratico che sostanzialmente sta facendo di tutto per tenerlo fuori dalla corsa a Governatore della Campania. E la “rivoluzione” di Vincenzo De Luca potrebbe convincere anche Luigi de Magistris, l’altro grande escluso del Pd campano che rischierebbe perfino la riconferma alla guida di Palazzo San Giacomo. Il tutto mentre in casa Pd ormai s’attende solo la parola di Matteo Renzi che giovedì sarà a Napoli per un tour veloce. Naturalmente il nome (si dice che sarà una personalità che proviene dal mondo culturale) uscirà solo a settembre, quando si deciderà il metodo per la scelta del candidato. Ossia primarie o non primarie, seppur, considerati i tempi, pare che lo strumento fino ad ora utilizzato dai democrat sia bello che abbandonato. Stando ad indiscrezioni pare che, come volevasi dimostrare, la candidatura della Picierno si stia lentamente indebolendo. Non si esclude che l’europarlamentare, alquanto insofferente a Bruxelles, non sia ricompensata con un incarico di Governo, in vista di un possibile rimpasto autunnale. Ciò consentirebbe l’ingresso al parlamento europeo di Giosi Ferrandino, sindaco di Ischia che da tempo sogna il salto di qualità. Poche le possibilità per Luigi Nicolais, sul quale peserebbe l’età abbastanza avanzata, rispetto alla proposta renziana che vorrebbe sulla poltrona di Santa Lucia un nome giovane e di rottura. Sfuma anche l’ipotesi Bossa mentre resta in pista il sottosegretario al Mit, Umberto del Basso de Caro. Così come, al momento, è pronta a proseguire la sua battaglia, la senatrice salernitana Angelica Saggese.mente.
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